Jannis Kounellis
Pino Pascali
Mario Merz
Luciano Fabro
Pierpaolo Calzolari
Giovanni Anselmo
Gilberto Zorio
Giuseppe Penone
Emilio Prini
Marisa Merz
Piero Manzoni
Enrico Castellani
Giuseppe Uncini
Francesco Lo Savio
Agostino Bonalumi
Salvatore Scarpitta
Getullio Alviani
Gianni Colombo
Carla Accardi
Piero Dorazio
Achille Perilli
Pietro Consagra
Alberto Burri
Giuseppe Capogrossi
Ettore Colla
Atanasio Soldati
Bruno Munari
Gillo Dorfles
Prampolini
Lucio Fontana
Luigi Milani
Roberto Crippa
Gianni Dova
Enrico Baj
Sergio Dangelo
Vincenzo Agnetti
Gabriele Basilico
Alighiero Boetti
Sandro Chia
Giuseppe Chiari
Francesco Clemente
Enzo Cucchi
Gino De Dominicis
Nicola De Maria
Alberto Garutti
Luigi Ghirri
Emilio Isgro'
Ketty La Rocca
Corrado Levi
Carlo Maria Mariani
Davide Mosconi
Maurizio Nannucci
Luigi Ontani
Mimmo Paladino
Giulio Paolini
Alfredo Pirri
Michelangelo Pistoletto
Ettore Spalletti
Salvo
Franco Vaccari
Luigi Cavadini
Bruno Cora'
Giacinto Di Pietrantonio
Forme d'arte in Italia 1947 - 1989. La mostra inserisce le espressioni artistiche nel contesto culturale, sociale economico di decenni cruciali per l'Italia: quelli dall'immediato dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Il percorso espositivo si articola in tre luoghi secondo una successione temporale che assegna al Museo d'arte contemporanea di Lissone le opere degli anni dell'immediato dopoguerra fino al 1958, alla Rotonda della Besana di Milano quelle del periodo 1959-1972 e alla GAMeC di Bergamo degli anni piu' dal 1973 al 1989. Progetto e cura delle mostre di Luigi Cavadini, Bruno Cora' e Giacinto Di Pietrantonio.
Una grande mostra per descrivere e interpretare quarant'anni di storia italiana. Avendo nell'arte il punto focale, inserendo però le espressioni artistiche nel contesto culturale, sociale economico di decenni rivelatisi cruciali per l'Italia: quelli dal 1947 al 1989, dall'immediato dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Sono stati gli anni della ricostruzione dopo una guerra tra le più devastanti, ma anche del celebrato "miracolo italiano", gli anni della contestazione e del terrorismo, gli anni complessi della Guerra fredda. Anni comunque fondamentali anche per capire ciò che è l'Italia di oggi, nell'economia, nella politica e, a suo modo, anche nell'arte.
Per la prima volta in modo organico una grande mostra cerca di fare il punto su quel periodo magmatico, contraddittorio e vivo come pochi, tentando fra l'altro di verificare come nel corso di quei quarant'anni, l'arte abbia influenzato la società.
Emblematico il titolo della rassegna: "Il Grande Gioco. Forme d'arte in Italia 1947 - 1989", dove il "grande gioco" evoca ruoli, richiama esperienze, suggerisce relazioni, ma soprattutto intende sottolineare come il divenire della storia e dell'arte non possano essere affrontate per comparti, ma debba essere letto nelle interazioni e nelle rispettive e reciproche influenze.
Per realizzare una così importante rassegna tre realtà hanno unito gli sforzi: Il Comune di Lissone con il suo Museo d'arte contemporanea, il Comune di Bergamo con la GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea e il Comune di Milano - Cultura, con i suoi spazi della Rotonda di via Besana, strettamente affiancate dall'Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. L'ideazione del progetto e la cura delle mostre sono di Luigi Cavadini, Bruno Corà e Giacinto Di Pietrantonio.
"Il Grande Gioco. Forme d'arte in Italia 1947-1989 - scrivono i curatori - fa il punto sulla ricchezza di ricerche ed esiti conseguiti nel quarantennio corrispondente al periodo ormai universalmente definito della Guerra fredda mediante la sperimentazione di nuovi mezzi e di nuovi territori estetici da parte dell'arte e le relazioni, le confluenze e/o influenze instauratesi in molti casi con architettura, cinema, design, editoria economia/industria, fotografia e fotogiornalismo, società, teatro, televisione. Si tratta di una trasversalità che recupera, ravvivandola a partire dal secondo dopoguerra, la ricchezza dell'esperienza futurista, che intendeva entrare nei vari campi espressivi e sociali della realtà.
Negli anni dell'immediato dopoguerra gli artisti cercano di riprendere percorsi spesso interrotti dalla loro partecipazione al conflitto o, comunque, di ravvivare la propria ricerca e di dare ad essa una nuova visibilità. Dei due percorsi figurazione-astrazione il filone figurativo, stando agli effetti prodottisi nei decenni successivi al dopoguerra, non sembra avere sbocchi fecondi nella società alla quale peraltro ambiva, mentre la ricerca astratta si va espandendo e ramificando in vari filoni.
