La mostra, intitolata Organogramas, e' un progetto espositivo concepito espressamente per gli spazi della galleria e comprende l'intero ciclo di foto di grande formato intitolato Halong, il video Thinking Hanoi e l'installazione Organogramas, che da' il titolo alla mostra. L'intero corpo d'opera di Gonzalez e' una riflessione sulla condizione di invisibilita' in cui vivono oggi molti individui. A cura di Demetrio Paparoni.
a cura di Demetrio Paparoni
NOVALIS Contemporary Arts Gallery è lieta di annunciare la prima personale in Italia
dellʼartista spagnolo Dionisio González. La mostra, intitolata Organogramas, è un
progetto espositivo concepito espressamente per gli spazi della galleria e comprende
lʼintero ciclo di foto di grande formato intitolato Halong, il video Thinking Hanoi e
lʼinstallazione Organogramas, che dà il titolo alla mostra.
Come scrive Demetrio Paparoni nellʼintroduzione in catalogo, “Lʼintero corpo dʼopera di
Dionisio González è una riflessione sulla condizione di invisibilità in cui vivono oggi molti
individui, che trovano proprio nella capacità di nascondersi o mimetizzarsi nellʼambiente
una possibilità di sopravvivenza. In questo senso il ciclo Favelas (2003-2007), realizzato
dallʼartista con foto manipolate al computer e con video, ciclo che gli ha dato un ruolo di
primo piano nella scena artistica contemporanea spagnola, sottolinea una marcata
dimensione narrativa e sociopolitica.”
Lungi dal considerare che alcune di queste comunità sono quasi centenarie, i governi –
spiega González – tendono a demolire le architetture spontanee da esse abitate, in modo
da cancellarne radicalmente il raggio di influenza. Questo nonostante si preveda che entro
la prossima decade duemila milioni di abitanti vivranno in baracche. Il lavoro di González
consiste nel progettare architetture contemporanee e nellʼinserirle, senza violentarne la
struttura originaria, nel paesaggio delle favelas.
Procedimento analogo è usato dallʼartista
per il ciclo Halong, che fa riferimento alla Baia di Ha-Long, situata nel Golfo del Tonchino,
in Vietnam, vicino alla frontiera cinese e a 170 km ad est di Hanoi, una baia che si estende
su una costa di 120 km. Questo luogo, caratterizzato da unʼarchitettura spontanea e
dichiarato patrimonio dellʼumanità dallʼUnesco nel 1994, rischia di di essere totalmente
snaturato. Inserendo nelle foto del paesaggio reale frammenti di architettura
contemporanea da lui stesso progettati, González evidenzia il rischio di come, offerti alle
esigenze del turista, questi luoghi possano essere stravolti nellʼidentità.
Tra isole
meravigliose e faraglioni carsici questa geografia fatta di profonde valli e crepacci inondati
dal mare, include strutture costruite da popolazioni che vivono sullʼacqua. Considerata la
loro esposizione allo sguardo, lʼesistenza di queste isole è seriamente minacciata dalle
logiche del turismo, che sottopongono qualunque dissomiglianza dai modelli-standard a un
processo di omologazione architettonica. Un processo che trasforma lʼambiente in un
complesso vacanziero inteso in termini di comodità e benessere. Con Halong González
esprime la sua preoccupazione nei confronti del fenomeno dellʼassimilazione, fenomeno
che si determina quando ha luogo uno scambio asimmetrico tra due società: quella più
forte in termini di contagio trasforma lʼaltra, facendone la propria immagine riflessa.
Lʼinstallazione Organogramas, presentata per la prima volta proprio in questa mostra alla
Novalis Contemporary Art Gallery, è unʼinstallazione multimediale composta da 60 tubi di
scappamento in acciaio inossidabile, con lʼaggiunta di silenziatori, che fuoriescono dalla
parete. Dietro alle pareti si nasconde una complessa rete di canali audio che si
inseriscono in ognuno dei tubi di scappamento. Programmati in modo sincronico tramite
computer, questi altoparlanti emettono dalle bocche dei tubi di scappamento il loro tipico
rumore, organizzato però in modo da generare ritmi musicali. Inoltre, sempre dietro la
parete, unʼaltra rete di canali fa sì che 6 macchine da fumo (acqua nebulizzata) si
sincronizzino con la musica emettendo vapori.
Di fronte ai 60 tubi di scappamento un
braccio robotizzato preprogrammato si muove come fosse la bacchetta di un direttore
dʼorchestra. Lʼinstallazione ruota attorno a tre concetti dalle forti valenze simboliche: la
fatalità (concentrazione e combustione), il ritmo (lʼaudio e lʼinquinamento acustico) e la
liquidità (la combustione, come conduttore di tutto il progetto).
Completa la mostra la videoproiezione Thinking Hanói, nella quale si vede un flusso
continuo di persone che attraversano le strade di Hanoi in motocicletta, attraversando
piccoli incroci e muovendosi in tutte le direzioni. Secondo lʼartista, uno dei motivi per cui vi
sono tante moto ad Hanoi è dovuto al fatto che essa fa parte di un paese in via di sviluppo,
in cui le entrate medie non sono sufficienti ad acquistare una automobile, mentre lo sono
per acquistare una moto.
Gran parte delle fonti di inquinamento atmosferico del pianeta derivano dai mezzi di
trasporto e pertanto il monossido di carbonio è il principale agente contaminante presente
nelle aree metropolitane, insieme allʼanidride carbonica o allo smog fotochimico. Gli effetti
studiati implicano, tra le altre alterazioni sullʼuomo, irritabilità, cefalee e problemi
interpersonali.
Il video (Thinking Hanói) è accompagnato da una voce che scandisce frasi quali: Dicono
che un tempo ci fossero più di 40 laghi ad Hanoi. Ora si sono ridotti a una ventina./ Il lago
è come un occhio tranquillo la cui visione attiva il proiettarsi della luce per illuminare la sua
rappresentazione come un desiderio di implicare la volontà nella contemplazione. / Tutte le
concentrazioni sociali, dalla famiglia di origine fino alle grandi città moderne, si sono
organizzate intorno alla facilità di accesso allʼacqua, questo implica anche un desiderio di
auto rappresentazione./ Il 75% del corpo umano è composto da acqua. / Lʼ80% del
cervello è composto da acqua. / Flussi, correnti che acquisiscono lʼattivo dellʼacqua; si
liquefanno in processione e in spostamento. / La prima cosa che si dissolve è il paesaggio,
i profili e le forme si fondono.
Inaugurazione giovedì 4 marzo 2010
NOVALIS Contemporary Art
Via Carlo Alberto, 49/51, Torino
Orario: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19 - lunedì su appuntamento
ingresso libero