Quintocortile
Milano
viale Bligny, 42
338 8007617 FAX

Graffiate
dal 16/3/2010 al 29/3/2010
mart-giov 17-19

Segnalato da

Quintocortile




 
calendario eventi  :: 




16/3/2010

Graffiate

Quintocortile, Milano

Collettiva a cura di Donatella Airoldi. In occasione della giornata mondiale della poesia una mostra poetico-horror che va dalle delicate linee ricavate col punteruolo a tragici graffi sulla pelle.


comunicato stampa

a cura di Donatella Airoldi

opere di:
Eugenio Alberti Schatz, Donatella Berra, Loriana Castano, Francesco Ceriani, Chiò, Paolo Dell'elce, Valeria Diamanti, Anna Filippi, Giò Lagostena, Michelangelo Miani, Antonella Prota Giurleo, Sergio Sansevrino, Marina Scognamiglio, Marco Sperandio

Nella settimana che vede la giornata mondiale della poesia una mostra poetico-horror che va dalle delicatissime e dolcissime linee ricavate col punteruolo a tragici graffi (finti) sulla pelle. Graffiate possono essere superfici di ogni genere dove una punta o una lama implacabile ha lasciato i propri solchi, possono essere il tronco innocente di un albero dove un altrettanto implacabile gatto vi si è affilato le unghie, graffiata è la cera delle acqueforti prima di essere immersa nell’acido. E poi ci sono i racconti e le storie che graffiano, critiche, annotazioni e osservazioni graffianti, situazioni che nell’asserire pungono e pungolano ad ampliare la veduta.

Donatella Airoldi
Graffiate

Graffi nel legno, sgorbie che accentuano venature, matite e penne che si stemperano vorticosamente su fogli di carta e tele bidimensionali. Reticolare spazio, movimento e segno per incrinare gli imprescindibili caratteri affinché nessuno ne comprenda il significato.
Questa è una mostra che vuole graffiare il significato superficiale delle cose per arrivare alle sue profondità oscure. Sono il poetico e il tragico che, fianco a fianco, si sbranano per la supremazia. Graffiare per intercettare spazi non visibili, profondità aliene e altezze incommisurate dove annegare le banalità. Graffiare la propria pelle per sentirsi infinitamente vivo e vitale, scoprire che il sangue scorre non solo nelle infinite viscere ma anche e soprattutto a fior di pelle. E salticchiare in disillusi mondi paralleli per scoprire che si è sempre al medesimo punto nonostante la fatica incredibile di un movimento di 360 gradi come quando da bambino vedevi il mondo all’ingiù, e le cinghie delle tue scarpe erano sempre più vicine al tuo viso rosso. Graffiare aria compressa e scoprire di poter volare.

Artisti che modellano linee e superfici con lirica armonia e delicatezza perché intendono il graffio l’effetto di un increspante vento lieve e artisti che denunciano e esprimono drammi inconfessati che ingordi premono dall’angolo pronti a scatenarsi con grande voracità. Cos’è mai la poesia senza la tragedia che la rende poetica? Ogni elemento ha uno strato sovrastante di durezza esteriore che per essere scoperto deve essere sfregato copiosamente con una spazzola da ferro, ma che per essere disilluso necessita di compiere visuali differenti con forza intrinseca nei giacimenti di cemento incrostato negli occhi piangenti. Non serve sgomberare gli immobili sfuocati dal loro confine, serve capire il senso sdrucciolevole che sta in fondo a ogni cosa, sprofondare nelle sue nere sembianze e scoprire che a un fondo scuro può apparire il disdicevole gusto dell’inconfessabile.

Ogni cosa ha sempre un’altra verità nascosta, una sofferta sensazione di non vibrabile, di non accessibile dove si ferma il pensiero e dove non si può oltrepassare il limite. ‘Graffiate’ è una mostra-desiderio che incalza dalla periferia per moltiplicare la propria forza e dove ogni graffio si compone di una superficie e di uno strato più sotterraneo in cui alla percezione superficiale corrisponde sempre un sotterraneo movimento reticolare e capillare. ‘Graffiate’ è una mostra-paura che cerca di arginare il dolore che parte da un punta disillusa per arrivare al pingue infinito riesame sanguigno; spingere incerto il punteruolo e schioccare il liquido intrappolato negli orifizi delle vene. ‘Graffiate’ è una mostra-sogno dove scovare l’ improbabile intensità della visione univoca per scavare fino in fondo l’ordinaria ovvietà in propensione esponenziale e increspare la sottile libidine dissaldata dal telo spento della luce. In mostra opere intense, paradossali, ironiche e, soprattutto, ‘graffiate’.

Immagine: Giò Lagostena

Eventi:
venerdì 19 marzo alle ore 18,30 concerto con musiche di Guido Boselli e testi di Vito Trombetta - per violoncello e voce recitante (nell'ambito della Rassegna 'Festival 5 giornate')

Inaugurazione 17 marzo ore 18

Galleria Quintocortile
Viale Col di Lana 8 - Milano
orario: martedì - giovedì dalle 17,00 alle 19,00
Ingresso libero

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