Il sassolino nella scarpa

Vai alla homepage di Elena Malara

3 di 3

Indice :

1 UnDocumenta(13) - Per un archivio dell'istante

2 Sedimenti

3 Il sassolino nella scarpa


Vai alla homepage di UnDocumenta: http://www.undocumenta13.undo.net

Otto ore di viaggio si fanno sentire su gambe e testa, anche per le vibrazioni dello stereo a tutto volume ascoltando le radio hits del momento, in velocità.
Otto ore complessive spese in macchina per Kassel-Berlino e ritorno, inframezzate da tre giorni di esperienze nella città dai due volti.

Partiamo dal presupposto che Berlino è una città-mito, che ha attratto e continuerà ad attrarre visitatori per la sua storia, per la sua offerta culturale, sicuramente per la sua rivitalizzante vita diurna e notturna. La 'short visit' era inevitabile, necessaria l'iniezione di frenesia urbana dopo un mese di alternativa tranquillità nella piccola cittadina della Germania centrale. La città è comparabile ad un filone minerario scoperto, leggibili le stratificazioni sedimentarie che creano struttura, livelli con diverse densità e storie che unendosi compongono lo sfaccettato affresco urbano ed umano che ci ha travolte per tre brevi giorni.

Il rapporto esperienza/tempo è particolarmente spiazzante. Considerando le lunghe settimane che ci hanno visto vivere Kassel, ed il più tenue bottino che ne è derivato, è inevitabile che crescano alcune considerazioni. Il confronto suona un pò alla Davide e Golia, tuttavia il risultato è meno scontato di quanto si pensi.

Il piccolo Davide/Kassel ha fatto di un generico punto di debolezza, la sua forza: ricostruita praticamente ex novo nel dopoguerra, ha messo considerevolmente in secondo piano l'importanza del background storico per diventare capoluogo, ogni cinque anni, dell'evento dOCUMENTA, inaugurato da Arnold Bode nel '55 per riportare lustro alla sua disastrata cittadina. Il potenziale è enorme: un piccolo centro abitato della Germania ha tutte le carte in regola per diventare, negli anni, la capitale indiscussa della cultura artistica contemporanea, costruendo attività e centri di ricerca per l'arte intanto che aspetta, come una novella sposina, il ritorno del suo sposo.

La grande Berlino/Golia quasi non ha bisogno di presentazioni: il suo peso storico lo conosciamo bene tutti, e sarebbe didascalico soffermarsi sulla sua rilevanza culturale da dopo la caduta del muro. Multietnica, multiculturale, intellettualmente d'avanguardia, politicamente accattivante, spregiudicatamente disinvolta nello stile di vita. Praticamente, invincibile.

Il nostro Davide/Kassel, ritornando alla realtà dei fatti, ha disatteso molte delle promesse fatte: la cittadina non vive la vivacità culturale che potrebbe inscenare quotidianamente, preferendo un fervore locale di fiere e sagre intanto che dOCUMENTA viene ridimensionata ad aliena entità ospitata ogni cinque anni, che i Kasselers da fuori osservano e blandamente considerano, aspettando che passi a mò di febbre. Degli esempi chiave di questa edizione sono l'esperimento sociale e partecipativo di Tiester Gates alla Hugenhotten haus, la cui sopravvivenza è in serio dubbio dopo la conclusione di dOCUMENTA, e il fenomeno delle temporary house, luoghi presi in affitto e per un determinato periodo aventi licenza di simulare la vita di un centro occupato, senza però rischiare lo scontro con la legge, visto che le milizie per fronteggiare l'eventualità, a Kassel, sarebbero molto magre.

A questo punto la vittoria di Golia sembra scontata, in barba ai dettami della Bibbia. Invece, si può provare a riportare le sorti nel binario dei classici con alcune considerazioni:

Berlino/Golia sta mettendo su pancia e qualche capello grigio in testa, e come prevedibile, sta ridimensionando le sue priorità. La crisi è forse arrivata anche qui, fatto è che l'alto tasso di disoccupazione è accompagnato da un parallelo innalzamento dei prezzi nel settore terziario, vale a dire il ricco bacino del turismo di cui la città si nutre ormai ininterrottamente durante tutto l'anno solare. Il colorito rosso sta sbiadendo a favore di un più mite pallore commercialmente adatto, che spoglia le rive dello Spree di alcuni dei suoi club più famosi ed edifica strutture d'intrattenimento culturale in puro stile yankee. Colpo di grazia, anche la nota apertura politica della città è messa a repentaglio dal rinvigorirsi di movimenti nazifascisti nel suo grembo, intanto che le massime cariche dello stato la scelgono come teatro per poco felici statements anti-europeisti.

L'attenzione ritorna inevitabilmente sul nostro piccolo Davide: provinciale, inconsapevole, a tratti gracile, ma con quella fionda e quel sasso stretti nella mano. Quel sasso, pesante e appuntito che è dOCUMENTA, capace ogni cinque anni di far venire un considerevole mal di testa a Golia, capace di metterlo in secondo piano, di togliergli il primato.

Quel sasso rappresenta l'enorme potenziale, la spinta innovativa della Germania e dell'Europa intellettualmente attiva e critica che può scagliarsi contro le convenzioni e gli appiattimenti che anche il suo centro urbano più famoso sta rischiando. Non a caso, il mezzo è l'arte, l'espressione culturale più discussa di sempre.

Se solo i Kasselers e gli operatori di dOCUMENTA si impegnassero a lanciarlo più forte, più a lungo, più lontano, non solo ogni cinque anni.