Il racconto/the tale

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Ciao sono Fresco Célebrant Sono stato invitato a partecipare alla programmazione di Osloo, parte del padiglione danese della biennale di venezia di quest’anno e opera dell’artista FOS. Ho pensato che per l’occasione fosse più opportuno non fare un intervento come singolo artista ma sfruttare l’occasione per coinvolgere altri artisti e intellettuali per dare visibilità ad una scena viva, presente a Milano e in Italia. Persone che oltre alla singola pratica artistica e non, si danno un gran da fare per rendere viva la cultura, cercando relazioni e movimentando l'arte e il suo circuito economico con nuovi stimoli e grande generosità e mutualismo. Così partendo dall’identità dello spazio che gestisco con altri colleghi, La collezione di carrozzeria Margot, abbiamo invitato un gruppo di persone creando un intervento di dodici ore, una mimesi di regia cinematografica, composta da una sceneggiatura di 12 scene e vari personaggi. La tematica generale che abbiamo pensato si riassume sotto la frase “oggi chi conduce? L’urgenza.” Per noi questa domanda e risposta sintetizzano la condizione esistenziale dell’artista contemporaneo, ma non solo, poiché è possibile estendere la medesima questione nei confronti di un sistema ad ogni individuo, riflettendo sul ruolo del singolo e sulla sua collocazione all’interno delle dinamiche socio politiche attuali. La tematica generale è stata poi declinata in due regole pragmatiche alle quali ogni individuo è stato chiesto di aderire, la struttura e la modalità. Abbiamo chiamato la struttura Cadavere Eccellente rifacendoci a un gioco surrealista rinomato, in cui ogni partecipante deve realizzare un disegno, collegandosi alla parte finale del disegno di chi l’ha preceduto senza, però, avere un’immagine d’insieme fino alla fine. Abbiamo definito poi la deriva come modalità di sviluppo di ogni singolo intervento, suggerendo di cercare di portare la propria azione da un piano conscio a una sublimazione psicofisica in cui perdere i riferimenti del linguaggio costituito e dare la possibilità all’emersione di una nuova grammatica. Queste regole sono strumenti utili per tradurre un’emotività personale, in una reificazione esternabile a terzi. La deriva, ad esempio, sta ad indicare come sia possibile opporsi a una narrativa dominate tramite la destrutturazione del linguaggio e la sua sublimazione, integrando nuovi linguaggi. E’essenziale uscire dal percorso obbligato per dare la possibilità di emersione di altri linguaggi! Con questo obiettivo abbiamo chiesto ad ogni invitato di intervenire prendendo come riferimento una specifica tematica suggerita, ossia affidandogli un titolo per la scena che fosse aderente a ciascuna pratica, soprattutto data la reciproca conoscenza personale e artistica. Questo è stato un imput poetico, poiché certi di una risposta determinata da un coinvolgimento personale, ogni persona è potuta partire da li’ per sviluppare in completa libertà il proprio intervento. La regia si è strutturata su uno schema cartaceo che si è riempito di contenuti mano a mano che ogni invitato è intervenuto. Le cose più interessanti che abbiamo riscontrato sono state le sinergie che si sono create nell’intera regia densa di collegamenti, riferimenti e agganci reciproci. Agganci fatti non da legami fissi, ma da sicuri e temporanei dialoghi. Tutto questo ha condotto il nostro pensiero verso il tema della condizione esistenziale racchiusa nella tematica generale dove, avendo scelto una citazione dall’inferno di dante in cui Ulisse dice “… con quella compagna, picciola da la qual non fui diserto”, si dichiara come sia impossibile prescindere da legami comunitari fondamentali, assumendosi la responsabilità e il rischio di reciderli, se necessario, per poterli evolvere senza il rancore e la malinconia di cui questa azione si carica. Dalle prime risposte al nostro invito, fin da subito, si è capito che una direzione precisa poteva essere tracciata. Il primo artista che è intervenuto e ha sviluppato la richiesta è stato Leone Contini, al quale gli è stato chiesto di rispondere a un intervento dal titolo “L’alloggio del capitano”; ovvero campo base di un antropologo schizofrenico. Leone ha proposto di installare una tenda canadese inizio ‘900 che rappresentasse il campo base di cui sopra e che fosse luogo di raccolta ed esposizione del materiale dell’antropologo. Il capitano della zattera ha chiesto che il suo materiale fosse prodotto da una spedizione