Films and Spiritual Research. Una manifestazione dedicata a quelle forme cinematografiche che si oppongono alla rapida consumazione promossa da 'blockbuster' e da multisale, cui spesso anche i festival si adeguano.
Films and Spiritual Research
ALBA, 5-12 APRILE 2003
VEDERE, GUSTARE, PENSARE:
LO "SLOW CINEMA" AD INFINITY FESTIVAL
Nella terra che ha visto nascere Slow Food, vale a dire un modo nuovo di
concepire il cibo e il rapporto con la cultura gastronomica, nasce Infinity
Festival, una manifestazione dedicata a quelle forme cinematografiche che si
oppongono alla rapida consumazione promossa da "blockbuster" e da multisale, cui
spesso anche i festival si adeguano. In un quadro che privilegia la quantità (il
maggior numero di film possibili, il maggior numero di eventi, di star, di prime
visioni) a scapito della qualità , crediamo che anche il pensiero sul cinema
abbia bisogno di una pausa di riflessione. Forse è in un
andamento lento, in un procedere più ponderato, in un passo più cadenzato che
diverrà possibile riscoprire l'"umanità " di un'arte ormai preda della sua parte
meccanica.
Vedere un film come si gusta un buon bicchiere di vino, senza lasciarsi
abbagliare dall'etichetta. Contemplarne il colore, assaporarne il gusto e poi
lasciarlo crescere nel palato. Le tre regole di un buon degustatore si applicano
perfettamente anche allo spettatore. Pensare ad uno "slow cinema" significa
cercare di restituire ai film e alle persone che li concepiscono un respiro più
tranquillo, in cui l'incontro e la discussione siano momenti
altrettanto importanti della singola visione.
In una dimensione raccolta, come quella che la città di Alba può offrire,
abbiamo pensato ad un festival in cui la parola trovi il suo spazio accanto al
potere dello sguardo, dove le immagini suggeriscano i modi per rendere migliore
l'esistenza, dove gli uomini che hanno fatto i film si mostrino nella loro
umanità e diventino testimoni di un tragitto. Per fare ciò abbiamo stabilito che
ogni mattina sia dedicata ad attività d'incontro e di discussione. Il tutto si
concluderà verso mezzogiorno con una chiacchierata con gli ospiti del giorno
dove scambiare, attorno ad un bicchiere di vino, ricordi, curiosità , progetti
futuri e commenti.
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IL PROGRAMMA
Anche quest'anno il comitato di selezione, insieme al direttore Luciano Barisone
e al suo vice Carlo Chatrian, ha percorso instancabilmente i festival del
vecchio continente - fra le tappe significative Infinity Festival era a Nyon,
Cannes, Marsiglia, Karlovy Vary, Locarno, Venezia, San Sebastian, Torino,
Amiens, Salonicco, Amsterdam, Rotterdam in occasione delle rispettive
manifestazioni internazionali di cinema - visionando oltre 800 film, cui vanno
aggiunti i 300 giunti in cassetta alla sede del Festival. Ne sono risultate
scelte che privilegiano non solo la qualità delle opere in quanto tali, la loro
fruibilità da un vasto pubblico, ma anche degli itinerari di conoscenza
all'interno delle più diverse aree del globo: itinerari cinematografici, che
toccano la vita materiale e spirituale di altre genti, i loro problemi, i loro
ricordi, le loro speranze. Si tratta di aree calde, sempre al centro
dell'opinione pubblica mondiale - come lo snodo israeliano-palestinese o il
cerchio di fuoco del Caucaso - oppure di terre - come l'Africa, l'India, il
Brasile, la Russia - dove il peso della tradizione, della memoria, si sposa con
la modernità tecnologica, con il futuro, dando luogo a forme di straordinario
sincretismo culturale.
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SELEZIONE UFFICIALE
Presenta dodici film in concorso, inediti in Italia, tra cui ci piace ricordare
Japon di Carlos Reygadas, film di solitudini e d'esilio, sullo sfondo di
paesaggi infiniti, perduti fra i deserti africani e gli altopiani del Messico,
Tishé, girato con humour e poesia dal russo Victor Kossakovski durante le
celebrazioni del trecentesimo anniversario di San Pietroburgo senza mai
staccarsi dalla finestra di casa, e l'italiano Un mondo d'amore di Aurelio
Grimaldi, ritratto di Pasolini da giovane, sospeso fra il Friuli
dell'adolescenza e la Roma della maturità . Oltre a questi la sezione comprende
una decina di opere fuori concorso, destinate al grande pubblico.
