Lavoratori dell'arte in tour | 13/20 novembre /2011 | Report

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persi nella nebbia



Assemblea dei lavoratori dell'arte a torino|20 novembre 2011



Assemblea dei lavoratori dell'arte a Genova|19 novembre 2011_ Milano-Genova Calling China su carta (2011) Eleonora Chiesa



Venezia, 17.11.2011

In attesa del resoconto dell'incontro dei Lavoratori dell'arte che si è tenuto giovedi' a Milano, vi raccontiamo come sono andate queste ultime due settimane...

Il percorso di Lavoratori dell'arte vive sempre più di un confronto reale con i territori e i movimenti. Il confronto sulle politiche culturali, il precariato del lavoro cognitivo, i movimenti di occupazione, vanno frequentati con i nostri corpi, vanno attraversati per far crescere la consapevolezza e per procedere passo a passo, condividendo collettivamente azioni e pratiche.

Particolarmente degne di nota sono state tre giornate, di cui vi diamo un breve resoconto, che si sono svolte a Venezia, Genova e Torino dove, in modo diverso, siamo stati invitati e siamo stati di stimolo ad assemblee auto organizzate dagli artisti come lavoratori. Speriamo che in queste città questo processo prosegua con grande autonomia, per fortificare una rete nazionale che trasformi sempre di più il senso critico in pratiche propositive e costituenti.

A Venezia abbiamo dormito in tenda per una settimana, fra San Salvador e Rialto, davanti alla sede di Banca Italia. Assemblee fatte tutti giorni da studenti universitari, il collettivo del S.A.L.E. Docks, insegnanti, artisti, lavoratori precari della Biennale…, chi residente a Venezia e chi di passaggio per qualche giorno.
E' stato un momento di autoformazione, con preziosi interventi da parte di artisti, esperti di economia e studiosi di politiche culturali. Dall'assemblea degli occupanti nasce il progetto di entrare per un giorno nei giardini della Biennale, il 17 novembre per la giornata internazionale del diritto allo studio.
Ci siamo presi il nostro tempo e abbiamo letto, davanti a molti dei Padiglioni nazionali, testi scritti dai movimenti Occupy di quei paesi.
Rene Gabri, artista di NY, suggerisce di usare quel momento anche per esternare con sincerità e in modo spontaneo qualcosa di necessario. La gente che decide di occupare in questi mesi si è stufata di manifestare in modo rituale, sta usando le assemblee per capire, per autoformarsi, per giocare il proprio coinvolgimento individuale, per fare la differenza.
Il nostro gruppo di Lavoratori dell'arte ha letto un comunicato davanti al Palazzo delle esposizioni. Ecco il video dell'intervento:
http://www.undo.net/it/my/49472dd6c92ffdc8f1d34a54d3a6f67d/90/193

Poi l'assemblea degli studenti veneziani ha deciso il prossimo obiettivo: contestare un intervento in Università, programmato nei giorni seguenti, del banchiere Profumo sul futuro dei giovani, che dopo aver fatto collassare il suo istituto, si è dimesso con una buona uscita di 40 milioni di euro.
A fine assemblea nei Giardini, Rene Gabri, anche docente dello IUAV, invita i Lavoratori dell'arte alla lezione che tiene con i suoi studenti all'interno del padiglione Danese, dedicandola ad un confronto con il nostro gruppo.
Discutiamo fino a fine pomeriggio con gli studenti sul valore politico insito ad alcune opere, dei limiti e del valore delle vie di fuga dai sistemi di cattura, per finire sull'algoritmo con cui Goolge costruisce il pagerank, capitalizzando un enorme valore proprietario, sostanziato in modo gratuito da miliardi di utenti e lavoratori della conoscenza.