Proprio su questa "storia" si soffermano le mostre, per la sua diversificata evoluzione, per le conseguenze decisamente ampie che avrà sulla ricerca dei decenni successivi e per le relazioni che si instaurano con i vari aspetti della cultura e della società e dell'economia dell'epoca. Le forme dell'arte e delle neoavanguardie si diffondono nella realtà, diventano vita, anche se la maggior parte delle persone non ha consapevolezza da dove quelle forme provengano".
La mostra si articola sui tre spazi espositivi secondo una successione temporale che assegna al Museo d'arte contemporanea di Lissone le opere degli anni dell'immediato dopoguerra fino al 1958, alla Rotonda di via Besana di Milano le opere del periodo 1959-1972 e alla GAMeC di Bergamo quelle degli anni più recenti, dal 1973 al 1989.
1947-1958
al MAC (Museo d’Arte Contemporanea) di Lissone
In un decennio in cui il Paese cerca di reagire ai postumi della guerra, in un crescendo che sfocerà nel "miracolo economico" cui guardiamo con nostalgia, l’attenzione si concentra sulle esperienze più significative sviluppatesi sui due poli Roma-Milano coinvolgendo gli artisti di Forma 1 e Origine, da una parte e quelli del MAC e dei movimenti nucleari e spaziali dall’altra, oltre a situazioni analoghe di altre parti d’Italia.
La presenza di artisti come Accardi, Dorazio, Perilli, Consagra, Burri, Capogrossi, Colla, Soldati, Munari, Dorfles, Prampolini, Fontana, Milani, Crippa, Dova, Baj, Dangelo e altri ancora, indica una varietà di proposte che si amplia quando questi stessi artisti interagiscono con gli architetti, i designer, il mondo dello spettacolo, l’industria e la moda, inserendosi in una società in rapida evoluzione dove vanno via via comparendo oggetti come la Lettera 22 di Olivetti, la Lambretta e la Vespa o, ancora, la Fiat 500, che da soli potrebbero tracciare un ritratto della società che muta.
E nel frattempo la platea dell’immagine trova altri sbocchi, confluendo in un mezzo destinato a segnare profondamente i decenni successivi, la televisione, la cui novità si trova a competere con edifici di grande impatto nella città, come, ad esempio il grattacielo Pirelli o la Torre Velasca, o, più semplicemente, con tessuti d’arredo su cui si disperdono le forme geometriche o le non-forme di artisti che nel mondo dell’astrazione trovano elementi espressivi di particolare vitalità.
1959-1972
alla Rotonda di via Besana, Milano
Nell’arco temporale che si estende tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Settanta, sono numerose le novità in ambito artistico e culturale che concorrono a dare corpo e una relativa mitologia agli esplosivi anni Sessanta. E se tra il ’59 e il ’60 nei cosiddetti anni ‘cerniera’ si fa strada una generazione artistica impegnata a definire una nuova concezione dell’opera, svincolata dalle nozioni di ‘dipinto’ e ‘scultura’ e piuttosto incline a formalizzare secondo libere dimensioni l’oggetto artistico – si distinguono in tale azione artisti come Manzoni, Castellani, Uncini, Lo Savio, Bonalumi, Scarpitta, Alviani, Colombo e altri - nel corso dei restanti Sessanta non sarà meno dinamico e prodigioso sia l’ambito della sperimentazione pittorico-plastica né quello della produzione di disegno industriale, cinema, moda e architettura.
In un paese dove non si sono mai sopite le conseguenze di endemiche contrapposizioni tra le forze politiche affermatesi dopo il secondo conflitto mondiale, e l’avvento di un miglioramento delle condizioni materiali rende possibile il ricorso allo slogan di ‘boom economico’, nuovi altri fenomeni pongono l’arte e la cultura italiana in una posizione di neoavanguardia. La nascita del Gruppo 63 in letteratura e, nel ’67, la formazione dell’Arte Povera – ne fanno parte artisti come Kounellis, Pascali, Mario Merz, Pistoletto, Boetti, Fabro, Paolini, Calzolari, Anselmo, Zorio, Penone, Prini e Marisa Merz – recano allo sviluppo culturale un decisivo contributo di livello internazionale.
Accanto alle più significative esperienze di cinema - con "Il grido di Antonioni", "La grande guerra" di Monicelli, "Il Generale Della Rovere" di Rossellini, "La dolce vita" di Fellini - di teatro e musica contemporanea, nascono riviste di estetica, arte, architettura e varia società (come Metro, Il Menabò, Il Verri, Quaderni Piacentini, Pagina, Collage, Marcatrè, Nuovi Argomenti, Linea Struttura, Modulo, Quindici) che contribuiranno alla crescita di un dibattito socioculturale che avrà uno sbocco decisivo negli anni tra il 1968 e il 1972, termine della seconda parte del disegno storico critico della mostra.
