In mostra opere e installazioni luminose dell'artista-ingegnere, costantemente teso a ricercare nuovi stimoli, nuove espressioni, nel tentativo di coniugare le diverse sfaccettature della conoscenza umana.
Vincenzo Biavati inaugurerà sabato 27 febbraio alle ore 17.00, al Chiostro di San Paolo, Ferrara-piazzetta Schiatti 7, la personale ''Vincenzo Biavati: Opere Luminose''. In mostra opere e installazioni luminose di questo artista/ingegnere che è costantemente teso a ricercare nuovi stimoli, nuove espressioni, nel tentativo di coniugare le diverse sfaccettature della conoscenza umana.
L’esposizione, sarà arricchita da serate evento dove si alterneranno artisti che operano in differenti forme espressive: musica, illustrazione, moda, performance, saranno “illuminate” fisicamente e concettualmente, dalle luci generate dalle opere in mostra.
Introdurrà la personale, Michele Covoni.
Ciò che colpisce, nelle opere di Vincenzo Biavati, è il desiderio di andare oltre la semplice definizione della forma per scovare le ragioni ultime, o le prime della vita: “A volte mi piacerebbe poter inserire il mio intento “morale” e farlo capire dichiarandolo, come fanno gli artisti della luce che proiettano frasi sugli edifici, poi sento che il mio compito non è né convertire, né insegnare, ma solo trasmettere le mie emozioni e farlo in maniera così pregnante e appassionata da permettere che anche lo spettatore possa avere delle emozioni.”
''Per rendere esplicita l’importanza di queste opere è appropriato unire tre chiavi di lettura: colore e luce, forma e curiosità, scienza e spiritualità. Sono certo elementi collegati tra loro, tuttavia distinguibili e analizzabili singolarmente. Viste nella loro integrità, sono opere che partono da un argomento scientifico, quello della luce, grazie alla quale possiamo distinguere i colori.
Io personalmente vedo in queste opere l’esigenza di un contatto con la natura tutta, formata dallo spazio e da chi lo vive: opere che si legano strutturalmente con l’ambiente che le ospita e che interloquiscono con i fruitori, che trasmettono l’armonia di colori suggestivi e trasparenti, che lasciano intravedere un oltre che richiama enti astratti, figure celate, impossibilità di interpretazioni assolute. Per la grandezza dell’arte, opere contemplative che, grazie all’elemento più prezioso che esista in natura, ovvero la luce, stimolano la componente più pregiata che possegga l’uomo: l’intelletto.'' A.Giacometti
“Vincenzo Biavati gioca e crea, da un punto di vista culturalmente privilegiato, una poetica intesa a scavalcare varie esperienze storico-culturali come la Op Art, la Pop Art e quella concretezza cinetica del Futurismo, senza tralasciare la ricerca del Bauhaus e De Stijl, dando risalto a puri valori visivi, propone la lenta percezione del rapporto misterioso ed escatologico fra la luce dello spettro ed il buio. In tal modo Biavati coagula contaminazioni e con sapiente mix estetico, invade l'ambito tridimensionale, mettendo in gioco gli spazi e gli ambienti espositivi.
Biavati applica, in ogni suo intervento, l’idea del cantiere rinascimentale in cui l'artista ricerca la collaborazione di maestranze, avvalendosi di figure artigianali e tecnici di illuminotecnica a supporto del progetto e da abile regista figurativo concretizza le proprie installazioni in un entusiasmante laboratorio creativo. Partendo dall'analisi spaziale del luogo ne rileva dimensioni e storia, disegna, progetta ed elabora l'idea, creando ad hoc la disposizione più adatta allo spazio destinato all'intervento; opera nel contesto architettonico, flettendone gli attributi al suo pensiero: da un chiostro del '500 ad uno spazio contemporaneo o piuttosto ad una vecchia fabbrica abbandonata, Biavati crea nuove percezioni, ridefinisce l’architettura con spaesamenti estetici e leggere provocazioni: il risultato è, nel carattere complessivo, nella ricerca dell'installazione teatrale o dell'evironnement ambientale. Dopodichè ecco la luce artificiale guizzare dagli “oggetti luminosi” squarciando le tenebre circostanti, entrando discretamente nel contesto spazio-tempo; la luce colorata modulata da infinite cromie, spesso cinetiche, in cui il loro leggero variare c’invita alla percezione lenta e sommessa, costringendoci a soffermarci per cogliere momenti di riflessione più pacata e rilassata, con tempi che ormai la frenetica civiltà dell'immagine pare aver dimenticato, inducendoci ad un’ attesa percettiva, stimolandoci a leggere meditazioni.
Biavati identifica il processo di ''resa'' ovvero di generazione di un'immagine a partire da una descrizione razionale, ma poi in una scena tridimensionale interpretata da tagli, fori e pertugi da cui si scorge un mondo di cromatismi visto come da un caleidoscopio ribaltato, il colore è percepito nella sua continua variabilità e nella sua instabilità casuale, una metafora per comunicarci il continuo variare della vita.” P.Orsatti
Inaugurazione 27 febbraio ore 17
Chiostro San Paolo
piazzetta Schiatti, 7 - Ferrara
ORARI: martedì-giovedì: 17.00/22.00, venerdì-sabato-domenica: 10.00/22.00
Ingresso libero