In un percorso di corrispondenze ragionate, il curatore Andrea Busto ripercorre le tappe fondamentali della produzione del duo milanese (Nicolo' Massazza e Jacopo Bedogni), soffermandosi sia sulle potenti e penetranti immagini fotografiche, sia sulle parvenze suggestive e sulla pregnanza comunicativa del mezzo video. I Masbedo con un linguaggio a volte espressionista, a volte piu' delicato e intimista, inquadrano rappresentazioni e sentimenti fondanti dell'esperienza umana come l'amore, la sofferenza, le tensioni contraddittorie delle proprie aspirazioni, in una commistione di video-installazione, letteratura, recitazione e vita reale.
a cura di Andrea Busto
La mostra personale, propone una serie di lavori fotografici, scultorei, installativi e video scelti in modo tale da offrire una panoramica completa e inedita del ventaglio di tematiche espressive che caratterizzano la poetica dei Masbedo, in una sorta di primo resoconto storico della loro attività svolta finora.
Il titolo dell’evento, direttamente desunto dall’opera Schegge d’incanto in fondo al dubbio (2009), video-installazione che ha riscosso il parere favorevole della critica all’interno del Padiglione Italia alla 53ª Biennale di Venezia, intende essere onnicomprensivo delle tematiche riguardanti le opere presentate. In un percorso di corrispondenze ragionate, il curatore Andrea Busto ripercorre le tappe fondamentali della produzione del celebre duo milanese (Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni), soffermandosi sia sulle potenti e penetranti immagini fotografiche, evocative di atmosfere di inedito lirismo, sia – in modo preponderante – sulle parvenze suggestive e sulla pregnanza comunicativa del mezzo video, vera e propria valvola di sfogo delle loro pulsioni più autentiche. La video-arte, secondo le parole dei due artisti, rappresenta infatti «la massima espressione dell’epoca contemporanea, perché consente di usare e sperimentare svariati linguaggi a partire da quello più contemporaneo del cinema, incrociandolo però con la scrittura e la sceneggiatura: è un terreno franco, una sorta di contenitore dove si ibridano molteplici discipline».
I Masbedo con un linguaggio a volte espressionista, a volte più delicato e intimista, inquadrano rappresentazioni e sentimenti fondanti dell’esperienza umana come l’amore, la sofferenza, le tensioni contraddittorie delle proprie aspirazioni, in una commistione di video-installazione, letteratura, recitazione e vita reale: gli stati mentali che caratterizzano i personaggi delle complesse opere si esprimono nei termini della solitudine, della mancanza di comunicazione, del crollo delle percezioni sensoriali, dell’indebolimento dei desideri, della dissoluzione dell’essere e del cinismo come scudo contro la realtà. Con una predilezione per situazioni esasperate ed eccessive, i due artisti dispiegano il loro teatro umano, rivolgendo uno sguardo talvolta profondamente empatico, talvolta invece più seccamente analitico: lo testimoniano l’attenzione acuta per i dettagli e le mimiche individuali, lo sguardo focalizzato su alcuni frammenti del corpo, la texture della pelle, i lineamenti e le tensioni muscolari.
La loro ricerca, dopo aver metabolizzato precedenti importanti per la percezione sensibile, dalle atmosfere inquietanti dei film di David Lynch e Stanley Kubrick ai capolavori video di Bill Viola a Gary Hill, non teme più il confronto con la veridicità delle immagini, con la perfezione o l’indotta imperfezione del visibile poiché la frontiera della comparazione è ormai travalicata in favore della visionarietà. Avvalendosi della collaborazione di illustri scrittori (Michel Houellebecq, Aldo Nove), poeti (Giancarlo Majorino), attori (Ernesto Mahieux, Juliette Binoche) e musicisti (Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo, Eugenio Finardi, Vittorio Cosma), i Masbedo utilizzano lo strumento video attingendo dalla costruzione cinematografica la maestria dei ritmi sincopati, della diluizione dei tempi lunghi, dei rimandi e della parcellizzazione dei nessi spaziali. Fotografia ipercurata, colori nitidi, musiche inedite e perturbanti sono alcuni degli elementi delle “messinscene”, girate in contesti paesaggistici affascinanti ed estremi: le scenografie naturali che i Masbedo scelgono come set dei loro lavori sono incontaminate e tortuose, fatte di acqua, lava, vulcani, ghiaccio, terra nera; nature che simboleggiano il senso di fine, nature energiche, impossibili da abitare, vuote di umanità, apocalittiche. Questi contesti diventano il palco dove girare performance filmiche seducenti, un sipario perfetto per recitare l’assurdo, la lotta, la frattura interna alle cose: Nicolò e Jacopo sono infatti fermamente convinti che per scuotere l’individuo narcotizzato dal suo letargo sia necessario “colpirlo” plasticamente e psicologicamente con esperienze sensibili parossistiche.
I recenti lavori Teorema dell’incompletezza, Glima, Autopsia del tralalà, Person e Kreppa Babies rappresentano il capitolo islandese (2008), o per meglio dire, “il giro di boa” stilistico del duo milanese: durante tre mesi di intenso lavoro sull’isola atlantica, metaforicamente interpretata sulla base della conformazione geologica del territorio – trait d’union fra il vecchio e il nuovo continente – come incarnazione della frattura politico-sociale dell’occidente dovuta alla crisi economica degli ultimi anni, hanno parzialmente accantonato la componente neobarocca in favore di un approccio più sobrio e depurato, attuato attraverso una nuova impostazione cromatica imperniata su una prevalente monocromia esangue bianco-nera: «Siamo stati due mesi in Islanda per girare cinque video. L’Islanda è tagliata a metà da una ferita (Midlina) che divide in due l’occidente: questa ferita si allarga di circa tre centimetri l’anno, allontanando la zolla tettonica euro/asiatica da quella americana. Abbiamo girato i nostri lavori all’interno di quella ferita perché ci sembrava il luogo adatto per rappresentare la crisi dei valori occidentali».
Ufficio stampa: Giuseppe Galimi
tel. +39 011 7640258 e-mail: info@taiagency.it
Prenotazioni e gruppi tel. 0323 557691 / 329 9755545 info@craavillagiulia.com
Inaugurazione domenica 14 marzo ore 11
CRAA – Centro Ricerca Arte Attuale, Villa Giulia
Corso Zanitello 8, Verbania (Pallanza)
Orari da mercoledì a venerdì ore 14 - 19
sabato e domenica ore 11 - 19
Ingresso: intero 5 euro
ridotto 3 euro (dai 6 ai 14 anni, maggiori di 65 anni e gruppi oltre 10 persone)
gratuito Abbonamento Musei Torino Piemonte e residenti nel Comune di Verbania