Il nome riprende il titolo di una canzone popolare greca, uno scioglilingua probabilmente utilizzato da sacerdoti pagani e ripetuto in salmodie, reinterpretato dall'artista fluxus Demetrio Stratos. In mostra le opere di Athanasios Argianas, Sophie Bueno-Boutellier, Giulio Frigo, che trasformano la galleria in una caverna drammatica. L'inserimento in mostra di alcuni oggetti come un piccolo magnete che respinge i campi vettoriali, le mappe cosmiche della guaritrice svizzera Emma Kuntz o gli studi sulle maree di Maria Thun, propongono una lettura espansa nel tempo e in altre dimensioni.
Cometa Rossa è una mostra che parla di campi magnetici, di forze e di dinamiche non sensibili nello spazio espositivo.
Il nome riprende il titolo di una canzone popolare greca, uno scioglilingua probabilmente utilizzato da sacerdoti pagani e ripetuto in salmodie; l'artista fluxus, ricercatore fonetico e cantante Demetrio Stratos, ha analizzato la sintassi e il ritmo di questo fonema che parla della cicala e del suo doppio. I suoni emessi da questi insetti venivano un tempo visti come teofania, manifestazione divina nel reale.
Gli studi sull'uso della voce che Stratos ha applicato in Cometa Rossa sono una spiegazione quasi empirica e palpabile del suono come massa, l'onda ed il flusso che si propaga nello spazio come forma emotiva che si sposta all'infinito.
Una mostra è essenzialmente un campo di forze in uno luogo determinato. Cometa Rossa vuole analizzare il ritmo fra le cose, comprendendo come la collocazione di un'opera d'arte sia una parte importante dell'opera d'arte stessa e una mostra, a sua volta, divenga una forma, una "nuova spazialità" finora ignota e riproducibile in scale di grandezza infinitamente piccole ed in spazi cosmici enormemente grandi.
All'interno di questa logica la galleria diventa una caverna drammatica dove il suono, l'espressione, la forma, la velocità e l'attrazione sono solo il lato percettibile di un potere spirituale che le leggi fisiche sottendono.
Le opere all'interno dello spazio espositivo disvelano le loro potenzialità simboliche, diventano pure immagini, possono essere fatte proprie dallo spettatore e, in una sorta di trasmissione telepatica, attraverso il passaggio intermedio della forma concreta, passano dall'essere un'idea nella mente dell'artista all'essere un'idea nella mente di qualcun altro.
L'inserimento in mostra di alcuni oggetti come un piccolo magnete che respinge i campi vettoriali, le mappe cosmiche della guaritrice svizzera Emma Kuntz o gli studi sulle maree di Maria Thun, propongono una lettura espansa del tempo e delle altre dimensioni nei luoghi espositivi.
Athanasios Argianas
Nasce nel 1976 ad Atene, Grecia.
Tra le sue ultime mostre ricordiamo quelle presso: Max Wigram Gallery, Londra; Arcade Fine Arts, Londra; Serpentine Gallery, Londra; L'Arquebuse, Ginevra; Manifesto Marathon, a cura di Hans Hurlich Obrist, Serpentine Gallery, Londra; Deste Foundation, Atene; 2nd Athens Biennal, Atene.
Vive e lavora a Londra.
Sophie Bueno-Boutellier
Nasce nel 1974 a Tolosa, Francia.
Ricordiamo tra le sue recenti esposizioni quelle presso: Circus, Berlino; Galerie Carlos Cardenas a Parigi; Chert a Berlino; Groupe Galeries Lafayette, Parigi; Galerie Air de Paris a Parigi e Fondation d'entreprise Ricard pour l'art contemporain, Parigi.
Vive e lavora a Berlino.
Giulio Frigo
Nasce nel 1984 ad Arzignano, Italia.
Ha recentemente esposto presso: Form Content, Londra, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Brown Project Space, Milano; Viafarini, Milano; La Strozzina, Firenze (su proposta di Andrea Bellini).
Vive e lavora a Milano.
Inaugurazione 10 febbraio ore 18.30
Fluxia
via Ciro Menotti,9 Milano
Orario: dal martedì al sabato ore 14.30-19 e su appuntamento