Into. L'artista focalizza la sua ricerca sulla forma interna e sulla struttura dei corpi, per addentrarsi nella contemplazione dell'idea di attivita' come generatrice della materia.
Testo critico di Cristiana Perrella
Ad inaugurare l’attività del 2010 è Into, seconda esposizione di Shin il Kim, artista coreano residente a New York: un approfondimento del percorso incominciato nel 2007 con la prima personale in Italia, Active Anesthesia.
La ricerca di Shin il Kim continua a concentrarsi sul perseguimento di uno stato attivo dell’essere nelle condizioni di passività e di inattività, da lui giudicato come sostanziale della vita quotidiana.
In questa mostra l’artista focalizza la sua ricerca sulla forma interna e sulla struttura dei corpi, per addentrarsi in profondità nella contemplazione dell’idea di attività come generatrice della materia. Come in tutta la sua opera, anche nei nuovi lavori, traspare l’influenza della filosofia buddista, in particolar modo nella pratica della meditazione analitica, con la quale esamina l'importanza delle relazioni che definiscono l'esistenza, esplorandone i suoi più delicati equilibri. Sono, infatti, gli elementi mancanti, invisibili, a dare la percezione dell’opera e a renderla leggibile da un punto di vista interno rispetto a una visione esterna del mondo. Gli elementi del microcosmo, come atomi, quark, nervi, vene, ossa, sangue diventano protagonisti, assumendo le sembianze di una classicità contemporanea e tracciando un collegamento tra le radici arcaiche dell’uomo e la loro persistenza nel presente.
La declinazione estetica del lavoro tende il più delle volte al minimalismo. Il confine labile tra materiale e immateriale, visibile ed invisibile, trova corrispondenza nella contaminazione dei medium espressivi impiegati: disegni e luci che si trasformano in sculture, come in Duration to Intuition o immagini statiche che diventano puro movimento come nell’opera Inner Echo. In Duration to Intuition, la luce prodotta dal monitor e dalla proiezione si scompone creando una frammentazione visuale che si espande a partire dalle diverse sorgenti video. Le luci diventano parti attive dell’opera e offrono inediti punti di vista e significanti per lo spettatore, che a sua volta è portato a partecipare attivamente alla comprensione dell’opera.
Preview 11 febbraio ore 18.30
Galleria Riccardo Crespi
Via Mellerio 1, Milano
Orari Lunedì - Sabato h. 11-13; 15 - 19.30
ingresso libero