91mQ art project space
Berlin
Landsberger Allee 54
+49 (0)163 5473412 FAX
WEB
Ugo Locatelli
dal 5/2/2010 al 28/2/2010

Segnalato da

Elena Bellantoni


approfondimenti

Ugo Locatelli



 
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5/2/2010

Ugo Locatelli

91mQ art project space, Berlin

Atlante reale - Mappa del mondo interiore. L'atlante e' suddiviso in sette aree tematiche che generano trentacinque tavole a struttura modulare. I temi sono la luce, il suono, la forma, il cammino, l'albero, la pietra, il ponte.


comunicato stampa

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Se le porte della percezione fossero liberate,
ogni cosa apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinita.
William Blake

Qualsiasi cosiddetta realtà è molto più incerta di quanto appare: la nostra visione non è una semplice immagine di ciò che si trova fuori di noi, ma viene anche determinata dal nostro ‘mondo interiore’, dai processi mentali ed emozionali attraverso i quali osserviamo e costruiamo il reale.
“Areale” è un termine che generalmente indica, come aggettivo o sostantivo, la natura o l’identità di una certa area. Per Locatelli diventa, dal 1997, un laboratorio nel quale l’a-reale è un campo sensibile e sfumato, in cui l’apparenza visibile è la superficie di una profondità.
In quest’ ottica è stato progettato l’Atlante areale, che viene presentato in anteprima nello spazio di 91mQ. E’ una rete viva di legami fra i testi visivi, verbali e sonori che lo costituiscono. Una cartografia aperta, in cui ogni osservazione genera una nuova esperienza dello sguardo, un’estensione della ‘mappa del mondo interiore’.

Rovescia il concetto tradizionale secondo il quale le tavole rappresentano i segni della terra, da quelli naturali a quelli costruiti dall'uomo: qui sono invece un “pluriluogo” iniziale, un ipertesto che interagisce con il repertorio emotivo e cognitivo dell’osservatore, diverso da persona a persona come le impronte digitali. In questa prospettiva le relazioni e le risonanze che si possono produrre sono infinite e ogni lettore, con il suo guardare e interpretare, diventa un coautore.

Le tavole dell’atlante non sono ‘finite’, ma sensibili: sono come isole mobili del nostro arcipelago interiore. Integrate da contributi critici e da un ‘glossario’, sono in qualche modo analoghe alle antiche mappe: strumenti di lettura e interpretazione del mondo, utilizzati dagli esploratori per scoprire luoghi sconosciuti o per individuare nuove caratteristiche di un luogo già noto.L’atlante è suddiviso in sette aree tematiche che generano trentacinque tavole a struttura modulare. I temi sono la luce, il suono, la forma, il cammino, l’albero, la pietra, il ponte.

Nell’Atlante areale ogni immagine può entrare in risonanza con altre e migrare in tutte le direzioni: allargando lo sguardo delle proprie possibilità, influenzando-influenzandosi. Qualunque frame di una tavola è il possibile centro di un’altra. Così l’atlante diventa una geografia fluida di forme-pensiero, e ogni frame una sorta di germoglio mentale: un processo generativo che non può mai essere considerato finito o finale.
Gli elementi visivi dell’atlante hanno origini e caratteristiche diverse: foto-grafie fatte dall’autore, recenti e non; fotografie delegate ad altri, o scelte nei loro archivi; metafotografie, vale a dire immagini mentali in forma di disegni e schemi che visualizzano un’idea (un pensare figurato), o qualcosa che non è - o non era - fotografabile.

Il linguaggio fotografico non viene utilizzato per ottenere una testimonianza sul mondo visibile, ma come strumento di riflessione e consapevolezza dello sguardo che esplora, e come metodo operativo per decostruire il soggetto ed entrare in contatto con l’inconscio ottico.

Opening il 6 Febbraio dalle 19:00

91mQ art project space
Landsberger Allee 54 - Berlin
Ingresso libero

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Ugo Locatelli
Areal Atlas - Inner world map

"If the doors of perception were cleansed, every thing would appear to man as it is, infinite". William Blake

Reality is much more uncertain than it appears. The ways in which human beings perceive the reality, on the basis of their own culture and experience, are countless.

Whether as adjective or as substantive, the Italian term Areale refers to the nature or the identity of an area; for the author, it becomes an approach that suggests a "suspended reality" – i.e. a blurred area between the real and the unreal – and that considers the appearance as "the surface of profundity".

Areal represents an area of sensible indeterminateness, a fluid filigree, where the sense of possibility may be seen – the possibility that forms and signs of reality different from the apparent one may unveil our way of looking at things.

Areal Atlas is a dynamic network constituted of relations between visual-verbal texts and soundtracks. It is an ongoing cartography, in which each and every observation generates a new visual experience as well as an extension of "the map of the inner world": a snapshot among the unlimited possible ones.

Areal Atlas challenges the traditional view of map-making in which the geological symbols are distinguished from other types of cartographic symbols, such as the symbols of the built environment. Atlante Areale proposes a "multi-place", a hypertext that interacts with the emotions and cognitions of the observer, which are different from person to person, just like fingerprints. Likewise, the relationships and resonances that can be generated are unlimited, and thus each reader, through his/her own way of looking at and interpreting, becomes a coauthor.

The tables are not static. On the contrary, they have a sensitive nature: like mobile islands in our inner stream. The charts are complemented by critical contributions and a "glossary", and resemble ancient maps: a device for reading and making sense of the world, used by explorers to discover uncharted places or to identify new characteristics of a known location.

The atlas is divided up into 7 thematic areas, which include 35 charts with a modular structure. The 7 themes are: light, sound, form, route, tree, stone and bridge.

In the Atlante areale, each and every image may begin to resonate with the others and move in any direction, and in so doing, broadening one's view: exerting a continuous and reciprocal influence. Whichever frame of a chart is potentially the centre of another chart.

Thus, the atlas becomes a fluid geography of "thought-forms", where each frame is a sort of mental sprout: a generative process that can never be considered final or conclusive.

The visual elements of the atlas come from different sources and have specific characteristics: photographs personally taken by the author, commissioned photographs or photographs selected from archives of other artists/photographers as well as meta-photographs, i.e. drawings based on mental images that visualizes an idea (a figurative thinking) of something which is not or was not – photographable.

The photographic language is not used in order to provide an account of the observable world, but as a tool for reflection on, and awareness of, our explorative view as well as an operative method to deconstruct the subject and to get in touch with our optical unconscious.

Atlante Areale can be presented in different ways depending on the available context, specific objectives and resources: automatic video-projection or commented projection, touch screen, interactive media, exhibition of charts and/or frames.

The 6th February 2010 from 7pm

91mQ
Art project space
Landsberger Allee 54 - 10249 Berlin
Free

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