Museo Archeologico Nazionale
Napoli
piazza Museo Nazionale, 19
081 4422149 FAX 081 440013
WEB
Giuseppe Maggi
dal 28/5/2013 al 28/5/2013
ore 17

Segnalato da

Vittorio Melini



approfondimenti

Giuseppe Maggi



 
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28/5/2013

Giuseppe Maggi

Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Presentazione del saggio "Ercolano - Fine di una citta'"


sintesi del comunicato stampa

Non si puo' non restare avvinti nella lettura del saggio di Giuseppe Maggi "Ercolano - Fine di una citta'" edito da Kairos, non tanto per lo scorrere cronologico dei fatti e delle vicende intrise di interesse scientifico e culturale quanto per l'accorata modalita' narrativa che trasporta il lettore, come in una macchina del tempo, nei vissuti di un grande scenario di scoperte e scopritori, con testimonianze di grande rilevanza storica ma talvolta agghiaccianti. Basti pensare al senso di dolore che traspare dalla tragedia della massa dei corpi degli ercolanesi per la prima volta ritrovati, che esprimono paura, rassegnazione, il credo religioso della disperazione, la speranza, ma anche l'affetto e l'amore per i bambini. E per contro a uno scientifico metodo Bisel per radiografare quei resti e stabilirne dati anagrafici e stato di salute al momento dell'eruzione del Vesuvio, che sembra un blasfemo e freddo metodo di catalogazione. Maggi ripercorre la storia della scoperta di una citta' che nella propria tragedia e' divenuta, insieme a Pompei, il simbolo di un passato che le vicende dell'eruzione hanno lasciato intatto cosi' com'era quel giorno del 79 d.C. in cui cesso' di esistere. A Ercolano in realta' assai piu' che a Pompei per le diverse circostanze dell'eruzione, che cancellarono la citta' sotto un'enorme massa di fango solidificato nella quale si conservarono tutti i materiali deperibili fino al pane, al guscio d'uovo, mentre a Pompei la pioggia di cenere e lapilli lascia trasparire fin dall'antichita' l'azione nefasta degli agenti atmosferici nonche' dei cercatori di tesori. Attraverso i secoli si passa dall'interesse inteso come mera espressione di potere di sovrani e nobili all'appassionante susseguirsi di recuperi e restauri, di ricerche e osservazioni di studiosi stranieri come il Winckelmann, che descrive estasiato il meticoloso lavoro di svolgimento dei papiri, e degli italiani Michele Arditi, Antonio e Carlo Bonucci, Giuseppe Fiorelli fra il periodo borbonico e quello risorgimentale. Ma e' grazie soprattutto al lavoro di studiosi come Amedeo Maiuri e Alfonso de Franciscis che Ercolano e' svelata al mondo nel suo significato contestuale e storico-sociale. Maggi e' stato l'ideale e materiale prosecutore del pensiero di quegli uomini, cioe' di un pensiero votato alla scoperta e alla conservazione di testimonianze antiche che il tempo e le calamita' hanno inghiottito e gli uomini hanno il compito di risvelare e riportare alla luce, ma rappresenta anche l'anima critica di un mondo, quello politico-istituzionale, fatto di contraddizioni e volonta' non sempre univoche nella realizzazione di forme di salvaguardia del patrimonio storico e culturale della nazione, che e' anche patrimonio culturale dell'umanita'. E' per questo che auspica, per il futuro, interventi congiunti delle istituzioni campane volti a migliorare lo stato di conservazione dei tesori di Ercolano, realizzando anche itinerari alternativi che siano comprensivi delle ville del "Miglio d'oro" e del Vesuvio. Ore 17, ingresso libero.

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