Immagini in movimento sul confine fra arte e documento

17/07/2009



The Freedom Festival


The Freedom Festival
Un video del duo curatoriale Grid proposto al convegno Everybody talks about the weather. We Don't, tenutosi in Naba - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano lo scorso aprile.

Questo video è stato prodotto come vero e proprio intervento all'interno del dibattito in corso. Il seguente testo è di introduzione alla visione del video.

1. The World's Fair. Durante l'estate del 1939 si tenne a New York la prima esposizione universale volta alla creazione di un mercato su scala globale. Vi parteciparono 75 paesi, coinvolti in un processo di rappresentanza nazionale che stabilirà da allora in poi i canoni di produzione e competizione secondo le nuove logiche liberali. Grandi eventi culturali, come le Biennali d'arte contemporanea, possono essere visti come l'adeguamento della produzione intellettuale, immateriale, alle influenze di un sistema globale, o forse è meglio dire di un mercato neo-liberale. Ma cosa comporta tutto ciò?

2. Politica e spettacolo. Se consideriamo la produzione d'arte come un atto politico, e non solo come un oggetto di consumo, dobbiamo tenere bene a mente quali sono le conseguenze e possibilità nell'introdurre un tale lavoro all'interno del sistema neo-liberale. Dopo la recente crisi economica molti eventi culturali hanno iniziato ad includere il “politico” nel loro programma artistico, come un nobile concetto d'esposizione. Così facendo la capacità politica dell'opera d'arte è ridotta alla superficialità della sua esposizione. È il “politico” solo una questione di linguaggio?

3. Processi decisionali. Concependo il lavoro d'arte in accordo a predeterminate logiche di consumo, è possibile (se si è bravi e fortunati) ottenere una posizione centrale e di successo all'interno di una società rigidamente gerarchica, come la nostra. Ma fino a che la rendita intellettuale rimarrà l'unico fine attrattivo, non muoveremo mai verso una posizione più consapevole. Così la funzione di un lavoro d'arte deve essere quella di rioccupare territori in forme alternative, non come centro o periferia, ma come infrastruttura, come vero soggetto politico. Un sistema dove la leadership è temporanea e relativa, uno strumento al servizio del network. Per fare ciò il lavoro d'arte deve essere integrato nel campo sociale, riflettendo cambiamenti di posizioni e necessità interdisciplinari, reinventando soggettività individuali e collettive. Ripensando la realtà.

Video prodotto da Grid. Durata: 10'52''