Galleria Bel Vedere
Milano
via Santa Maria Valle, 5
02 6590879
WEB
Foto d'autrice
dal 7/3/2010 al 16/4/2010
mart-sab 15-20, ingresso libero
02 45472468

Segnalato da

Bel Vedere




 
calendario eventi  :: 




7/3/2010

Foto d'autrice

Galleria Bel Vedere, Milano

La 'condizione femminile': questo il tema di analisi proposto dai curatori a 46 fotografe che dagli anni Cinquanta ad oggi sono state attente osservatrici della societa' e delle sue trasformazioni. Opere di Sara Maestrello, Marzia Malli, Paola Mattioli, Malena Mazza, Antonella Monzoni, Antonia Mulas, Melina Mulas, Cristina Nunez, Cristina Omenetto e molte altre. A cura di Cesare Colombo.


comunicato stampa

a cura di Cesare Colombo
con la collaborazione di Giovanna Calvenzi

FOTO D’AUTRICE presenta le immagini di Paola Agosti, Martina Bacigalupo, Isabella Balena, Marina Ballo. Marirosa Ballo, Liliana Barchiesi, Letizia Battaglia, Bruna Biamino, Giovanna Borgese, Daniela Cammilli. Marcella Campagnano, Alessandra Capodacqua. Lisetta Carmi, Carla Cerati, Marisa Chiodo, Annalisa Cimmino, Federica Di Giovanni, Alessandra Dragoni, Paola Fiorini, Gigliola Foschi, Sara Fregoso, Ilaria Gambi, Simona Ghizzoni, Bruna Ginammi, Silvia Lelli, Sara Maestrello, Marzia Malli, Paola Mattioli, Malena Mazza, Antonella Monzoni, Antonia Mulas, Melina Mulas, Cristina Nuñez, Cristina Omenetto, Donatella Pollini, Moira Ricci, Marialba Russo, Alessandra Salardi Tommasoli, Marta Sarlo, Annette Schreyer, Shobha, Giuliana Traverso, Wanda Tucci Caselli, Margherita Verdi, Jacqueline Vodoz, Valentina Zanobelli.

La “condizione femminile”: questo il tema di analisi proposto dai curatori a 46 fotografe che dagli anni Cinquanta a oggi sono state attente osservatrici della società e delle sue trasformazioni. Condizione femminile è forse una definizione usurata per un tema estremamente ampio e diversificato che ha tuttavia consentito a questa rassegna di immagini di assumere un doppio, importante, significato: un’alta qualità narrativa che coniuga indagine e intuito creativo e, allo stesso tempo, una proposta visiva che contraddice con decisione l’immagine della donna proposta dalla stampa illustrata contemporanea.

Quando pensiamo alle potenzialità artistiche del linguaggio fotografico, noi non possiamo dimenticare la complessità tecnologica degli strumenti coinvolti. La fotografia, arte industriale per definizione, ha sempre sostenuto, lungo quasi due secoli, il peso di lunghi procedimenti tecnici e di attrezzature difficili da controllare. Perciò, nelle convenzioni sociali che imponevano alle donne tipiche attività creative come il ricamo o la danza, l’immagine ottica e i suoi trattamenti non potevano che apparire estranei allo sviluppo della femminilità. Così questo paradosso storico, come altri di pari assurdità, ha purtroppo rallentato l’approccio delle donne a un modello di espressione, che pure con l’inizio del ‘900 aveva saputo includere alcune importanti protagoniste, anche in Italia. Possiamo citare Udina Ganzini, o affiancare al nome notissimo di Tina Modotti quelli di Ghitta Carrell e di Marion Wulz, esponente triestina dello sperimentalismo futurista. Tutte sembravano preferire il ritratto, la figura posata, quasi a simboleggiare un approccio intimo e rilassato verso i soggetti, quasi sempre al riparo della sala di posa.

Ma con il secondo dopoguerra, diciamo coi fatidici anni ‘60 che vedono mutare profondamente le relazioni sociali e la dialettica privata tra i due sessi – e le donne superare ogni presunto imbarazzo ‘tecnico’ – il linguaggio della fotografia non tarda a rappresentare i nuovi modelli di comportamento, e le nuove capacità di introspezione narrativa al femminile. Le donne producono sempre più immagini, con sempre maggior naturalezza e professionalità. Le espongono, le criticano. Oggi addirittura costituiscono la maggioranza stragrande tra i photo-editors, interfaccia essenziale tra le redazioni giornalistiche e i produttori e distributori delle immagini.

In generale oggi a molte donne la fotografia appare come il mezzo immediato di descrizione e trascrizione, non solo delle strutture immediatamente visibili del mondo, ma anche di quelle più nascoste, insondabili, inconsce. Tutta la dimensione indicibile e oscura che si può esplorare attraverso i corpi e i volti, oltre i gesti della quotidianità, diventa oggi dominio dello sguardo femminile. Anche la rassegna Foto d’Autrice, che la Galleria Bel Vedere è oggi lieta di presentare, testimonia, in certo senso, il passaggio (lungo i decenni che separano anagraficamente tra loro queste donne fotografe, e le loro riprese) dalla descrizione alla riflessione, dalla generosa vitalità all’introspezione più assorta e ambigua. E al tempo stesso, dalle isolate narratrici sociali del dopoguerra si arriva a una schiera di attuali interpreti molto ‘soggettive’ delle nostre contraddizioni... e forse un po’ anche delle nostre speranze.

Poiché il tema delle immagini, richiesto alle autrici, era d’altronde quello della condizione femminile, la nostra rassegna viene ad assumere un duplice significato. Nella qualità alta di queste narrazioni ottiche riconosciamo uno sforzo congiunto tra analisi e intuito, che sono i tratti salienti del carattere femminile. Ma possiamo anche scorgere un riscatto polemico verso le fotografie che oggi prevalgono nella stampa illustrata, prodotte da uomini... ma che spesso hanno, ahimè, come soggetto le donne-oggetto. Foto d’Autrice mette in luce quindi temi più scottanti di ciò che osserviamo alle pareti... e intreccia ai valori artistici quelli generali della comunicazione nella società odierna. Potremo discuterne ancora?

Inaugurazione lunedì 8 marzo 2010, ore 18-21

Bel Vedere
Via Santa Maria Valle 5 . 20123 Milano
La mostra è aperta dal 9 al 31 marzo
E dal 7 al 17 aprile 2010
Da martedì a sabato, ore 15-20
ingresso libero

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