Il Tao della pittura. L'artista utilizza intensamente i colori e le forme, stabilendo pero' un flusso dinamico che l'occhio non puo' fermare in rappresentazioni fisse. Satvat ha chiamato Mu-painting il suo stile pittorico, con riferimento al 'mu' che e' stato spesso utilizzato dai maestri zen per dichiarare l'inesprimibile.
VersOriente è lieta di ospitare un evento in esclusiva: la personale ''Il Tao della pittura'' di Satvat Sergio Della Puppa, pittore, scultore, scrittore ed artista orafo In occasione del vernissage verrà presentato l’omonimo libro, con un’intervista all’autore che metterà in luce i segreti della sua arte! Il Tao della Pittura pone a confronto le scoperte dei fautori della pittura moderna con le rivelazioni spirituali degli antichi maestri orientali, trovando molte illuminanti corrispondenze.
Non è stato Infatti casuale che i grandi pittori del Novecento siano stati fortemente attratti dall’arte dell’Estremo Oriente: superando i vincoli dogmatici, essi hanno ricercato nell’arte una diretta esperienza della rivelazione spirituale, come tanto tempo prima avevano fatto gli artisti taoisti e zen. Perciò, in modo più o meno cosciente, si sono trovati a condividere molte intuizioni simili. L’arte è lo specchio in cui l’anima sperimenta, comprende ed alchemizza se stessa, ricevendo ispirazione, perciò la meditazione del Tao della Pittura non è riservata agli amanti dell’arte, bensì è un invito volto a chiunque desideri approfondire la conoscenza del Sé.
Un’opera d’arte non chiama ad un apprezzamento esteriore, bensì ad una sensitiva riflessione interiore, che è potenzialità e tesoro di ogni essere umano. L’arte non parla di altro, ma precisamente di noi stessi, e del Tao di cui non è possibile parlare, ma che può essere riflesso dal mushin (la non-mente meditativa dal cinese wu-xin) che feconda la creatività dell’artista.
Satvat ha chiamato Mu-painting il suo stile pittorico, con riferimento al mu che è stato spesso utilizzato dai maestri zen per dichiarare l’inesprimibile. Mu-painting potrebbe tradursi come “pittura del vuoto”, che è però un vuoto pieno di Essere, straripante oltre ogni limitazione. Questa pittura utilizza intensamente i colori e le forme, stabilendo però un flusso dinamico che l’occhio non può fermare in rappresentazioni fisse, per cui si giunge ad apprezzare la danza delle correnti del mutamento.
E’ un’espressione metamorfica la cui contemplazione tende ad evidenziare la testimonianza interiore dell’osservatore, stimolando l’intuizione e lo stupore meditativo.
La percezione dell’uomo contemporaneo è per lo più incapace d’assaporare il Vuoto spirituale che i pittori estremorientali manifestavano con un sentimento d’assenza; per cui oggi la pittura deve presentare immagini estremamente ricche, ''piene ma piene-di-vuoto'', che sappiano attrarre lo sguardo arretrando d’un passo, mantenendo un flusso armonico che evidenzi il nesso meditativo.
Per riuscire in questo, l’artista deve meditare sulla propria opera, realizzandola con la sapienza del colore e della forma ma in un non-fare che sia assolutamente spontaneo ed ispirato. Operando in tal modo, i colori si fanno brillanti per riscattarci dal grigiore, e le forme assumono una circolarità che riflette il dinamismo dell’energia interiore.
Haiku - fioritura d’inverno
Evoluzioni di draghi
Satvat Sergio Della Puppa lavora come pittore, scultore, scrittore ed artista orafo; inoltre insegna pittura meditativa, arteterapia e scrittura creativa. Ha pubblicato i libri Cristalli, il potere della Luce (1999) edizioni del Cigno, L’Artista Interiore (2005) Xenia edizioni, Il Tao della Pittura (2009) Bastogi editore. La sua ricerca artistica e spirituale lo ha condotto anche ad un’intima conoscenza della filosofia e dell’arte orientale; infatti egli ha congiunto l’esperienza artistica con quella meditativa, ritrovando la genuina forza ispirativa che l’arte contemporanea ha equivocamente sacrificato ad una concettualità fuorviante. Con tale prospettiva, è stato naturale ripercorrere, in modo originale, sia le esperienze più vitali dell’arte moderna occidentale, sia quelle dell’antica arte orientale, come la pratica del mandàla, la pittura taoista e quella zen. Tutto ciò è visibile nel lavoro di Satvat, ed è stato efficacemente presentato nel suo ultimo libro Il Tao della Pittura.
Inaugurazione: Venerdì 5 febbraio ore 18.30
VersOriente
vicolo Cellini 17, altezza p.za della Chiesa Nuova, corso Vittorio Emanuele, Roma
0rario: Lunedì h 15:30-20, dal Martedì al Venerdì h 10-20, Sabato h 10-14
ingresso libero