In mostra una cinquantina di opere, in un percorso che vuole essere un omaggio al libro, inteso 'come creazione che cristallizza una storia, un'idea'.
La Galleria della Biblioteca Angelica, dal 13 al 28 febbraio 2010, ospiterà l’ultima produzione pittorica dell’architetto Andrea Ruffolo, accompagnata da una serie di disegni raccolti negli anni.
In mostra, una cinquantina di opere, in un percorso che vuole essere un omaggio al libro, inteso “come creazione che cristallizza una storia, un’idea” e, grazie al quale, scrive Ruffolo, “nei miei dipinti o disegni ritrovo quei frammenti che alla storia (o a quell’idea) appartengono, cristallizzati in forme a me familiari e che mi piace ricordare”.
Tra queste spiccano le opere dedicate al “Libro dei libri”: la “Divina Commedia” di Dante, raffigurata dall’artista in modo da racchiudere in singoli dipinti, interi canti o l’opera integrale. Ma anche, i riferimenti alle Sacre Scritture, con quadri ispirati al Vangelo con immagini ispirate da versetti desueti o reinterpretando in un singolo dipinto, parole uniche per la loro umanità e quindi forza letteraria. E ancora, alcuni “ritratti” frammentati di Sibille e Profeti, intesi come scrittori mitici del passato occidentale, giudaico e classico, che Michelangelo ha immortalato nella volta della Sistina, dove la potenza Michelangiolesca del dettaglio la rende anch’essa un racconto nel racconto. A queste si aggiungono storie più leggere come la “Giornata di un pallone gonfiato”, “Just married, just divorced”, “L’uccello dalle uova d’oro nel mese di agosto” (favola zen) o il “Quattro week-end quasi romantici”; “I grandi week-end specchiati”; “Il giardino dei giochi impossibili”.
Nel testo critico, “Andrea Ruffolo: Shéhérazade e le mille e una notte”, a cura del professore Carmine Benincasa, viene ricordato quanto “al dominio spietato di un pensiero unico, l'architetto artista Andrea Ruffolo reagisce con una pittura che procede per frammenti, con la polverizzazione di micronarrazioni del vivere quotidiano. La storia non è più nel tutto e nell'unico ma – come scriveva Dionigi l’Aeropagita - il tutto è nei frammenti”.
Ed è proprio questa qualità innata delle opere di Ruffolo che invita il pubblico ad apprezzare l’immaginario narrativo e comunicativo delle rappresentazioni che rievocano la dimensione della favola: “con la moltiplicazione della composizione e unitarietà dei suoi molteplici eventi isolati in frammenti – che invitano- a pensare alle gravidanze di racconti, dentro narrazioni continue, proprie di Shéhérazade nel Le mille e una notte" (C. Benincasa).
Come un serpente che si morde la coda, un caleidoscopio che riflette mille piccole parti e infiniti colori che rimandano le figurazioni di una storia, i dipinti di Ruffolo si rivelano come un puzzle, quello della vita, da ricostruire incessantemente, attraverso gli anni, i ricordi, la memoria, e dove non si possono eludere le ripetizioni. Al di là del racconto, il disegno è irrituale nella libertà compositiva. L’ambiguità del piano iconico viene sempre perennemente ribaltata tramite una proiezione assonometrica, che Ruffolo padroneggia grazie alla professione di architetto; mentre l’ironia e l’auto-ironia - di una persona colta come Ruffolo - permangono sull’asse ipermediale.
Ufficio stampa: carlotta.deglinnocenti@virgilio.it
0039.328.181.46.68
Inaugurazione Sabato 13 febbraio 2010, ore 18
Galleria della Biblioteca Angelica
via Sant’Agostino,11- Roma
Orario: lu-ve-sa: 10,30-13,30, ma-mer-gio:10,30-18,30
ingresso libero