Gemme, architetture, riflessi. In mostra i sorprendenti Diamanti, e le serie dei Riflessi dove il gioco di luce e ombra sulla superficie dell'acqua sfiora la dimensione astratta. Completano l'esposizione le interpretazioni delle architetture di Carlo Scarpa a San Vito di Altivole.
Con la prima personale in assoluto di Serse in uno spazio pubblico a Venezia, la Galleria Contemporaneo vuole rendere omaggio ad una ricerca artistica che da più di venti anni rappresenta una delle più interessanti realtà dell’arte italiana. Concentrato esclusivamente sul disegno a grafite l’artista, triestino di adozione, ha prodotto negli anni una serie straordinaria di immagini che gli hanno valso l’inserimento nel volume Drawing edito dalla Phaidon Press, nonché la partecipazione a rassegne internazionali di grande rilievo.
Il suo lavoro è contraddistinto da una coerenza e riconoscibilità che ne fanno un unicum nell’odierno panorama nazionale. Non si tratta, nel suo caso, del disegno quale strumento classico per l’elaborazione dell’impalcatura invisibile di un dipinto, e non si tratta nemmeno dell’utilizzo che ne fanno molti artisti contemporanei come appunto visivo precario e fragile.
In Serse è l’opera nella sua assoluta compiutezza ad essere dovuta al solo disegno, al ‘non più di questo’ che il disegno rappresenta: strumento sottoposto ad una analisi vertiginosa che ne sonda tutte le potenzialità.
Dalla grafite di Serse è scaturita una delle più intense riletture del tema del paesaggio nell’arte contemporanea: mari, cieli di nubi, montagne altissime, boschi innevati. Cioè la dimensione non umana, sublime, della terra nella sua condizione elementare delle cose prime e ultime. Quasi fosse possibile sondare, attraverso la concreta materialità della grafite, l’anima minerale della terra, quella le cui trasformazioni avvengono su una scala temporale che non è quella umana.
Negli ultimi anni Serse ha approfondito ulteriormente quanto poteva essere incluso, o comunque riportato, a quella grafite che ne ha segnato la carriera. Ecco allora i Riflessi, la cui descrizione minuziosa del carattere cangiante e instabile della superficie dell’acqua rasenta la dimensione astratta. Il richiamo alla condizione minerale della grafite si traduce anche nella stupefacente serie dei Diamanti, la cui forma perfetta e inalterabile rimanda all’origine cristallografica delle forme primarie della geometria e del costruire.
Non è dunque un caso se l’artista ha deciso di confrontarsi anche con l’architettura vera e propria, cioè con la perfezione del costruito da cui traspare il senso di un’altra perfezione. I lavori che Serse ha dedicato all’opera di Carlo Scarpa, in particolare alle tombe di Brion, lavori di cui la Galleria Contemporaneo presenta una serie ancora inedita, sono fra le più intense reinterpretazioni dell’opera del grande architetto.
In collaborazione con Galleria Continua di San Gimignano, Bijing, Le Moulin.
Serse Nato a San Polo del Piave nel 1952. Vive e lavora a Trieste.
Immagine: Riflessi, 2007, graphite on paper
Inaugurazione Sabato 23 gennaio 2010, h18
Galleria Contemporaneo
Piazzetta Mons. Olivotti 2 (via Piave) 30171, Mestre-Venezia
Orario di apertura martedì - sabato 15.30 - 19.30
chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero