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Take it easy MAGAZINE (2006-2009) Anno 5 Numero 15 gennaio 2009



Picasso l'arlecchino dell'arte

Rossana Calbi

Mostra al Vittoriano



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Roma ospita al Complesso del Vittoriano, fino all’8 febbraio 2009, centottanta opere, tra sculture, opere su carta e oli, di Pablo Picasso. Il titolo della mostra è 1917 – 1937 Picasso L’Arlecchino dell’arte.
Si tratta di un ritorno di Picasso a Roma, la mostra, infatti, prende il via dalla permanenza nella città eterna da febbraio a maggio 1917, del pittore di Malaga; per poi intraprendere un percorso più lungo.
Si trovano al Vittoriano molte delle opere che Picasso realizzò nel periodo tra i due conflitti mondiali, grazie alla collaborazione della famiglia Picasso, lo stesso nipote era presente alla conferenza stampa di apertura della mostra, e di molteplici musei internazionali.

Nel percorso artistico sono presenti il dramma e la violenza espressa dall’uomo hanno già turbato l’animo di Picasso, che ha addosso anche la tragedia personale della perdita di Eva, al secolo Marcelle Humbert, una delle protagoniste delle sue tele del periodo rosa, morta di malattia; con questo spirito Picasso intraprende l’avventura con il suo amico Jean Cocteau: la realizzazione dei costumi di Parade per la compagnia dei Balletti Russi. Con il viaggio in Italia inizia una collaborazione tra Picasso e Diaghilev, l’impresario della compagnia di danza, che si chiuderà nel 1924 dopo la realizzazione della rappresentazione scenica del Mercure. La prima parte della mostra è dedicata all’allestimento di Parade per il teatro Costanzi di Roma.
L’Italia diventa il luogo dell’amalgama tra le due forme artistiche: la danza e l’arte visiva.
Negli schizzi e nei disegni dei costumi di Parade, Picasso rappresenta “l’esprit nouveau che non mancherà di sedurre l’élite, e si promette di modificare da cima a fondo le arti e i costumi nell’allegria universale” come scrisse Apollinare nel programma di sala della rappresentazione parigina del balletto, con musiche di Satie e libretto di Cocteau. L’idea che aveva coinvolto Picasso è ben descritta dalla presentazione di Apollinare.
Picasso si imbarcò nel progetto grazie all’insistenza di Cocteau, il poeta e romanziere francese riuscì nell’impresa grazie alla sua idea, rispetto al rovesciamento della concezione culturale, che partendo dal basso doveva coinvolgere il pensiero più elevato ed espressivo dell’arte. Il progetto di appassionare l’élite dell’arte, con forme artistiche che coinvolgessero tutto, prese Picasso, che nella sua permanenza romana, per l’allestimento del balletto al Teatro Costanzi, oggi Teatro dell’Opera di Roma, ebbe modo di toccare con mano la classicità di Roma e le sue nuove correnti culturali quali il Futurismo.
Il suo interesse per l’Italia e l’italianità, documentata in questa mostra da Alessandro Nicosia, si esprime nel quadro L’Italienne, di proprietà della Fondazione Collezione E. G. Bührle, Svizzera, che torna a Roma dopo novant’anni. Una donna con i costumi tipici della Ciociaria rinchiusa nelle stigmate del cubismo. Come spesso è accaduto per i temi di Picasso, anche questo è ripetuto all’inverosimile nelle più svariate forme e interpretazioni, questa è una delle opere realizzate proprio durante la sua permanenza a Roma, in quello che fu lo studio di Picasso a via Margutta 53. Rivederla ospite a Roma assieme agli studi che porteranno a Guernica e ad altri capolavori del genio è un’occasione da non perdere.

Picasso 1917 - 1937 - L’Arlecchino dell’arte
Roma – Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
Fino a domenica 8 febbraio 2009