Attraversare le contingenze allargando le prospettive

11/05/2008
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ARGOMENTI

Happening mediterraneo
In tutte le storie che si rispettano l'eroe deve superare una o piu' porte, deve saper cogliere l'occasione e affrontare la prova sfidando la sorte. Il nostro orizzonte degli eventi e' quello del Mediterraneo, la porta levantina da varcare unisce il nord, il sud ed anche molti Paesi europei, Kairos e' il momento di un enorme happening di dieci giorni e i nostri eroi sono 700 giovani creativi provenienti da 46 stati. E' la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo: un momento di incontro e dialogo che si svolgera' a Bari a cui partecipano israeliani e palestinesi, serbi e kossovari, macedoni, rom, bosniaci, italiani, francesi... Tutti insieme daranno vita ad oltre 100 eventi che saranno vetrina e finestra sulla creativita' giovanile in un mix variegato di discipline. Un'opportunita' di crescita per loro, per il pubblico e per la tanto citata economia creativa. Di storia, proposte e intenti della Biennale ce ne parla con entusiasmo Alessandro Stillo, Segretario Generale BJCEM.












Intervista ad Alessandro Stillo, Segretario Generale BJCEM
a cura di Elvira Vannini


Un laboratorio interdisciplinare e un'officina creativa per sondare nuovi talenti e la situazione sperimentale contemporanea, accompagnata da un fitto ed eterogeneo palinsesto di appuntamenti non solo espositivi; come nasce la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo e cosa ci riserverà questa tredicesima edizione?

La Biennale nasce a metà degli anni '80, un momento in cui un artista agli esordi non era supportato in nessun modo specialmente nel campo delle arti visive. I giovani sotto i 30 anni erano del tutto fuori dai mercati della musica, del teatro, del cinema e così via, quindi la manifestazione nasce come vetrina, specchio, finestra sulla creatività giovanile. Si decise di chiamarla Biennale, oltre che per la cadenza dell'avvenimento, un pò anche in risposta all'ufficialità della Biennale di Venezia. Oggi arriviamo a Bari - dal 22 al 31 maggio alla Fiera del Levante - e siamo alla tredicesima edizione; la Biennale infatti è nata nel 1984 e la prima edizione si è tenuta nel 1985, quindi 23 anni fa.

Tra l'altro una Biennale non esclusivamente dedicata alle arti visive ma aperta a sconfinamenti linguistici e non solo territoriali quindi a migrazioni disciplinari. Lo stesso Achille Bonito Oliva, Presidente della scorsa edizione, parla di una "Biennale meticcia" che tenta di cogliere una geografia della complessità. Questo corrisponde anche a livello organizzativo e concettuale ad un capillare lavoro di networking. Come si costruisce la Biennale, quali sono i partner, quali dinamiche attiva?

E' vero, Achille Bonito Oliva ha assolutamente ragione: lui è stato il Presidente dell'edizione di Napoli del 2005, noi siamo slittati dal 2007 al 2008, questa è infatti un'edizione straordinaria, mentre la prossima sarà nel 2009 a Scopje. E' una Biennale doppiamente nomade: è nomade perchè è itinerante e, un pò come i giochi olimpici, ogni due anni cambia sede e si svolge in varie città e territori diversi del Mediterraneo; ed è nomade anche da un punto di vista disciplinare perchè fin dagli esordi è stata una manifestazione che ha proposto insieme musica, teatro, cinema, danza, arti visive e arti applicate come moda, architettura e gastronomia. Quindi, con i nostri mezzi, abbiamo in qualche modo anticipato quello che succede oggi: cioè il mix, il meticciato non solo tra le culture ma anche tra le discipline; oggi un artista visivo spesso include nel suo lavoro il video, la musica e così via... molte tecniche si mescolano.
Una delle nostre caratteristiche è che la Biennale, a differenza di altre manifestazioni, è retta da un network ed è promossa da una rete di soggetti - Comuni, Province, Regioni, Università, Associazioni piccole e grandi, istituzioni culturali - del Mediterraneo. Tutti questi soggetti diversi si sono aggregati in un'Associazione internazionale che è la Bjcem - cioè la Biennale des Jeunes Createurs de l'Europe et de la Mediterranee - che è un'associazione di diritto belga con una sede in Belgio e una a Torino, che prepara e promuove questa manifestazione in diversi territori.
Gli artisti provengono infatti da molti luoghi in cui si svolgono le selezioni attraverso un bando di concorso pubblico, quindi un accesso assolutamente democratico, e sono scelti da giurie territoriali, quindi molto vicine e che conoscono bene le loro realtà.