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RETROSPETTIVA ANDREJ KONCHALOVSKIJ
Testimone dello scorrere delle stagioni cinematografiche degli ultimi
quarant'anni, Andrej Konchalovskij è una delle figure più eccentriche e
significative che hanno attraversato il cinema dagli anni Sessanta a oggi.
Capace di un sobrio lirismo e tenace nel confrontarsi con la materia degli
scenari in cui si muove, Konchalovskij, nel corso della sua lunga e fortunata
carriera, ha incarnato l'ideale dell'artista che cerca la propria dimensione
umana e spirituale, artigianale e poetica, nell'elaborazione di una personale
visione della vita. Partito dal cuore dell'Unione Sovietica negli anni '60, per
poi emigrare, nel 1984, negli Stati Uniti d'America e infine fare ritorno allo
smarrimento della Russia post-sovietica, l'inesausto viaggiatore Andrej
Koncalovskij ha saputo elaborare con intelligenza storica e decisa sensibilitÃ
drammatica i paesaggi, culturali e geografici, incontrati nel corso della sua
carriera. Nato da un'illustre famiglia moscovita, Konchalovskij ha contribuito
alla nascita della "nouvelle vague" russa recitando in Ho vent'anni di Marlen
Chuciev, cosceneggiando Andrej Rubliov, uno dei capolavori di Andrej Tarkovskij
e dirigendo, lui stesso, Il primo maestro. In seguito è stato l'autore di
numerosi film, presentati e premiati nei principali festival internazionali: da
Venezia a Cannes, da Berlino a San Sebastian, a Karlovy Vary. Sia che percorra
la primavera e l'autunno dell'ideale comunista in URSS nel dittico di Asja
Kljacina, a cavallo tra anni '60 e '90; sia che affronti la vastitÃ
dell'affresco storico di Siberiade (premiato a Cannes nel 1979); sia che
persegua la verità drammaturgica dei suoi personaggi nel rigore formale degli
"hollywoodiani" Maria's Lovers, A trenta secondi dalla fine, I diffidenti e
Homer & Eddie; sia che ritrovi infine gli scenari est-europei nel successo
artistico di produzioni "comunitarie" come Il proiezionista e il recente Dom
Durakov - La casa dei pazzi (premiato alla 59.ma Mostra del Cinema di Venezia
col Gran Premio della Giuria), Andrej Konchalovskij resta un autore in grado di
raccontarci come pochi altri il rigore della libertà e la leggerezza delle
regole che fondano il nostro vivere comune.
L'omaggio a Andrej Konchalovskij, realizzato in collaborazione con il Museo
Nazionale del Cinema di Torino, sarà accompagnato da un incontro pubblico con il
regista e da una monografia a lui dedicata (a cura di Massimo Causo e Eugenia
Gaglianone).
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RETROSPETTIVA NICOLAS PHILIBERT
Cineasta capace di esplorare i settori più disparati della società francese
conservando uno sguardo a misura d'uomo, Nicolas Philibert è una delle figure
più interessanti della nuova scena del documentario europeo. Approdato al cinema
negli anni Settanta, dopo un apprendistato con René Allio, con La voix de son
maître (ritratto dedicato ai capi d'industria, tra satira e intervento politico,
co-diretto insieme con Gérard Mordillat, nel 1978) Philibert non ha mai smesso
di attraversare il suo paese alla ricerca di soggetti che ne esaltassero le sue
qualità di esploratore del presente. Dalla ricostruzione del nuovo Louvre (La
ville Louvre) al mondo dei sordi (Le pays des sourds), da una scuola di teatro
(Qui sait?) ad un museo di scienze naturali (Un animal, des animaux), da una
clinica per alienati (La moindre des choses) alle imprese di un alpinista
dell'estremo (trilogia su Christophe Profit), nonostante la varietà di temi,
l'atteggiamento con cui Philibert affronta la realtà filmata non cambia: nel suo
sguardo si legge tanto la volontà di comprendere quanto il desiderio di
partecipare emotivamente a ciò che accade di fronte a lui. Questo doppio
approccio è il soggetto del più recente Etre et avoir. Qui, i bambini e
l'insegnante di una classe unica nel centro della Francia sono seguiti per un
anno intero, cogliendo nelle fatiche dell'apprendimento tutta una commedia
umana, con le sue gioie e i suoi dolori. Più che alle strutture sociali,
politiche, economiche, Philibert è infatti interessato agli uomini. Alle
strategie che essi dispiegano per relazionarsi con l'ambiente e con gli altri,
ai modi con cui comunicano le loro emozioni, allo sforzo che compiono per andare
incontro all'uomo con la macchina da presa. Che si focalizzi sul museo più
grande del mondo o che si appassioni alla varietà del mondo animale, che segua
il linguaggio dei sordomuti o i primi passi del leggere e del contare, il cinema
di Philibert mostra come la pratica documentaria, quella più genuina, quella che
ci informa su realtà poco note e tuttavia non così diverse dal nostro mondo, non
sia esente dal pathos che anima le migliori storie di finzione.
