Associazione Culturale La Roggia
Pordenone
viale Trieste, 19
0434 552174 FAX 0434 552174
WEB
Cesare Rizzetto
dal 8/1/2010 al 3/2/2010
mar-sab 16-19

Segnalato da

Enzo Di Grazia



approfondimenti

Cesare Rizzetto



 
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8/1/2010

Cesare Rizzetto

Associazione Culturale La Roggia, Pordenone

Ex. Sin dagli inizi, il fotografo si e' relazionato con il quotidiano e gli ambienti nei quali e' cresciuto. Da qui sono nati gli 'appunti di viaggio', le 'note familiari' i 'fatti quotidiani' e tutto il repertorio che solitamente riempie le esperienze di un fotografo, fino alle 'foglie', limite quasi estremo di esperienza estetizzante in fotografia.


comunicato stampa

Quando si adotta un linguaggio espressivo per le proprie esigenze di comunicazione, nella maggior parte dei casi ci si trova a dover far convivere le personali esperienze con la realizzazione dei propri “oggetti comunicativi” specialmente se il linguaggio si presta alla rappresentazione del vero o, almeno, del verosimile. Nel caso della fotografia, il rapporto con le cose è sicuramente imprescindibile, visto che l’obiettivo deve essere comunque puntato sulla realtà anche quando poi ci si impegni a stravolgerla nella lettura. Nel caso di Cesare Rizzetto, l’istintivo bisogno di ricorrere alla macchina fotografica per “scrivere” i suoi appunti di vita (di viaggio, di emozioni, di sensazioni, di rapporti, insomma di tutto un mondo esterno ed interno) ha fatto quasi immediatamente i conti con l’ambiente in cui è vissuto, quello di una fotografia di ascendente Neorealistico che aveva appena scritto le sue pagine più importanti.

Da qui sono nati gli “appunti di viaggio”, le “note familiari” i “fatti quotidiani” e tutto il repertorio che solitamente riempie le esperienze di un fotografo, fino alle “foglie”, limite quasi estremo di esperienza estetizzante in fotografia. Ma quello che più direttamente investe la ricerca fotografica di Cesare è proprio il suo lavoro, quello quotidiano che lo impegna nel Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone.

Messo di fronte a certe realtà quasi sempre semisconosciute, nascoste o sepolte sotto un tappeto di disinteresse, finisce per legare la sua foto-scrittura al mondo dei derelitti, degli emarginati, dei negati. La produzione migliore diventa allora quella dei barboni, dei bambini più o meno infelici, degli ambienti più o meno allucinanti. Naturalmente, utilizza il bianco e nero: il colore è di per sé un orpello che suscita “il piacere” e svuota di senso i cortei operai o la solitudine delle persone, le aule scolastiche o gli ambienti manicomiali.

Cesare, alla fine, è un “ex” - come giustamente suggerisce il titolo voluto per la mostra - e lo si legge in tutte le pagine foto-scritte nel corso della sua vita; ma tutti quelli di una certa generazione, in fondo, sono ex oppure orfani di tante cose; e alla fine si riconoscono inevitabilmente nei viaggi (fatti o sognati) nei misteri dell’India, negli attraversamenti di località conosciute da sempre e mai osservate, nei personaggi più o meno famosi spesso sfiorati e mai esaminati, nei momenti di requie che sembrano irripetibili. Se osservate come frammenti di vita, le foto possono in qualche caso ingenerare un senso di infinita tenerezza per i rimandi inevitabili al vissuto di ciascuno e alle esperienze quotidiane; ma per fortuna si tratta “solo” di una mostra di fotografie di fronte alle quali il senso di nostalgia è solo un elemento marginale o accessorio.

Perchè, come capita nella vita di ognuno di noi, il tempo si fa galantuomo e la memoria stempera le cose, le addolcisce e ce le ripropone col fascino del “bel tempo che fu”, che alla fine è per l’appunto la principale funzione del linguaggio fotografico. Enzo di Grazia Cesare Rizzetto nasce a San Dona di Piave (VE) nel 1953. Dal 1976, ad oggi, lavora come operatore psichiatrico presso il D.S.M. di Pordenone. Scopre le grandi potenzialità espressive e documentative del linguaggio fotografico durante un viaggio in Nepal e in India, avvenuto nel 1982. Si iscrive al Circolo Fotografico ''L'obiettivo'' di Pordenone e, in quel contesto, nel 1984 conosce Gianni Berengo Gardin. Negli anni a cavallo tra il 1988 e il 1990, Rizzetto collabora stabilmente col Centro Studi e Ricerche per la Salute Mentale della Regione Friuli Venezia Giulia.

Qui ottiene i mezzi e le autorizzazioni necessari per completare il suo lavoro sui cosiddetti ''residui manicomiali''. Più tardi, Rizzetto inizierà un altro reportage a ''largo raggio'' circa la presenza sempre più invadente delle istituzioni nella vita dei cittadini. Al suo attivo ha diverse mostre personali e collettive, nonché la pubblicazione di proprie fotografie su riviste a carattere scientifico.

Inaugurazione 9 gennaio ore 18

Associazione Culturale La Roggia
v.le Trieste, 19 - Pordenone
Orario: mar-sab 16-19
Ingresso libero

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