Living on Earth. L'artista considera il dipinto ed il suo mondo interiore come un luogo dove la fiaba incontra la metafisica, e trae ispirazione dai portici e dalle piazze della capitale piemontese, che a loro volta ispirarono altri viaggiatori in passato tra cui Nietzsche, Henry James e de Chirico.
In Arco è lieta di presentare LIVING ON EARTH, terza mostra personale dell’artista
in galleria, introdotto nel catalogo da un testo di Alan Jones.
Tra i giovani pittori americani, emersi sulla scena internazionale all’inizio degli anni ’80,
DAVID BOWES ha riportato la figurazione pittorica all’interno delle gallerie
d’avanguardia; questo grazie ad una creatività libera da vincoli e condizionamenti
ideologici, gioiosa e lirica proprio perché al di fuori dagli schemi di un rigido concettualismo imperante nel decennio precedente.
DAVID BOWES è un insaziabile viaggiatore, in senso letterale e figurato, sempre
alla ricerca di luoghi – mentali e reali, dove ogni cosa si contamina con altre – dove,
come tanti artisti dal seicento ad oggi, l’Italia è stata la meta di numerosi suoi viaggi.
Le sue peregrinazioni lo hanno portato a soggiornare in tutta la Penisola, prima
— a Napoli e a Roma, poi a Firenze e a Palermo e – più di recente e ormai sovente –
a Torino. Durante ognuno di questi soggiorni così rappresentativi ha assorbito le
atmosfere e gli umori, accumulando impressioni che sono diventate un tutt’uno con
la poetica del suo lavoro artistico e che riemergono nelle sue opere,come di riflesso
in una serie interminabile di combinazioni di narrativa elusiva.
Questo spiega perché
egli consideri il dipinto ed il suo mondo interiore come un luogo dove la fiaba incontra
la metafisica, l’alure pittorica di stampo settecentesco fa tutt’uno con il decorativismo
di derivazione orientale, le figure della commedia dell’arte intavolano insoliti dialoghi
con santi, madonne e personaggi regali, sullo sfondo di architetture e paesaggi che
sconfinano tra occidente ed oriente. L’apparente idiosincrasia tra temi e linguaggi
genera un equilibrio che sul piano formale sottrae gli eventi ai canoni del bello, inteso
in senso classico, esprimendone un calcolato fuori-registro, una geografia complessa
di errori generati da una visione sincretica dell’esistenza.
Da questo punto di vista i
suoi dipinti si contrappongono, eludendola, all’angoscia esistenziale, che presuppone
inevitabilmente una concezione lineare del tempo. L’artista trae ispirazione dai portici
metafisici e dalle piazze della capitale piemontese, che a loro volta ispirarono altri
viaggiatori in passato tra cui Nietzsche, Henry James e de Chirico. A dimostrare
quanto l’affetto dell’artista per l’Italia sia corrisposto, basti pensare che alcune opere,
esposte in occasione di mostre in importanti gallerie statunitensi, sono ritornate
inevitabilmente alla propria fonte di ispirazione, per abbellire i muri delle collezioni
private in Italia. La natura morta e il paesaggio animato sembrano interscambiabili,
più emblematici che allegorici, né si potrebbero definire decorativi nel senso più
convenzionale del termine; sembrano arbitrari, senza però essere dichiaratamente
inquietanti.
Con i dipinti di DAVID BOWES sembra di trovarsi in una prova delle Feste
Galanti di Paul Verlaine, rievocata – attraverso la poesia d’atmosfera bucolica dei
quadri – quasi in un condensato di danza, musica poesia e pittura. Sono canzoni nel
senso rinascimentale del termine, diventando gli inni agli aspetti più belli della vita,
dove libertà ed innocenza si legano e diventano una personificazione del mondo. La
citazione colta, una costante nella sua pittura, oltre alla sua personale Arcadia – luogo
mentale in cui si proiettano quotidiane percezioni, tra un’ampia offerta di forme
e linguaggi rappresentativi – questa volta ci introduce in una famiglia di pulcinelli,
variamente impegnati in una fuga in Egitto, in una partita notturna di bocce o in lunghi
vagabondaggi montani, come dire da Giandomenico Tiepolo a Caspar David Friedrich.
Inaugurazione 14 Gennaio 2010, ore 18.30
Galleria In Arco
piazza Vittorio Veneto 1-3, Torino
ingresso libero