guidata da lui stesso il 7 giugno all’interno del padiglione italiano curato da Sgarbi. Abbiamo deciso di fare una invito aperto a chiunque voglia parteciparvi e dove l’obiettivo sia di ricavare materiale utile per la raccolta etnografica. Leone sta svolgendo un lavoro preliminare molto importante, compilando dispense che consegnerà ai partecipanti per informarsi sul viaggio che verrà intrapreso, non dimentichiamo che tutto avrà un’attitudine molto scientifica! dalla spedizione usciranno appunti, schizzi, registrazioni audio e video, reperti etc...tutto ciò verrà riportato al campo base e reso disponibile alla consultazione durante le 12 ore del 8 giugno. Questo suo primo intervento ha aperto una traccia ad altri. Primo tra tutti è il personaggio della pittrice, che a me piace chiamare la paesaggista in vacanza. Maria Pecchioli, folcloristicamente truccata da tipica americana 60enne in vacanza, si soffermerà a dipingere vedute di scorci tipici di Venezia con il suo treppiede e lo sgabello, la scatola di legno dei colori e l'album di fogli d’acquerello. La pittrice seguirà il giorno 7 la spedizione del Capitano al padiglione italiano, senza entrare nel padiglione, fermandosi all'esterno e dipingendo vedute di organi genitali, credo. Inoltre, performerà con chiunque le si avvicinerà, rimanendo intrappolato in un dialogo da bar alla buona, che girerà attorno all'idea di canone di bellezza perduto. Il tutto sarà correlato da un plot derivato da testi storici, scritti di Carrà 'poetica per una nuova pittura 1919' e da ciò che emerge dal libro 'storia della biennale di Venezia dove si parla della biennale del 1920, guidata al padiglione Italia da Vittorio Pica che, se eliminati i riferimenti storici, beh...che dire?… Un altro intervento che si relazionerà al Capitano? è quello condotto da Antonio Guiotto. Abbiamo chiesto ad Antonio di sviluppare una scena dal titolo "ho assunto un gallerista a contratto". La sua idea parte dal presupposto che siano gli artisti ad assumere di volta in volta un gallerista, evidenziando un ribaltamento della realtà attuale del sistema dell’arte. Antonio chiederà ad un gallerista rinomato all'interno del sistema dell'arte, di usare Osloo come se fosse una galleria, di vendere opere, accrocchi raffazzonati da Antonio estemporaneamente, associando lunghi titoli e fotografie precedentemente prodotte ad altri oggetti e materiali come l'archivio della spedizione. La zattera puo' così per qualche ora, divenire il luogo dove tutto si può vendere come opera d'arte. A Jonathan Vivaqua abbiamo fatto un dispetto: gli ho raccontato cosa pensavo ci sarebbe stato su Osloo, un po' come sto facendo qui ora, chiedendogli di fare una mappa che serva agli spettatori per orientarsi sulla zattera e nella regia, ma di farlo senza avere riferimenti certi, bensi’ di immaginarsi un luogo così come glielo abbiamo raccontato. In realtà sarà una mappa per disorientarsi! L'intervento di Anna Forlati e Bigna Wehrli consiste nell'inaugurare tre punti della zattera prima che siano utilizzati dagli altri membri della ciurma. Il primo è la zona dei tavolini, il secondo la postazione dei djs e il terzo la finestra da cui si affacciano gli speakers. Utilizzeranno un loro sistema di misurazione già testato in altri lavori. Individueranno una serie di punti cartesiani di Osloo, come i punti che vengono tracciati con il compasso dal capitano sulla carta navale. Questi punti sono convenzioni geometriche che ci permettono di capire dove siamo e che tragitto stiamo conducendo. La mappatura che si crea permetterà agli artisti di ritrovare la strada una volta andati alla deriva. Contemporaneamente Bigna individuerà i punti corrispondenti a Shanghai. ah già lei sarà là. MA questi luoghi non saranno resi pubblici se non posteriormente. Simona Rossi danzerà sugli interventi musicali di Antonio Bertoni. L’intenzione è di fare una doccia di gruppo. Al momento sta ancora provando con dei pescatori di Avellino anche se ad Avelino non c'è il mare. forse? E poi c'è anche Hanna Hildebrand che ci illuminerà. ma sapremo solo domani cosa farà. Su Osloo c'è anche un bar, che per le nostre dodici ore si chiamerà "il bar di folli polpi", non ce lo siamo inventato di sana pianta perché è l'anagramma di uno degli artisti del padiglione Italia. Ovviamente in un bar ci sono dei camerieri, beh noi ne abbiamo trovato uno rispondendo alla annuncio "ti serve un artista?" per 5 euro all'ora. Stiamo parlando di Iacopo Seri, che per dodici ore servirà ai tavoli bevande e