Mart
San Marino
via Tre settembre, 101/B

Alfredo Rapetti
dal 19/12/2009 al 9/1/2010

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Mart



 
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19/12/2009

Alfredo Rapetti

Mart, San Marino

Scritturae. ''Il suo lavoro tende a fondare un'autosufficienza concettuale dello status artistico; l'opera acquisisce quella sana distanza da ogni linguaggio a cui ricorrere per spiegarne il senso'' (Fabio Migliorati).


comunicato stampa

a cura di Fabio Migliorati

L’arte di Rapetti sarà visibile a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, per mostrare il criterio di un’espressione contemporanea che si compie tutta nel solco della tradizione statunitense post anni Quaranta. Poco perspicace e ancora meno lungimirante, in effetti, sarebbe il non pensarci, dato che l’arte di Alfredo Rapetti pare proprio sgorgare dal ricordo dei possenti americani, colossi dell’all over e del minimo fare. E senza andare alla Scuola di New York, né scomodare Twombly – spiega Fabio Migliorati, curatore – c’è da dire che Rapetti media tali risultati o, meglio, certi istinti di là dietro rispolverati, per irradiare di stile italiano quella memoria. Le conseguenze – insiste il critico aretino – si assaporano in un astratto pittorico, nell’uso meditato del colore che non scuote mai dal profondo i tendini del sentire, guidando invece a un pensare pacato e misurato, scaturito da un gesto libero fino a una quasi sempre pronta ripresa che, subito presente, non risparmia del proprio peso simbolico.

Questa è la grafia dell’artista: figlia di mani sensibili, delicatissime, vere per emozionato agire e stoico intrattenersi con ciò che è profondità; qualcosa che sta sempre oltre e che non si conosce ma si fa avvertire, se si è in grado di percepirla.

Ecco il senso dell’intervento di Rapetti, in un’estetica dell’ossimoro comunicata dalla tecnica: per il buio sconfitto di un ignoto fuggente che diventa sapere legato alla bellezza. Estetica, dunque, con il graffio artigianale di strumenti antichi, convertiti all’altezza dell’arte: rivolta, ancora, alla possibilità espressiva di un bello contemporaneo. Rapetti si appropria di dette istanze, con il fiato corto del filosofo illuso e quello rado dello scienziato rassegnato; mentre lui sceglie, lui artista, l’arte quale piacere e il piacere quale soluzione. L’armonia della disarmonia, il suono del silenzio, il confine dell’infinito, l’inizio della fine o la fine dell’inizio: simboli di una ricerca necessaria, impellente ma distesa, calma, non serena ma nemmeno impetuosa, svolta nella strana quiete della riflessione magica, radicata, lontana e possibile al contempo. Il sogno di Rapetti si condensa quindi in un’arte autonoma, indipendente dai criteri della sua lettura; non vincolata alla verità dei codici e al potere didascalico di dettami esterni. Il suo lavoro tende a fondare un’autosufficienza concettuale dello status artistico; l’opera acquisisce quella sana distanza da ogni linguaggio a cui ricorrere per spiegarne il senso: e non è degna di essere definita tale, se per essa si avverte la necessità di altro, al fine di capirla, di comprenderla, di gustarla. L’arte diventa, così, universalmente valida, attraverso un codice che è soltanto quello dell’espressione emozionale: legata al sentimento del guardare, da una parte; del significare, dall’altra. Oltre spazio e tempo, nell’utopia di una dimensione che ha sconfitto la cultura e domato la socialità, l’arte si rivela in qualche modo “morale”, carica di quell’etica della connotazione costruttiva fatta di trasmissione: globale perché unica e unica perché infinita.

Alfredo Rapetti (1961) vive e lavora a Milano...
Fra le esposizioni più rilevanti: Spazio Industria (Milano, 2001); Museo della Permanente (Milano, 2002); Fondazione KPMG (Berlino, 2003); Salon d’Automne (Parigi, 2004); Fondazione Ideazione (Roma, 2004); Certosa di San Lorenzo (Salerno, 2006); Palazzo Strozzi (Firenze, 2006); Palazzo della Ragione (Trento, 2006); Palazzo Coveri (Firenze, 2006); Palagio di Parte Guelfa (Firenze, 2006); Foreign Art Museum (Riga, 2006); Grand Palais (Parigi, 2006); Mar’s Contemporary Art Museum (Mosca, 2006); 52° Biennale, Padiglione della Repubblica Araba Siriana (Venezia, 2007); Istituto di Cultura Italiana (Istanbul, 2007); Castello di Carlo V (Lecce, 2008); Scuderie di Palazzo Moroni (Padova, 2009); Palazzo della Ragione (Mantova, 2009); Palazzo Firenze (Roma, 2009); Lu.C.C.A. Center (Lucca, 2009); Triennale (Milano, 2009).

Inaugurazione 20 dicembre

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