DeadMouth. Nel suo lavoro l'artista affronta temi come il rapporto tra storia e biografia personale, la relazione tra dimensione privata e vissuto collettivo, il potere narrativo delle immagini e la loro capacita' di contenere o sviluppare una storia. La sua pratica artistica si sviluppa attraverso mezzi espressivi differenti, che spaziano dal disegno alla pittura, dal video alla fotografia, dalla scultura all'installazione.
a cura di Bruna Roccasalva
La galleria LAVERONICA presenta dal 28 dicembre 2009 al 21 marzo 2010 DeadMouth, la mostra personale di Adelita Husni-Bey.
Nata a Milano e cresciuta tra l’Italia e la Libia, Adelita Husni-Bey vive e lavora a Londra dove ha studiato prima al Chelsea College of Art and
Design e poi al Goldsmiths College, dove ha appena conseguito l’MA in Photography & Urban Cultures.
Nel suo lavoro Adelita Husni-Bey affronta temi come il rapporto tra storia e biografia personale, la relazione tra dimensione privata e vissuto
collettivo, il potere narrativo delle immagini e la loro capacità di contenere o sviluppare una storia. La sua pratica artistic si sviluppa attraverso a
mezzi espressivi differenti, che spaziano dal disegno alla pittura, dal video alla fotografia, dalla scultura all’installazione, anche se tutte le sue
opere tradiscono sempre un approccio e una sensibilità pittorica che rivela la sua spiccata e naturale propensione all’utilizzodi questo linguaggio.
Il progetto DeadMouth, che si articola in un percorso composto da un video, due disegni e due lavori fotografici, è una riflessione sulla componente
di ambiguità che un’immagine, un evento, una storia possono contenere. In ognuna delle opere in mostra c’è la volontà di restituire l’idea di
qualcosa che è familiare ed estraneo allo stesso tempo e che diventa inquietante proprio per questa sua spiazzante ambiguità.
La mostra si sviluppa intorno al nuovo video che l’artista ha realizzato su Teufelsberg (monte del diavolo), una collina artificiale situata nel bosco
adiacente la stazione di Grunewald, a sud ovest di Berlino. La collina fu costruita dagli Alleati dopo la seconda guerra mondiale per seppellire
l’edificio nazista progettato da Albert Speer, sede di una scuola di tecnica militare. L’edificio fu ricoperto utilizzando milioni di metri cubi di
macerie degli edifici distrutti dai bombardamenti bellici. Durante la Guerra Fredda la vetta di questa “montagna” divenne una postazione
strategica per la costruzione della stazione d’ascolto della NSA (National Security Agency). Il video Paper Tiger and the Devil's Mountain (2009)
è una sorta di documentario, scandito dal ritmico alternarsi di parole e immagini, su questo luogo. Quella vecchia stazione d’intercettazione
statunitense, ormai dismessa e abbandonata, appare oggi una costruzione quasi fantascentifica che domina il paesaggio come una presenza
suggestiva e misteriosa. Nel video, le immagini restituiscono le affascinanti atmosfere di questo edificio e sono accompagnate dai racconti
dei veterani che l’hanno vissuto. Adelita Husni-Bey ha infatti cercato di recuperare frammenti della stratificata storia di Teufelsberg attraverso
la costruzione di un archivio fatto di ricordi, memorie soggettive, esperienze personali. Ha intervistato le persone che lavoravano alla NSA,
chiedendo loro di raccontare le banalità e la routine di tutti giorni: le frasi sospese, le cose dette a metà, le esitazioni ei giri di parole, traducono
quel senso di tensione tra ciò che può e ciò che non può essere detto, tra quanto è dato sapere e quello che non è possibile co noscere, delineando
i contorni di quella “zona d’ombra” che è motivo ricorrente in tutti i lavori in mostra.
Come il video, anche i disegni e le fotografie sembrano infatti restituire la “pelle” di una più complessa e stratificata realtà e mostrare qualcosa
di riconoscibile che cela o diventa altro.
Nei lavori fotografici Flood (2009), un fiume in piena che rivela delle profondità nascoste, e Mouth (2009), la bocca spenta di un vulcano che evoca
un’attività sopita, l’immagine di partenza sembra quasi soggetta a un processo di cancellazione, che ne annulla la natura figurativa trasformandola
in una composizione quasi astratta.
La serie di disegni, Lessons from the Twilight Kingdom, vedono protagonista un gruppo di persone ritratte in un atteggiamento di concentrazione
e di ascolto, quasi di riverenza, di fronte ad una massa scura e informe, una sorte di “nube nera” che dissimula la presenza diun’entità misteriosa.
Insieme a quei personaggi che la seguono/ fissano/ interpellano, diventa per l’artista un’immagine del potere sconosciuto - poli ico o religioso -
che ci attrae, guida o governa, una riflessione su come ciò che determina il nostro agire sia in verità qualcosa di indefinito e oscuro.
DeadMouth è un progetto che mette insieme le modalità diverse con cui l’artista prova a definire quel “perturbante” - nell’accezione freudiana
del termine - prodotto da ciò che appare familiare e allo stesso tempo produce un senso di straniamento, mettendo in dubbio lalegittimazione
di ciò che le immagini rappresentano.
Adelita Husni-Bey (Milano, 1985 Vive e lavora a Londra). Ha partecipato a diverse mostre collettive in Italia e all’estero. Nel2005 ha esposto alla Biennale di Praga nella sezione
“Expanded paintings”; nel 2006 ha vinto l’Elizabeth Pye Award e nel 2008 British Council Grant for Artists Abroad.
Ufficio Stampa Rosa Carnevale
rosacr@hotmail.it
ros.carnevale@gmail.com
3391746312
Inaugurazione lunedì 28 dicembre ore 19
Galleria La Veronica
via Grimaldi, 55 Modica
Orario galleria: dal martedì alla domenica 15 - 22:30
Fuori orario su appuntamento
ingresso libero