altre prelibatezze. Ovviamente lui non l'ha mai fatto il cameriere e l'oscillare della zattera sarà per lui una grande sfida, anche per noi! Sul taccuino per prendere ordinazioni aggiungerà le risposte ad alcune domande che non ha ancora formulato, risposte e nomi, Iacopo non è conosciuto per la sua calligrafia comprensibile, per questo a fine giornata, come se fossero dei titoli di coda, i suoi scarabocchi saranno letti da qualcuno, forse il gallerista? Tra una voce e l'altra, come un incursore ideologico, una voce tratta dal film di grifi e baruchello, la verifica incerta, una voce chiede in giro: who is eddie spanier? come ogni nave che si rispetti, almeno all'inizio del 900, non poteva mancare l'ufficio di collocamento gestito da Maddalena Fragnito e Emanuele Braga, il loro intervento si chiama The hiring hall: refund your trip!non è una presa in giro, succederà davvero! Ogni persona che vorrà salire sulla zattera dei folli, dovrà prima sedersi su un delizioso tavolino giallo con ombrellone in pandan e raccontare che lavoro fa e quanto gli è costato il viaggio e il soggiorno in biennale. Il rimborso non avverrà in soldi liquidi, ma in bevande, più specificatamente limonate! Se è vero come sostiene Francesco Fonassi, che della medusa sulla zattera se ne accorsero solo i francesi, chissà se gli italiani sulla zattera si accorgono di una frequenza radio occupata temporaneamente da cui si trasmetteranno tutti i suoni, rumori scarti vocali etc che investiranno la zattera in quelle dodici ore. Tra l'altro Fonassi se ne starà accucciato sul tetto di Osloo, sotto il sole, mixando in diretta tutti i suoni che saranno assorbiti da microfoni etc. Una hotline, gestita dalla bionda Giulia Ticozzi, sarà attiva a partire dal 7 giugno, durante l'escursione etnografica per continuare fino alle 22 dell'8 giugno. Non si sentiranno voci ansimanti, perchè Giulia twitterà in continuazione cosa succede sulla zattera, fotografando gli interventi con un telefono e mandando frasi e immagini direttamente all'archivio undo. L'idea è di perdere il controllo delle immagini scattate e delle frasi pensate per trovarsi, a fine esperienza, con un archivio da riutilizzare. Lo stesso gallerista ingaggiato da Guiotto, dovrà dimostrare doti sportive per giocare con Roberto de Pol a ping pong. Non sarà solo lui a giocare con il gallerista ma tutti gli artisti che si troveranno sulla zattera. Oltre le racchette e le palline, infatti, la partita si baserà su una serie di domande a cui il gallerista sarà costretto a rispondere. Dalla zona speakers, come su un pulpito, Marko Stamenkovic terrà un monologo sul potere del linguaggio e il linguaggio di potere....si potrà controbattere? Tra Pietro Rigolo e il dottorando in matematica pura Yunied Puig de Dios, intavoleranno un dibattito tra arte, bellezza, estetica, il cui titolo del loro lavoro sarà: Quanto può costare un mio testo se oggi ho comprato un libro di Virginia Woolf a 5€? - Xyz=? Tutta la conversazione sarà strutturata su un campo di battaglia tra i più conosciuti...Risiko! Tra Simona Rossi e Antonio Bertoni avverrà uno scambio performativo e musicale evolutivo, tratto dalla tre teorie della deriva dei continenti, entrambi si sono ispirati al nostro etnografo, ma in fondo sia l'Italia sia la Danimarca sono due penisole... Per l'occasione avremo anche la sfida tra Lamark e Darwin, svolta con armi musicali e immagini proiettate, divisa in due volumi da Dj Vidya e AnyBetterplace...non vi diciamo altro… Fær Øer Islands è il nome di una casa a rialto, abitata dagli artisti Alessandro Laita e ChiaraAlice Rizzi. Loro riceveranno tutti i suoni mixati in diretta da Fonassi, poi apriranno le finestre di casa loro e diffonderanno il suono per 12 ore sul campo… Non poteva mancare un lavoro cartaceo realizzato a posteriori, per questo ci penserà sempre Anna Forlati, la quale fotograferà con una stenopeica tutto cio' che, con occhio autoriale si intende, vede sulla zattera. Dentro alla macchina cercherà di inserire degli oggetti presi dalla zattera, e poi alla fine realizzerà con tutto il materiale un fotoromanzo Non ci resta che aspettarvi con magliette a righe e bermuda. Non poteva mancare il paradigma del nostro film audio, è un video di Claudio Marcon, si tratta di un animale, forse un cane, che dorme per dodici ore. Dormendo sogna, russa, si agita, respira e sospira. Lo abbiamo chiamato paradigma perchè, l'idea è... come se ... tutte le azioni che avvengono sulla zattera fossero le immagini inconsce dell'animale dormiente.