1973-1989
alla GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea), Bergamo
La sezione ospitata alla GAMeC evidenzierà come, soprattutto a livello artistico, il 1979 si collochi da spartiacque tra gli anni Settanta, ancora sotto l’influsso dei movimenti e artisti concettuali precedenti come Paolini, Nannucci, Vaccari, Chiari, e gli anni Ottanta, segnati dal ritorno alla pittura e alla figurazione, grazie soprattutto al movimento della Transavanguardia.
Questi alcuni degli artisti in mostra: Vincenzo Agnetti, Gabriele Basilico, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Giuseppe Chiari, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Luciano Fabro, Alberto Garutti, Luigi Ghirri, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Corrado Levi, Carlo Maria Mariani, Mario Merz, Davide Mosconi, Maurizio Nannucci, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Salvo, Franco Vaccari.
La sezione dedicata al design presenterà opere di alta qualità, esposte in numerosi musei internazionali per il loro prestigio, il loro valore storico, stilistico e di ricerca tecnica (Ettore Sottsass, Vico Magistretti, Alessandro Mendini, tra gli altri); mentre la sezione dell’architettura annovererà nomi come Massimiliano Fuksas, Gabetti e Isola, Adolfo Natalini, Aldo Rossi, Paolo Portoghesi, Franco Purini, solo per citarne alcuni.
La sezione destinata al cinema accoglierà numerosi film d’autore, tra cui "La ricotta", di Pier Paolo Pasolini – spezzone su Pontormo e Rosso Fiorentino, 1963 - "Amarcord" di Federico Fellini, 1973, "Bianca" di Nanni Moretti; e i monitor presenteranno spezzoni di trasmissioni televisive come "L’altra domenica"e "Indietro tutta". Ricche pure le sezioni dedicate al teatro e al settore editoriale, quest’ultimo rappresentato in mostra da testi che in copertina presentano opere degli anni presi in considerazione, o da riviste.
Si annuncia intanto che una formula compendiaria della mostra si terrà a partire dal 3 luglio fino al 26 settembre 2010 presso la sede del Museo d'Arte della città di Lugano.
Catalogo: Silvana Editoriale
Produzione e organizzazione:
Solares Fondazione delle Arti
Largo Otto Marzo, 9/a 43100 Parma Tel: 0521-967088/4803 Fax: 0521-925669 E-mail: produzione@solaresdellearti.it - http://www.solaresdellearti.it
Ufficio stampa:
Studio Esseci Tel: 049 663499 E-mail: info@studioesseci.net
Conferenza stampa e vernice stampa della mostra Venerdì 19 febbraio ore 12
Regione Lombardia, Sala del Gonfalone
via Fabio Filzi 22, Milano
Saranno presenti
Massimiliano Finazzer Flory, Assessore alla cultura del Comune di Milano
Claudia Sartirani, Assessore alla cultura del Comune di Bergamo
Daniela Ronchi, Assessore alla cultura del Comune di Lissone
e i curatori del progetto Luigi Cavadini, Bruno Corà, Giacinto Di Pietrantonio
Dopo la conferenza seguirà la visita alle 3 sedi di mostra.
Un bus per i giornalisti partirà da Piazza Duca D'Aosta (ingresso principale del grattacielo Pirelli) per recarsi a Lissone (Museo d'arte contemporanea), a Bergamo (GAMec) e alla Rotonda di via Besana a Milano.
Prenotazioni: Studio Esseci, Tel. 049 663499, gestione3@studioesseci.net
INAUGURAZIONI
domenica 21 febbraio ore 11,00 Museo d’Arte Contemporanea, Lissone
lunedì 22 febbraio ore 18,30 Rotonda di Via Besana, Milano
martedì 23 febbraio ore 18,30 Gamec (Galleria d’Arte Moderna e Contempornea), Bergamo
Apertura al pubblico dal 24 febbraio 2010
Sedi e orari d'apertura:
Museo d'arte contemporanea, Lissone (via Padania, 6):
Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato, Domenica dalle 10 alle 19
Lunedì chiuso
Giovedì dalle10 alle 23
Rotonda di Via Besana, Milano (via E. Besana, 12):
Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato, Domenica dalle 9.30 alle 19.30
Lunedì dalle 14.30 alle 19.30
Giovedì dalle 9.30 alle 22.30
GAMeC (Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea), Bergamo (via San Tomaso, 53):
Martedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato, Domenica dalle 10 alle 19
Lunedì chiuso
Giovedì dalle10 alle 22
Le biglietterie terminano il servizio un'ora prima della chiusura delle mostre
Prezzi biglietti
Intero: 8,00 singolo Euro / 10.50 Euro abbonamento 3 sedi
Ridotto *: 6,00 Euro singolo / 9,00 Euro abbonamento 3 sedi
Scuole: 3,00 singolo Euro / 6,00 Euro abbonamento 3 sedi
I biglietti sono acquistabili on-line su: www.ticket.it e www.ticketone.it
Info-line e prenotazioni singoli e gruppi: tel. 02-54913
(informazioni 24 ore su 24, prenotazioni con operatore dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 17.00)
Prenotazione e prevendita con carta di credito: tel. 02-54913
(prenotazioni e prevendita con operatore dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 17.00)