Alle ore 18 presso la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, si terrà la presentazione del volume Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo di Anna Ottani Cavina, edito da Electa. Interverranno Pier Giovanni Castagnoli, Enrico Castelnuovo, Fernando Mazzocca. Sarà presente l'autrice. I due volumi presentano per la prima volta l'opera completa del pittore Felice Giani (con il catalogo dei dipinti, dei cicli pittorici, dei disegni) e insieme una ricostruzione nuovissima del contesto artistico fra Sette e Ottocento.
Alle ore 18 presso la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino - Sala Conferenze GAM, Corso Galileo Ferraris 30 - Torino, si terrà la presentazione del volume Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo di Anna Ottani Cavina, edito da Electa. Interverranno Pier Giovanni Castagnoli, Enrico Castelnuovo, Fernando Mazzocca. Sarà presente l'autrice.
I due volumi presentano per la prima volta l'opera completa del pittore Felice Giani (con il catalogo dei dipinti, dei cicli pittorici, dei disegni) e insieme una ricostruzione nuovissima del contesto artistico fra Sette e Ottocento. Tale ricostruzione si fonda su una campionatura molto ampia di materiali italiani, inglesi e nordici in generale e su una campagna fotografica in bianco e nero e a colori, ad altissimo livello, eseguita nelle dimore aristocratiche dell'età neoclassica.
Una sezione importante è dedicata alla grafica, produzione nella quale Giani ha dispiegato il proprio straordinario talento di disegnatore.
Un indice dei nomi e un indice iconografico di oltre 3200 voci (a cura di Virginia Ponciroli) fanno dei due volumi uno strumento di consultazione agevole e indispensabile per qualunque studioso del Settecento.
Qualche elemento per la biografia. Felice Giani nasce a San Sebastiano Curone presso Alessandria nel 1758. Giovanissimo si trasferisce a Pavia e poi a Bologna (1778) dove si muove nell'ambito della cultura neoveneta di Gaetano e Ubaldo Gandolfi.
Fra il 1780, data del suo arrivo a Roma e il 1786, data della sua prima chiamata a Faenza da parte del pittore di quadratura Serafino Barozzi, si collocano gli anni cruciali della sua formazione, segnata a Roma dalle figure di Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann e dai pittori della cerchia di Füssli.
Attratto dai modelli del Cinque e Seicento - da Michelangelo a Pellegrino Tibaldi a Pietro da Cortona - Giani approda a un neoclassicismo immaginoso e teatrale.
Nel 1784 il pittore trionfa al concorso dell'Accademia di Parma con il Sansone e Dalila, un dipinto che può leggersi come il manifesto della sua conversione romana.
L'esperienza a fianco di Cristoforo Unterperger per la realizzazione degli encausti tratti dalle Logge Vaticane di Raffaello, destinati a Caterina II di Russia, segnerà per sempre lo stile di Giani: d'ora in avanti la decorazione d'interni diverrà il campo d'azione privilegiato e straordinariamente felice della sua produzione.
A Roma, tra il 1789 e il 1793, realizza la decorazione di Palazzo Altieri. L'opera segna una svolta nella sua carriera. Essenziale infatti per l'emancipazione di Giani e per l'affermarsi di uno stile personalissimo è la creazione di una sua bottega, dove è lui solo, però, a progettare l'ornato, gli stucchi, l'ebanisteria e l'arredo e ad eseguire in prima persona gran parte delle superfici dipinte. Nascono così i grandi cicli a Faenza (Naldi, Milzetti, Gessi, Cavina), a Bologna (Aldini, Marescalchi, Lambertini Ranuzzi, Baciocchi), a Roma (palazzo dell'Ambasciata di Spagna, palazzo del Quirinale) e le molte decorazioni tra Forlì, Ferrara, Ravenna, Venezia. Nel 1811 è accolto all'Accademia di San Luca e nel 1819 nella Congregazione dei Virtuosi del Pantheon. Il suo ritmo di lavoro è vertiginoso.
Muore il 10 gennaio del 1823.
È la decorazione di interni che connota il lavoro di Giani come nessun'altra esperienza, in termini di durata, impegno e audacia inventiva. Il libro presenta una serie di immagini splendide a cominciare da palazzo Milzetti a Faenza. Nell'arco di tre anni (1802-1805) si scandisce la decorazione di questo palazzo. Per il conte Francesco Milzetti e la sua giovanissima sposa, Giani concepisce un capolavoro di grazia, una suite colorata e fiabesca, ispirata all'antico. Nel boudoir della contessa Milzetti, l'artista realizza una spazialità suggestiva, riplasmando il vano banale di partenza. Poi, a distanziare i riquadri dipinti sulle pareti, interpone un cristallo e una cornice dorata, così da accrescere la distanza tra il modello archeologico pompeiano e la sua interpretazione moderna. Nella sala da ballo, che allora si chiamava Galleria di Achille, Giani esprime al meglio la sua vocazione a governare un'équipe, nell'integrazione perfetta fra cammeo figurato, ornato, stucchi, specchiere, arredo. Ma a palazzo Milzetti è il vestibolo della stanza da bagno il capolavoro decorativo, in termini di fantasia e di risposta geniale alle esigenze funzionali. È qui che Giani gioca la sua carta più audace: sintonizzare l'intera decorazione (volta e pareti) sul nero lucente del fondo. Un'idea spregiudicata e antitetica rispetto alle decorazioni pastello che rivestivano le dimore inglesi progettate dall'architetto Robert Adam.
La riscoperta dell'artista negli anni Cinquanta ne ha interpretato la figura come precedente possibile della pittura romantica di Delacroix, Géricault, Daumier.
Anna Ottani Cavina ricostruisce intorno a Giani uno sfondo diverso, più nordico e contemporaneo, ancorato alla realtà di Roma, e introduce nuovi elementi nella formazione di un artista molto dotato, che attingeva a Michelangelo e al Sublime, con propensione al romanzesco e al fantastico.
AUTORE: Anna Ottani Cavina
TITOLO: Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo
COLLANA: I Classici
EDITORE: Electa
PAGINE: 990 in 2 tomi
ILLUSTRAZIONI: 1333
PREZZO: L. 450.000
IN LIBRERIA: gennaio 2000
Per informazioni: Ufficio Stampa Electa Tel.02 21563456- fax 02 21563314