Il fotografo Vincenzo Castella propone i due video "Cronache da Milano" e "Amsterdam" e fotografie di grandi dimensioni. Le sue immagini sono panoramiche urbane che trasmettono un senso di inquietante intimita'. Stuart Arends in 'The pdf series' espone sculture recenti in cera: parallelepipedi di piccolo formato che sembrano riassumere i colori del paesaggio del New Mexico.
Stuart Arends
The pdf series
A nove anni dalla prima mostra in galleria, Stuart Arends torna a Studio la Città con i
suoi più recenti lavori. Nei parallelepipedi di piccolo formato è come se l’artista americano
(1950) riassumesse, cogliendone l’essenza più profonda, i colori del paesaggio,
dei cieli, che quotidianamente lo circondano nel New Mexico, dove Arends vive ormai
da molto tempo.
Negli anni l’artista americano, nato nell’Iowa, ha utilizzato per i suoi lavori diversi materiali:
legno, acciaio, cera. Questi recenti lavori, invece, sono interamente costituiti da cera,
quasi a sottolineare la leggerezza e la trasparenza dell’opera in relazione allo spazio espositivo,
con il quale entra in un profondo rapporto dialettico. La luce penetra nei parallelepipedi,
si insinua nella materia, rispecchiando la dimensione esterna, che entra, a pieno
titolo, a farne parte.
Angela Madesani
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Vincenzo Castella
city ['siti]
In mostra i due video "Cronache da Milano" e "Amsterdam" — in large format negative — e fotografie di grandi dimensioni.
Le sue immagini sono strane panoramiche urbane riprese dall’alto che lasciano un senso di inquietante intimità. La città si presenta compatta e anonima ma al tempo stesso molto evocativa e vicina.
Disponibile in galleria l’ultima pubblicazione di Vincenzo Castella "SITI. 98-08", Baldini
Castoldi e Dalai Editore.
Annunciate nell’ultima sezione della raccolta “Photo Works” del 2003, le foto panoramiche di Vincenzo Castella sono ora il soggetto della sua ultima pubblicazione. SITI si presenta come una sorta di atlante urbano che raccoglie in modo sistematico la ricerca sviluppata dall’autore negli ultimi dieci anni: una campionatura plurale e insieme omogenea che ritrae città del Nord Europa e del Mediterraneo: Colonia, Amsterdam, Berlino, Milano ma pure Marsiglia, Ramallah, Gerusalemme, Atene, tra le altre.
Ci si orienta in una foto di Vincenzo Castella come ci si smarrisce in una città di cui abbiamo perduto, con sorpresa, le coordinate. Eppure queste immagini di Castella non sono altro che scenari urbani. Il punto di vista è soprelevato, la veduta è prospettica, lo spazio sembra ridursi ad una topografia decifrabile e leggibile. Ma la presa panottica sulla realtà che dovrebbe garantirci un’unità stabile e totale, ci rivela - al contrario - un altro ordine di spazialità: un insieme di possibilità simultanee, frammenti di traiettorie plausibili, deviazioni improvvise, resistenze inafferrabili che sfuggono a ogni forma di classificazione dello spazio. Le immagini urbane di Castella lasciano riaffiorare tutto ciò che la rappresentazione panoramica, per statuto, esclude e sopprime: la città abitata, le sue procedure impercettibili, le sue funzioni reali, lo spazio vissuto. E’ come se una sorta di vertigine si insinuasse sulla superficie orizzontale che satura, attraverso la sovrapposizione delle stratificazioni architettoniche, il campo visivo dell’immagine.
I grandi frammenti urbani di Castella si presentano sempre come l’effetto architettonico di movimenti dal basso che si sovrappongono alla regolarità disciplinata della scacchiera e del piano: ne fanno il risultato di ridistribuzioni di funzioni, di metamorfosi continue, di accumulazioni lente. Dietro ogni strato ce n’è sempre un altro che ne rivela un altro ancora, secondo concatenamenti diversi, molteplicità non riducibili ad un ordine, sistemi acentrici. Castella legge i percorsi e le traiettorie urbane come le trame di un racconto e, come le trame narrative per Viktor Sklovskij sono nomadi, così anche quelle urbane ritornano con le stesse matrici spaziali a diverse latitudini e longitudini, quasi fossero una sorta di inconscio urbano, una narrazione conosciuta ma taciuta. Andare da una immagine all’altra del libro SITI è come fare un viaggio immobile, non in transito, all’interno di una sola città. Ma anche l’atto di guardare una foto da sempre, per Castella, equivale al “poter entrare più volte nella stessa stanza e stabilire diversi centri significativi in una dimensione che pure sembra immobile sulla carta”.
In SITI le maglie urbane di Torino e di Amsterdam, gli isolati di Le Havre e Berlino, gli insediamenti di Napoli e Gerusalemme si sovrappongono nello sguardo, si concatenano tra loro secondo un movimento di ripetizione e differenza in cui non ci sono copie, analogie etc, ma un insieme innumerabile di singolarità, di molteplicità, di divenire. Non ha detto Deleuze che il vero nomadismo è quello di colui che non si muove?
Marco Scotini
Immagine: Vincenzo Castella, serie drawing room
Presentazione del libro 23 gennaio ore 11.30
Inaugurazione mostra 23 gennaio ore 18
Studio La Citta'
via Lungadige Galtarossa, 21 - Verona
Orario della galleria martedì - sabato, 9-13 / 15:30 - 19:30
Ingresso libero