Quindi è un evento di profilo internazionale ma radicato nei territori, che guarda ai Balcani, all'Oriente, a realtà geopolitiche diverse da quella italiana. Perchè quest'anno la scelta è caduta su Bari, sulla Puglia, e quali location verranno coinvolte?

La nostra è una Biennale che guarda a est, a sud, a nord e a ovest se vogliamo, ma tenendo sempre come centro il Mediterraneo. Questa è stata un pò la scommessa che iniziammo tanti anni fa. Il Mediterraneo è uno dei luoghi in cui è iniziata la cultura per come noi oggi la conosciamo ed è un bacino intorno a cui vivono milioni di giovani che noi proviamo a mettere insieme perchè crediamo che abbiano dei linguaggi comuni, dei pensieri, dei sentimenti e delle volontà comuni. Bari ci sembra una scelta felice perchè la città e la Puglia sono al centro del Mediterraneo, lo sono sempre stati, sono una porta tra l'oriente e l'occidente e soprattutto una porta tra il nord e il sud.
Ancora più significativa è la sede: la Biennale sarà infatti alla Fiera del Levante che è sempre stata un punto di riferimento per gli scambi, gli incontri, per il dialogo interculturale nel Mediterraneo e quindi non c'era luogo migliore. Su proposta della Regione Puglia e del Teatro pubblico Pugliese che organizza la manifestazione, abbiamo deciso di concentrare l'evento alla Fiera del Levante per costruire una sorta di villaggio, di set d'incontro di dieci giorni perchè un'altra delle caratteristiche della manifestazione è che gli artisti stanno tutti insieme nello stesso posto e quindi hanno modo sia di conoscere il pubblico che di conoscersi tra loro. In questo caso il posto comune è Bari.

Quindi un cantiere creativo sperimentale, con più di 700 artisti provenienti da 46 Paesi e oltre 100 eventi in programma. Che rilievo assume il format espositivo della Biennale nei processi di produzione, elaborazione e consumo della creatività contemporanea? Quali obiettivi si pone la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo a livello di politiche culturali?

Io credo che la Biennale, per la sua caratteristica di essere un evento che accade ogni 24 mesi e di essere itinerante, sia un'opportunità: niente di meno e niente di più. Un'opportunità di incontro e anche un'opportunità professionale per chi partecipa. Devo dire che in questi anni ci siamo resi conto che il percorso di crescita per i giovani creativi che partecipano al concorso inizia dal momento in cui decidono di partecipare, anche se non saranno selezionati, quando cioè preparano i loro dossier e riflettono su quello che presenteranno. La Biennale ha sempre un tema, quest'anno è Kairos, cioè il tempo del cambiamento, il cambiamento possibile, l'opportunità del cambiamento. Ed anche questa tematica è un fattore di stimolo.
Un 'altra opportunità importante è che si tratta di una vetrina, cioè un luogo dove si possono mostrare le proprie produzioni in un'ambiente internazionale: prima di tutto a dei colleghi, cioè a dei giovani che fanno delle cose simili legate alla moda, alla fotografia, alla danza, al teatro in luoghi molto diversi. Poi è anche un'opportunità rispetto al pubblico e agli operatori del settore. Io credo che oggi costruire una situazione d'incontro e di dialogo a cui partecipano israeliani e palestinesi, serbi e kossovari, macedoni, rom, bosniaci, italiani, francesi ecc. tutti assieme, sia un momento importante. Dopodichè ovviamente si dà un segnale - dal punto di vista delle politiche culturali - di dialogo, di apertura e di curiosità verso il mondo.

Quindi il dialogo interculturale e il nomadismo, le ibridazioni espressive, una creatività diffusa che si nutre di contaminazioni: un concept focalizzato dalla struttura stessa della Biennale che si articola in diverse sezioni...

