Presentazione dell'Opera Scena di sacrificio
La tela di Bor, di tema inusuale (per non dire stravagante) e d'eccentrica impaginazione, coniuga una visione di paese tipicamente nordica a memorie delle antichita' romane, conosciute e amate dal pittore in un soggiorno romano fra il 1623 e il 1626. Anche lui, al pari di tanti suoi conterranei, si sara' spostato nell'Urbe per studiare proprio i reperti d'un passato eroico appreso sui libri e per conoscere i capi d'opera dei grandi maestri di primo Cinquecento; ma poi, lui pure, sara' rimasto abbagliato dalle novita' luministiche del Caravaggio e dei suoi numerosi discepoli; con uno dei quali, ancorche' anomalo (Michelangelo Cerquozzi, suo quasi coetaneo) ebbe a spartire anche la dimora. Cerquozzi, d'altronde, con gli olandesi doveva aver dimestichezza, se condivise con Peter van Laer l'idea di tradurre la lingua del Merisi nelle scene di vita popolare, peraltro diffuse nelle terre nordeuropee. Ma certo, nella sosta romana, Bor, ammaliato dai modelli antichi (anche letterari, vista l'originalita' dei soggetti che lui illustro', desumendoli da fonti celebrate, a principiare da Ovidio) avra' guardato con trasporto le opere dei classicisti bolognesi, capaci di restituire lo splendore delle struggenti vestigia romane. La peculiarita' dello stile di Bor risulteraa' lampante quando la sua tela sara' esposta nella stanza dei pittori olandesi di Utrecht, dove s'e' pensato potesse trovar luogo conveniente. Giovedi' 11 giugno, ore 12 Aula di San Pier Scheraggio Loggiato degli Uffizi.