Ad un anno dalla morte, a 80 anni dalla nascita, la mostra raccoglie opere che abbracciano 40 anni di pittura, dal 1960 al 2000. La ricerca di Ruggeri, si sostanzia in un attraversamento della materia cromatica, attraverso un segno ora violento ora piu' lirico, al fine di rintracciare una luce che deve essere scoperta al fondo delle sedimentazioni del colore.
Ad un anno dalla morte, a 80 anni dalla nascita, questa mostra raccoglie opere che abbracciano quarant’anni di pittura, dal 1960 al 2000. E’ un omaggio alla sua straordinaria pittura e alla sua genialità. Piero Ruggeri, pittore espressionista astratto, come lui stesso amava definirsi, riconosciuto capofila di un drappello di autori torinesi che individualmente e collettivamente hanno rappresentato un’originale sfida e un contributo linguistico a livello internazionale. Oggi, più che mai protagonista di prima grandezza della scena artistica italiana.
La ricerca di Ruggeri, si sostanzia in un attraversamento ripetuto della materia cromatica, attraverso un segno – tipici dell’espressionismo astratto - ora violento ora più lirico, al fine di rintracciare una luce che deve essere scoperta al fondo delle sedimentazioni del colore. In fondo Ruggeri non fa che cercare: “segni” inavvertibili, segni nascosti, segni” sonori e frenetici, che frugano le ragioni del visibile e dell’invisibile, secondo quella fecondità energetica, mossa in ogni direzione, che lui ha avuto in dono dalla natura.
Allievo dell’Accademia Albertina delle belle Arti di Torino, dal 1950 al 1956. Partecipa ancora studente al ciclo di mostre “Francia-Italia”; è invitato nel 1956 per la prima volta alla Biennale di Venezia con Saroni e Soffiantino. E’ oggetto dell’attenzione dei critici come Luigi Carluccio e Francesco Arcangeli. Nel 1960 tiene la prima personale a Roma e nel 1962 ancora alla Biennale di Venezia (sala personale) grazie ai mitici “lavati”, ha modo di affermare la propria individualità dando avvio a un’ascesa artistica esclamativa.
Dopo questa data, infatti la biografia dell’artista si ispessisce, riceve il tributo della critica italiana più accreditata, da Renato Barilli a Paolo Fossati , e nel contempo vanta i più prestigiosi premi internazionali. E’ invitato, nel 1960, con una versione del Martirio di San Matteo, al Premio Guggenheim di New York e dunque è, con Afro Basaldella il più giovane artista italiano a ricevere tale attestato internazionale. Nel 1997 in occasione della grande mostra monografica di Palazzo Bricherasio di Torino, esce, presso Allemandi, la prima grande monografia a lui dedicata. Seguono altre cospicue pubblicazioni tra cui la monografia del 2000 che accompagna l’ampia retrospettiva di Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, curata da Marco Goldin. Nel 2008 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, a cura di Sandro Parmiggiani, una straordinaria mostra ci propone lavori di Piero Ruggeri dal 1955 al 2007.
Inaugurazione 11 marzo 2010
Giampiero Biasutti Arte Moderna e Contemporanea,
via della Rocca , 6/B, Torino
Orario dal martedì al sabato, ore 10,30-12,30; 15,30-19,30
ingresso libero