Sì, la Biennale ha questa caratteristica interdisciplinare che permette di mettere insieme un enorme happening. Come dicevo prima è un posto dove per dieci giorni ci sono tre, quattro concerti, altrettanti spettacoli teatrali, performances, convegni, incontri, dibattiti e workshop... complessivamente più di 100 appuntamenti.
Ovviamente questa formula ha il pregio di mettere insieme attività diverse, con il limite di non poter approfondire nessuno di questi settori; ma per questo ci sono manifestazioni ben più titolate, come altre Biennali - che in questi anni si sono moltiplicate - o i festival per quanto riguarda il cinema, il teatro, la danza. Noi vogliamo mettere tutto questo insieme proponendo solo artisti dai 18 ai 30 anni.

Immagino che un'altra delle caratteristiche differenzianti rispetto alle manifestazioni che citava prima sia il fatto che nel vostro caso si tratta di giovani creativi, di scelte selettive aperte, svincolate dalle logiche di mercato che invece sono il substrato di molte kermesse internazionali...

Noi siamo una manifestazione senza fini di lucro. Questo non vuol dire che non ci poniamo il problema dell'economia creativa, cioè che non ci domandiamo come i giovani possano sopravvivere e guadagnare, facendo delle attività creative e lavorando nei mestieri dell'arte. Nello stesso tempo cerchiamo un pò di sfuggire alle logiche quotidiane del mercato; la nostra è una manifestazione che tutti interpretano nello stesso modo: senza fini di lucro. Noi investiamo per poter portare artisti per esempio dalla riva sud del Mediterraneo, dove ovviamente le condizioni economiche sono più difficili, e quindi chiediamo agli organizzatori di pagare i viaggi ed i trasporti delle opere. Dopodichè ci auguriamo che questo sia un momento di crescita anche professionale per i giovani artisti e che, come spesso è capitato, alla Biennale incontrino dei colleghi, degli operatori, dei galleristi, degli organizzatori musicali o teatrali - a seconda del settore in cui lavorano - che gli offrano delle opportunità concrete. Certo, noi siamo un momento di lancio e di riflessione, poi spetta a tutti insieme di sviluppare i temi e dar loro le gambe per poter marciare.
Oggi si parla molto di economia creativa, cioè della possibilità per larghe parti della popolazione di ricavare del reddito dalle attività creative e dai mestieri dell'arte che sono i più diversi, non solo quello dell'artista, ma anche tutto quello che sta intorno alla produzione di ogni opera d'arte, tecnici, montatori... Ogni settore ha i suoi lavori specifici, nobili e con cui si può campare. Ma su questo le istituzioni devono investire.

E nello stesso tempo c'è una sorta di processo democratico nella selezione dei giovani artisti che partecipano alla Biennale...

Noi teniamo molto a questo, che è uno dei dati caratteristici della manifestazione: il fatto che ci sia un punto di vista variegato è creato proprio dalla possibilità di accesso quindi anche dalla volontà, da parte di chi si propone, prima di tutto di partecipare a un concorso, di preparare un dossier per essere selezionato, di sforzarsi di mettere insieme le proprie opere e di presentarle nel modo migliore. Come dicevo prima questa è un'opportunità di crescita ma è anche un'opportunita reale. Noi cerchiamo di costruire questa Biennale come una casa dalle pareti di vetro, in modo che l'accesso e la visibilità di chi accede e di chi viene selezionato sia chiaro, limpido e trasparente. Credo che questo oggi sia di per sè un valore importante.

XIII Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo
Bari - Fiera del Levante - Ingresso Monumentale
Opening 22 aprile ore 19.00
dal 22 al 31 maggio. Ingresso libero
info@biennalepuglia2008.org
Infotel Segreteria Organizzativa 080 5351536

Per saperne di più:

Il comunicato stampa

La creatività motore del progresso

Programma artisti

Workshop, convegni, dibattiti

Elenco artisti

Ulteriori informazioni si possono trovare in rete agli indirizzi http://www.bjcem.org e http://www.biennalepuglia2008.org dove è anche disponibile il catalogo on line degli artisti e delle produzioni.

Immagini:
Group Alogi (Teatro), Annalisa Leonetti, Yannis Valasakis (Gastronomia), Hetain Patel, Chiara Raggi (Musica), Fabiana Lastrucci (Fotografia), Andrikopoulou Kalliopi (Industrial design), La Veronal Dance Company (Danza), Maria Zalinska (Comic strips), Lea Rasovszky

Questa intervista in formato PDF da stampare

Elvira Vannini è storica dell'arte, critica e curatrice indipendente. Vive e lavora a Bologna.

staff@undo.net



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