Immagini in movimento sul confine fra arte e documento

11/05/2011



Arte-Mondo


Arte-Mondo. Incontro con Emanuela De Cecco, Roberto Pinto, Cesare Viel, introduce Francesca Guerisoli. Spaziocorale, Milano. Giovedì 28 aprile 2011

Testo di Francesca Guerisoli:

(...) non è in gioco la novità, di fatto non c'è niente di nuovo. Piuttosto la convinzione che sia necessario continuare a mettere al lavoro alcune domande, cioè continuare a metterle in pratica, in questi anni in particolare, sottraendosi dunque alla tentazione di chi privilegia visioni estatiche dell'estetica, apparentemente potenziando la recezione dell'arte di oggi, in realtà sottraendo la possibilità di pensare a questo terreno come oggetto di riflessione critica.
Emanuela De Cecco


Arte-Mondo è il primo di una serie di incontri in programma presso Spaziocorale che vedono intervenire su temi specifici studiosi del contemporaneo e artisti. Il titolo dell'incontro riprende il libro curato da Emanuela De Cecco, edito da PostmediaBooks, che riunisce una serie di conferenze organizzate presso la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano tra il 2009 e il 2010 a cui hanno partecipato, tra gli altri, Robero Pinto e Cesare Viel. Gli interventi nascevano da alcune domande articolate su questioni problematiche della storia dell'arte contemporanea, nel tentativo di ragionare su come si costruisce il discorso storico, su quali sono gli strumenti e quali i riferimenti interni e collaterali alla storia dell'arte.

Emanuela De Cecco racconta il suo ruolo di regia del progetto, indicandone la metodologia, gli strumenti e i riferimenti, e precisando l'omaggio nella scelta del titolo a Eduard Glissant e al suo libro Tutto Mondo, “le cui implicazioni risultano essere oggi più che mai attuali a fronte dell'onda crescente di pesanti rivendicazioni identitarie, diritti ed esclusioni ad essa collegati”.
Partendo dal presupposto che nelle domande Quale storia? La storia di chi? Per chi? non vi è nulla di nuovo, presentandosi ogni volta che si intende aprire un confronto con la storia (si veda, a tal proposito, la Scuola delle Annales), Emanuela De Cecco indica come riferimenti del suo progetto Stuart Hall, che in merito al discorso di costruzione della storia parlerebbe di egemonia da parte dei singoli o dei gruppi che lavorano per consolidare la propria posizione; Pierre Bordieu e il concetto di “campo”; e la storia sociale dell'arte, con il discorso sullo sguardo connotato in termini contestuali e culturali.
Tra i temi toccati nel suo intervento, si sottolinea l'esortazione a tenere viva una connessione con la storia, “dato il dilagante consumo smemorato del presente, nella convinzione che quando gli storici dell'arte rinuncino a tracciare le connessioni con il presente e gli studiosi di fenomeni contemporanei si disinteressino verso tutto ciò che esula dalla stretta attualità si produce una sorta di spazio disconnesso, in un senso e nell'altro, dove siamo tutti perdenti”.

Roberto Pinto introduce la sua ricerca Primitivismo e ibridazione, il cui intento è quello di evidenziare alcuni punti in relazione all'intreccio dei rapporti tra arte occidentale e arte non occidentale. Partendo da tre mostre che individua come significative del passaggio tra gli anni ottanta e la situazione attuale – Primitivism in 20th Century Art al MoMA (1984), Magiciens de la Terre al Centre Pompidou (1989) e Documenta XI (2002) di Okwi Enwezor –, Pinto mette il luce come siano cambiate le cose in poco tempo. La seconda questione su cui si basa l'intervento è il concetto di identità, indagando come è cambiato e quali sono i presupposti di tale concetto in due lavori: all'interno del quadro in cui, per la prima volta in modo netto, un artista entra in in contatto con la cosiddetta “arte tribale” e se ne serve, ovvero Les Demoiselles d'Avignon, e il lavoro di Jimmie Durham. Infine, ciò che emerge fortemente anche dalle parole di Pinto è la necessita di risoppesare i processi storici, rivedere quelli che vengono indicati dai manuali come i punti di svolta, interrogarsi sulle letture preconfezionate, andando a guardare anche le discussioni a livello interdisciplinare, che soprattutto negli ultimi trent'anni possono essere fonti per rileggere quello che è la nostra storia dell'arte.

Cesare Viel parla di un elemento che interessa profondamente l'atto creativo e il suo lavoro: la questione della “sovrabbondanza”, così come descritta da Ermanno Cavazzoni. “Vivo costantemente questa sensazione di avere la testa continuamente attraversata da pensieri contemporaneamente”, dice Viel, definendola come una metafora della creatività ma anche una questione profondamente umana del nostro rapporto con il linguaggio e con l'esistenza: “La sovrabbondanza produce quello che si può definire il malfatto, cioè qualcosa che è difficile da contenere. Sovrabbondanza e malfatto stanno nelle radici della nostra esistenza, dei nostri dubbi, delle nostre esperienze emotive, dalle quali noi partiamo per elaborare dei pensieri, delle opere. L'opera sarebbe quindi una specie di condensato di un materiale in continua ebollizione e in continuo movimento, quindi una questione di molteplicità in continuo divenire, una processualità”.

L'incontro Arte-Mondo si è sviluppato attraverso due serie di interventi di Emanuela De Cecco, Roberto Pinto e Cesare Viel, seguiti da domande e interventi del pubblico che hanno dato vita a un dibattito molto partecipato.

Le riprese sono state realizzate dalla moderatrice con un telefono cellulare. Durata: 52'28''. Per questioni tecniche, la documentazione video qui presentata è relativa solo alla prima parte di incontro