A Genova il 19 novembre, nel museo di Villa Croce, hanno partecipato ad una assemblea di Lavoratori dell'arte, artisti, curatori, galleristi, critici, professori e studenti d'arte, soggetti singoli così come realtà già strutturate che portano avanti riflessioni critiche sulla stato attuale dell'arte visiva.
L'obbiettivo dell'incontro era infatti quello di mettere in relazione le persone che si stanno occupando di questi temi a Milano e a Genova, interfacciandosi a partire dalla specificità degli ambiti territoriali di appartenenza, per poi riflettere sui punti di condivisione.
Dal racconto dell'esperienza milanese si è passati ad un confronto sulla situazione genovese: il dibattito sui temi di gestione pubblica dell'arte contemporanea si è acceso nel 2004, quando Genova è stata capitale europea della cultura creando aspettative molto forti, a fronte di grandi investimenti economici nell'arte, poi disattese negli anni a venire.
Anni in cui si è discusso molto della cattiva amministrazione pubblica, della mancanza di trasparenza e professionalità e, soprattutto, di una totale assenza di polifonia a favore di una gestione monopolistica dell'arte che, solo in parte, spiega la scarsa presenza di spazi dedicati all'arte visiva e l'esiguo numero di figure professionali del settore.
Anni in cui, seppure faticosamente, le cose si stanno muovendo ed il dibattito sta crescendo, sia in termini di contenuto sia di persone e luoghi coinvolti: infatti nuove realtà stanno emergendo e gli obbiettivi perseguiti si stanno concretizzando.
Non a caso la sede dell'incontro ligure è stata Villa Croce, che in quanto Museo d'Arte Contemporanea di Genova, è stata al centro di un acceso dibattito che ha portato, in vista della scadenza dell’incarico dell’attuale direttore, alla stesura di una petizione per l'istituzione di un concorso pubblico, attualmente sottoscritta da più di 700 persone.
Al termine dell'incontro è sorta una proposta per la costituzione di un nuovo percorso di confronto collettivo e di dibattito culturale che coinvolga tutte le realtà legate all'arte in ambito genovese. Per coloro interessati a farne parte, l'invito è quello di contattare Carlotta Pezzolo, che si sta occupando del coordinamento.

Il giorno seguente abbiamo discusso a Torino. In modo molto concreto con gli artisti, curatori e operatori culturali, che si stanno interrogando sulla sostenibilità dei loro progetti. Torino è una città particolare nel panorama italiano, negli ultimi anni una sinergia fra istituzioni pubbliche e private hanno investito particolarmente nel sostegno alla produzione e alla promozione nell'ambito dell'arte, del teatro, del cinema e della cultura.
Sono nate molte no profit, gruppi e associazioni, integrate nel tessuto urbano e con la cittadinanza, interagendo con musei e istituzioni che ne hanno sottolineato il valore, in una sinergia virtuosa e diffusa. Ora sembra che questa felice circostanza sia minacciata da una inversione di tendenza.
Nell'assemblea che si è tenuta domenica 20 novembre si è discusso molto dei rischi impliciti al caso Torino. Sono emerse alcune domande quali: quanto controllo abbiamo sulla nascita e tramonto delle città creative? Città che cercano di rilanciarsi con l'appoggio di poteri forti mediante investimenti nell'arte e nello spettacolo e nei grandi eventi, sono poi sostenibili nel lungo o medio periodo? Sono forse funzionali ad interessi economici di pochi che, in ultima analisi, lasciano solo le briciole e poco potere decisionale alla rete orizzontale dei molti che in buona fede sono serviti a sostanziarne il processo? Quali i modi per contare qualcosa, quando le cose potrebbero non andare più così bene?
Forse lavorare su leggi che agevolino un investimento del privato e del pubblico direttamente nelle piccole realtà della produzione artistica diffusa? Forse promuovere una carta etica che garantistica una migliore trasparenza e dia più legittimità e riconoscibilità a chi lavora e produce quotidianamente valore sociale e cooperante?
O forse è necessario riflettere sul fatto che siamo all'interno di una più complessa tendenza politico ed economica, nazionale e internazionale con cui fare i conti: gli aspetti deregolamentati, defiscalizzati e decontrattualizzati che assorbono il valore prodotto da una moltitudine di lavoratori della conoscenza, tipici del mondo dell'arte, sono diventati un modello per il resto del mercato del lavoro e per i meccanismi economici e finanziari. E questi sono gli stessi meccanismi che stanno mettendo in scacco le politiche governative, impedendo una possibile redistribuzione economica e produzione di welfare.
Bello vedere una città che si ritrova a parlare di questo, riunendosi senza timore e peli sulla lingua.

Lavoratori dell'arte

http://www.undo.net/it/my/d903714347694af092af40046b9d45b2/101/204

Gentile Concita de Gregorio, un articolo di Marcella Anglani

http://www.undo.net/it/my/d903714347694af092af40046b9d45b2/100/202