Betalend. L'artista sembra spianare una strada che trasversalmente attraversa il tempo. Le sue sculture rammentano antiche storie e allo stesso tempo diventano messaggio quotidiano.
Arrivato alla terza personale nella Galleria Ferranti, Fagioli riesce a stupirci di nuovo. La sua arma resta la stessa: l’esattezza della scultura bianca e l’invadenza del mondo contemporaneo che la plasma, la soggioga. Un rapporto ambivalente, un cortocircuito dove entrambe le forze – la forma classica e il mondo moderno - sono dominanti, si trasformano e si rinforzano a vicenda, rinascendo in una commistione rivelatoria.
Dopo averci portato al cospetto di minacciose figure e poi nel bel mezzo di una gran tempesta, stavolta l’artista sembra spianare una strada che trasversalmente attraversa il tempo, conducendoci ancora più in là, ma non esattamente lontano, bensì più a fondo. La scultura del tetramorfo rammenta un’antica storia nell’imperiosità dei suoi profili ma si traveste da segnale stradale, diventa messaggio quotidiano; sotto, una targa che recita “betalend”: pagante.
Un monito di senso obbligato? Un segnale di pericolo? Una direzione possibile? La molteplicità di direzioni non è che la possibilità di scelta e la capacità dell’uomo moderno di fare i conti con gli obblighi, i retaggi, le credenze, le speranze e i dubbi dell’essere. La soluzione di Fagioli a questa commistione, alla confusione umana davanti all’imminenza di un presente impregnato di passato, è uno spasmo, un immagine certa eppure stravolta dall’inconsistenza di ogni lapidaria certezza.
Inaugurazione 3 febbraio ore 18.30
Galleria Ugo Ferranti
via de' Soldati, 25A - Roma
Orario: martedi' - venerdi' 11-13 e 16-20
Ingresso libero