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Arte contemporanea Anno 4 Numero 17 marzo-aprile 2009



Alviani - Massironi - Scheggi

Emanuele Massimo Zucchini



bimestrale di informazione
e critica d'arte


SOMMARIO

Mark Tobey
poeticamente astratto

Alighiero & Boetti
Mettere all’arte il mondo

Nanda Vigo
La filosofia dell’Antigravità

Gruppo N

Mimmo Rotella e l’opera pre-décollage
Quando l’arte prevede l’arte

Alviani-Massironi-Scheggi

Anna Galassini
La materia del colore

Mike Kelley Educational
Complex onwards 1995-2008

Fabrizio De Andrè
La mostra
Intervista con Paolo Cotani

The Russian Tea Room
Terre e Territori Ceramiche d’arte
di Ugo La Pietra

Sicilia 1968/2008
Lo spirito del tempo

Amaya
Hay otro

Continuità del Futurismo
Sud-Nord

Virgilio Patarini
Un giardino di cemento

Il percorso di un segno
Antologia di Guido Strazza al Museo Pericle Fazzini di Assisi

Valentina Carrera
Alle radici del sacro, tra poesia e pittura

Manifestazioni artistiche

Libri d’arte

Eventi Flash

Risultati d’asta 2007/2008

Mostre in Italia

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Getulio Alviani
cerchi virtuali, 1967
cm. 60x60x12, acciaio

Manfredo Massironi
Struttura visiva, 1979,
cm. 32,5x32,5,
Rondelle, ottone e filo di cotone

Paolo Scheggi
Zone riflesse, 1963
cm. 50x70x6
Acrilico su tele sovrapposte

Alviani, Massironi, Scheggi: tre artisti accomunati dall'interesse per la ricerca visiva che, recuperando i concetti di forma e geometria, si riconnettono alle esperienze costruttiviste, neoplastiche e concretiste tramite il contesto dell’esperienza di gruppo.
Questo il filo conduttore che lega l’operato dei tre artisti e che la Marchese Arte Contemporanea ha saputo saggiamente ripercorrere con questa splendida mostra che avrà inizio il 28 marzo e che terminerà il 19 aprile 2009. Non è la prima volta che la galleria di Prato dedica i suoi spazi espositivi a tale orientamento artistico; recentemente infatti sono state ospitate le opere degli artisti del Gruppo N, tra i quali lo stesso Massironi, e si è svolta una personale di Getulio Alviani.
L'Arte Programmata e Cinetica si afferma in Italia negli anni Sessanta e Settanta, con l’Informale giunto al termine della sua parabola e grazie alla riscoperta delle teorie delle avanguardie storiche. Si rivalutano dunque le poetiche del Futurismo e del Dadaismo, del Costruttivismo, di De Stijl, del Concretismo e della Bauhaus, con l’intento di riprendere e continuare il discorso dove queste l’avevano lasciato. Contemporaneamente si afferma una visione critica del mercato dell’arte e del commercio delle opere e si pensa ad una alternativa che determini la moltiplicazione a basso costo di queste ultime al fine di farne crollare il prezzo. L’artista in quel particolare momento storico – culturale avverte la necessità di provare nuove modalità d’espressione, nonché un ruolo nuovo dell’arte e dell’artista stesso nei confronti della scienza, della tecnologia e della società.
Inoltre va sviluppandosi la concezione per la quale l’artista fulcro unico e protagonista totale dell’opera deve lasciare il posto al lavoro di squadra, che si concretizza con la nascita di gruppi. In tale direzione si sviluppa il percorso artistico di Massironi e Alviani, rispettivamente con il Gruppo N e il GRAV, mentre Scheggi è collocabile nel gruppo che Dorfles ha definito degli “oggettuali”, creatori, cioè, di "quadri-oggetto" volti al superamento della pittura tradizionale, sia figurativa che astratta, fatta di impasti cromatici e materici. Getulio Alviani (Udine 1939), è uno dei protagonisti indiscussi dell’arte programmata, le sue Superfici a testura vibratile realizzate nel 1960, che grazie al trattamento dei piani in alluminio ed acciaio davano vita a strutture di immagini cangianti a seconda della rifrazione della luce, si impongono subito all’attenzione regalandogli in breve tempo la notorietà internazionale. La sua partecipazione alla rassegna “Nove Tendencije” di Zagabria gli permette di entrare in contatto con artisti quali Gerhard Richter, Alberto Biasi, Julio Le Parc, Francois Morellet ed Enrico Castellani con i quali partecipa attivamente ai lavori del progetto GRAV (Group de Recherche d’Art Visuelle) di Parigi. Nel 1964 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia dividendo una sala con Castellani, successivamente arriva la sua definitiva consacrazione con l’invito a Documenta di Kassel e con la partecipazione ad una mostra che è ormai un evento indimenticabile: The Responsive Eye al MoMa di New York, insieme a tutti i grandi dell’arte ottica, cinetica e programmata.