L'omaggio a Nicolas Philibert, realizzato in collaborazione con il Museo
Nazionale del Cinema di Torino, sarà corredato da una lezione di cinema e da una
monografia sul regista (a cura di Luciano Barisone e Carlo Chatrian).
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LE INIZIATIVE DI INFINITY FESTIVAL
Due tappe di avvicinamento si sono svolte nelle scorse settimane ad Alba, in
attesa della seconda edizione di Infinity Festival.
La prima è stata la presentazione, martedì 11 febbraio, della manifestazione al
Rotary Club di Alba. Nella sala dell'Istituto Ferrero, Paolo Pellegrini e Pier
Mario Mignone hanno esposto le linee guida della nuova edizione, rispondendo
alle domande del presidente del Rotary albese, Piero Cirio, e del pubblico. A
conclusione della serata è stato proiettato il documentario "Viaggio intorno
alla mia casa" di Gianfranco Pannone (Italia, 2001), presente lo scorso anno ad
Alba nella retrospettiva "Io un altro".
Il secondo appuntamento è stato realizzato in collaborazione con il circolo del
cinema Il Nucleo. A conclusione della rassegna, mercoledì 26 febbraio è stato
ospite ad Alba il regista Matteo Garrone, in occasione della proiezione del suo
ultimo film, "L'imbalsamatore" (Italia. 2002), presentato al festival di Cannes
nella Quinzaine des Réalisateurs, che lo ha rivelato come uno degli autori più
interessanti e coraggiosi del nuovo cinema italiano.
Invitato a confrontarsi con la platea del Nucleo e di Infinity, Garrone ha
risposto alle domande del pubblico sulla sua storia noir ambientata fra la
Campania e la valle padana. Il giovane regista ha dato anche qualche
anticipazione sul suo nuovo lavoro: una pellicola ambientata a Vicenza, scritta
con Massimo Gaudioso e con il narratore Vitaliano Trevisan, che sarà anche
protagonista del film.
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CHI PROMUOVE INFINITY FESTIVAL
Infinity Festival è promosso dall'Associazione per il Festival del Cinema
Spirituale con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo,
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Ferrero, Ministero dei Beni
Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di Alba, Consorzio
Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Roero, Unione produttori Vini Albesi, Ente
Turismo Alba Bra Langhe Roero, Consorzio Turistico Langhe Roero Monferrato,
Nova-T Produzioni Televisive, Euphon Spa, La Gazzetta d'Alba, Servizio
Nazionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana,
Associazione cattolica esercenti cinema, Diocesi di Alba, Frati cappuccini del
Piemonte.
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NOTE TECNICHE
La Fondazione Ferrero, a pochi minuti dal centro di Alba, collegata con la cittÃ
con un servizio di navette, costituirà l'asse portante del festival. Al suo
interno verranno allestite una sala cinematografica (350 posti), una sala
incontri (80 posti), una videolibrary, una sala stampa. Il palazzo della
Fondazione ospiterà anche un servizio mensa dove accreditati, giornalisti,
ospiti del festival e appassionati potranno riunirsi in un'atmosfera quanto mai
tranquilla e conviviale. Caffetteria e appositi spazi-incontro completano il
progetto di un festival che privilegia il dialogo tra persone diverse.
Gli alberghi e i ristoranti della città di Alba, le aziende agrituristiche e i
"bed and breakfast" delle Langhe (che nel corso di Infinity Festival proporranno
prezzi convenzionati) completano il panorama dei luoghi del festival. Le offerte
riguardanti ospitalità e vitto sono disponibili sul sito del Festival.
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COMITATO DI SELEZIONE
Pier Maria Bocchi, Massimo Causo, Roberto Manassero,Giona A. Nazzaro, Massimo
Rota.
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L'Associazione per il Festival del Cinema Spirituale
Il gruppo promotore, attivo dal 1999, si è costituito in associazione nel marzo
del 2001.
Dell'Associazione fanno parte: Paolo Pellegrini (Presidente), Pier Mario Mignone
(Vice-Presidente), Riccardo Caldara, Gianfranco Alessandria, Gianni Volpi,
Roberto Morano, Ottavio Fasano, Mario Durando, Corrado Avagnina.
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Informazioni:
Infinity Festival
V. F. Bocca 15 - 10132 TORINO - Italia
Tel. 011 8987185
info@infinityfestival.org
Fondazione Ferrero
Strada di Mezzo, 44
Alba (CN)