Galerie 208 Chicheportiche
Paris
208 bvd Saint Germain
+33 142503024 FAX +33 142503024
WEB
Andrea Francolino
dal 17/3/2010 al 13/4/2010
Lunedi 14-19, Martedi-Sabato 10-19

Segnalato da

Flavia Lanza Art Project Manager



 
calendario eventi  :: 




17/3/2010

Andrea Francolino

Galerie 208 Chicheportiche, Paris

Packagings, Frontal Boxes, Frontal Bags e Frontal Labels. L'artista, con un linguaggio fatto di slogan, marchi e giochi di parole racconta molte cose con ironia, lanciando messaggi spesso taglienti ma sempre immediati.


comunicato stampa

La Galerie 208 Chicheportiche ospita la personale di Andrea Francolino. Patricia Chicheportiche, è l’ideatrice di questo luogo d’incontro con artisti internazionali che trattano temi dell’universo dei mass media e dell’opinione pubblica, con lo scopo di acquisire una visione prospettica dell’evoluzione del nostro contemporaneo.

In questo momento storico fatto di summit sull'ambiente, crisi economica e spazzatura invadente, l'arte consumistica & consumata di Andrea Francolino testimonia il nostro vivere contemporaneo. L’artista seleziona i “miti” e li proietta su Packagings, Frontal Boxes, Frontal Bags e Frontal Labels. Uno scherzo, che tradotto in un linguaggio fatto di slogan, marchi e giochi di parole racconta molte cose con ironia lanciando messaggi spesso taglienti ma sempre immediati. Un gioco ironico, che non dimentica mai la realtà. Le domande che sorgono al momento di trasferire un’icona in un’immagine nuova, sono svariate: ma accomunate dalla rappresentazione. Da qui, la realizzazione pubblicitaria di soggetti (i cui corpi, messi in posa appartengono a perfetti sconosciuti) e miti che sarebbe fuori luogo vedere su cartelloni pubblicitari o sulle pagine delle riviste. Ma che si trasformano in opere d’arte “consumistiche”. Icone sempre attuali, come Fidel Castro o il pittore Francis Bacon, vengono rivisitate da Andrea Francolino in maniera inusuale dettando chiari inviti al consumismo capitalistico. È per questo motivo che Fidel diventa “Lidl” o Francis Bacon, interprete del dolore di vivere, mangiucchia solitario l’omonimo hamburger: Mc Bacon. E ancora, Mao Tze Tung diventa Miauz nell’istante in cui viene sorpreso a cucinare un gatto con contorno di crocchette. In questo caso, ironicamente, si gioca sul nome e sul fatto. Come per Michael Jackson, trasformato in “plus blanc de blanc” grazie al noto detersivo; e della sua amica del cuore, l’attrice Liz Taylor famosa per i suoi gioielli kolossal, che viene sì riprodotta nel massimo della sua bellezza, ma sgranocchia crackers in felpa e jeans.

L’ironia è un ingrediente ricorrente dell’arte di Francolino, ma non l’unico. Diventa un mezzo comunicativo per raccontare l’epoca che stiamo vivendo, un’epoca in cui il contenitore è più importante del contenuto. E il consumismo sfrenato ci vede il più delle volte gettare l’involucro, il “packaging” ancora intriso di quel prodotto che non abbiamo del tutto consumato. Oggi (ed è qui che l’artista punta il dito accusatore) si utilizzerebbe chiunque pur di vendere un prodotto. A prescindere da chi è stato, o cosa abbia fatto. Di conseguenza, il “packaging” si evolve ingigantendo la parte anteriore e trasformandosi in Frontal Box, Frontal Bag e Frontal Label per sottolineare una dismisura che a sua volta viene presentata nelle 3 classiche misure Small, Medium, Large. Ma c’è di più. L’insoddisfazione sociale ci spinge a sfogarci nello shopping compulsivo, e la malsana abitudine allo spreco ci fa comprare sempre di più senza preoccuparci che la maggiorparte di ciò che abbiamo acquistato scadrà nello scaffale della dispensa senza essere consumato. Ecco, allora, le nuove opere chiamate Compulsive che vedono la smodata ripetizione del prodotto. Come il detergente spray “KILL IT BANG!”, che analizza un tema scottante come l’assassinio di leaders politici e non, raffigurati nel cronologico ordine della loro morte, lasciando ai posteri l’interrogativo (ToBe Continued) di chi sarà il prossimo. Perché dietro alla loro morte si nasconde un interesse, politico o tristemente economico? Arte da scaffale, arte che si serve di soggetti improbabili che facciano da “testimonials”. Arte che diventa archeologia contemporanea. Arte che racconta al futuro ciò che è stato il nostro presente. Attraverso i prodotti che abbiamo consumato. di Stefano Bianchi

In collaborazione con la galleria Fabbrica Eos di Milano.

Vernissage: giovedì 18 marzo dalle 19.00 alle 21.00

Galerie 208 Chicheportiche
208 bvd Saint Germain - Paris
Lunedi 14-19, Martedi-Sabato 10-19
Ingresso libero

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