Negli ultimi anni Alviani svolge un intensa attività culturale curando scritti ed esposizioni riguardanti le ricerche dei maggiori protagonisti dell’arte visuale e concreta. Nella mostra alla Galleria Marchese non sono presenti le Superfici a testura vibratile ma viene offerto uno spaccato più singolare della sua opera attraverso la presentazione di alcune sue interessanti ricerche cromatiche, lineari e volumetriche. Manfredo Massironi (Padova 1937), uno dei maggiori esponenti del Gruppo N, esordisce in ambito artistico verso la fine degli anni '50. Nel 1959 fa pervenire alla Giuria del Premio San Fedele come opera in concorso un “Cartone ondulato”, una sorta di ready-made costituito dalla giustapposizione di semplici cartoni industriali da imballaggio, scatenando una polemica riguardante l’ammissione alla mostra dell’opera (difesa in particolare da Lucio Fontana, parte di quella stessa commissione), che conduce alle dimissioni il presidente della giuria e produce un’eco importante sulla stampa. Il Gruppo N viene fondato a Padova nel 1959 da Massironi, Alberto Biasi, Edoardo Landi, Toni Costa, Ennio e Ludovico Chiggio ed è una delle prime esperienze creative finalizzate alla realizzazione di opere eseguite e firmate collettivamente, di cui proprio Massironi sarà un grande esponente anche dal punto di vista teorico. Il gruppo si impone all'attenzione grazie alle mostre "Nuova concezione artistica" e "MOTUS", entrambe del '60; nelle quali vengono esposte opere visuali che pongono in risalto il problema relativo alla percezione visiva. Nel 1964, venuti meno i presupposti ideologici per il lavoro comune, il gruppo si scioglie e nello stesso anno Massironi fonda assieme a Biasi e Landi il nuovo Gruppo N 65.

Dal 1967 Massironi si allontana dalla scena artistica continuando a coltivare il suo interesse per la psicologia della percezione visiva in ambito universitario prima a Roma e poi a Verona. Dal 2002 riprende ad esporre con l’evento 22 at the Future for the Future organizzata da Getulio Alviani, con il quale già in passato aveva condiviso le esperienze di Nova Tendencjia e The Responsive Eye. Paolo Scheggi (Settignano 1940-1971), scomparso prematuramente per via di una malattia cardiaca, nel brevissimo periodo che va dal ’60 al ’70 sviluppa tutto il ciclo della sua creatività. La sua breve permanenza a Londra e il trasferimento a Milano favoriscono la sua ricerca sperimentale portandolo a conoscenza dell’opera di Mondrian, Arp, di Lucio Fontana e di tanti giovani artisti attivi dell’hinterland milanese. E’ proprio Lucio Fontana a presentare la sua prima personale presso Il Cancello di Bologna nel 1962.
In questo periodo da vita alle prime Intersuperfici curve a zone riflesse, una elaborazione innovativa del quadro inteso come oggetto, impreziosita dall’attenzione rivolta alla questione della percezione visiva che passa per una creativa rilettura dello spazialismo e del monocromo. Scheggi stringe un forte sodalizio con il gruppo degli Oggettuali di Milano, nel quale spiccano i nomi di Alviani, Bonalumi e Castellani. Dopo le esposizioni all’Expo 67 di Montreal, alla Biennale di Parigi, al Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea e al Museum of Modern Art di Copenaghen, si impegna con esposizioni sempre più innovative associandosi alla ricerca in ambito performativo.
Nel 1970 riceve la cattedra in Psicologia della forma all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e nel ’71, poco prima della sua morte, espone alla Galleria del Naviglio di Milano la sua prima personale Seiprofetiperseigeometrie, le quali opere saranno presenti l’anno successivo alla XXXVI Biennale di Venezia.