Arte contemporanea Anno 4 Numero 19 settembre-ottobre 2009
I cinquant’anni – 1960/2010
Il Nouveau Réalisme è nato a Milano, il 16 aprile 1960, dove il primo manifesto fu pubblicato dalla Galleria Apollinaire e firmato da Pierre Restany; esso fu oggetto di un’esposizione collettiva del gruppo e rappresentò il preludio di un’avventura fondamentale per lo spirito dell'arte degli anni Sessanta e Settanta. Questa avventura ha avuto inizio nell'immaginazione di Restany, poco tempo prima. Egli racconta: «A partire dal 1959, e in particolare in occasione della prima Biennale di Parigi in cui furono esposte una proposta monocroma di Yves Klein, la macchina per dipingere di Tinguely (Métamatic) e la Palissade di Raymond Hains, ho intuito il denominatore comune di queste ricerche estremamente diverse e che fino a quel momento avevano seguito evoluzioni indipendenti: un gesto fondamentale di appropriazione del reale, legato a un fenomeno quantistico di espressione (l’impregnamento del colore puro in Yves Klein, l'animazione meccanica in Tinguely, la scelta del manifesto lacerato in Hains). Ogni avventura individuale sviluppa la sua logica interna a partire da una posizione limite che costituisce l'essenza stessa del linguaggio, la forza fondamentale della comunicazione. Questo gesto assoluto è un ultimatum allo spettatore, la cui partecipazione è così richiesta» .
È innanzitutto l'amicizia di Guido Le Noci e Pierre Restany che rende possibile l'avventura dei Nouveaux Réalistes. Guido Le Noci, personaggio atipico nel paesaggio milanese è un mercante dalle scelte e dal comportamento «irrazionale», guidato dall’intuito e non dal ragionamento; egli intende difendere un'arte europea di fronte alle posizioni americane aggressive. Ama la Francia e nel 1951 realizza un'esposizione «Gli amici della Francia». Il nome della galleria, Galleria Apollinaire, testimonia la sua ammirazione per la cultura francese. Si reca a Parigi due volte l'anno, e questa città rimane per lui il punto di riferimento assoluto in materia di arte contemporanea. È in occasione di una di queste visite che incontra Pierre Restany, nel 1953 al caffè Le Royal a St. Germain. Pierre Restany ha 23 anni e Guido Le Noci 49. Dalla loro amicizia sincera nascerà una lunga collaborazione che darà vita a numerose iniziative.
La prima esperienza significativa nata da questa intesa, sarà l'esposizione dei monocromi di Yves Klein all'inizio del 1957. La mostra propone undici pannelli di un unico colore blu oltremare. Fu nel corso dell'estate del 1956 che Klein adottò «il colore del cielo e del mare» , da lui battezzato I.K.B. : International Klein’s Blue. Questi monocromi non suscitano nel pubblico e nella critica milanese un eccessivo entusiasmo; solamente qualche collezionista avveduto acquisterà alcune opere, e artisti fra i quali Manzoni faranno conoscere questo lavoro.
Questa prima presentazione annuncia altre esposizioni attorno al tema della trascrizione del reale in arte. L'avventura prosegue con la pubblicazione del fascicolo intitolato «Il Nouveau Réalisme». Il 16 aprile 1960 alla Galleria Apollinaire, Pierre Restany lo adotterà come manifesto del movimento. Si tratta di un altro momento decisivo nella storia dell'arte recente, poiché il Manifesto anticipa la creazione del gruppo che sarà fondato giovedì 27 ottobre 1960 presso il domicilio di Yves Klein, a Parigi. Pierre Restany è proclamato teorico del gruppo. Cosa propongono questi artisti? «L’appassionante avventura del reale colto in sé, e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa. Qual’è il suo segno? L'introduzione di un ricambio sociologico allo stadio essenziale della comunicazione. La sociologia viene in aiuto della coscienza e del caso, sia a livello di scelta o lacerazione del manifesto, dell’impronta di un oggetto, di un rifiuto o di un avanzo di cibo, dello scatenarsi dell’affettività meccanica, della diffusione della sensibilità al di là dei limiti logici della sua percezione. […] » . A partire dalla proclamazione del gruppo nel 1960 e fino al 1963, gli artisti del Nouveau Réalisme espongono collettivamente: «In tre anni i Nouveaux Réalistes hanno liquidato l’Informale e fatto esplodere i miti anacronistici della scuola di Parigi» .
Dopo questa esposizione dei Nouveaux Réalistes nel 1960, la Galleria Apollinaire proporrà altre manifestazioni legate al gruppo, tra cui una dedicata agli «Affichistes» nel 1962. Si tratta di una mostra collettiva che riunisce Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé. Dal 10 aprile al 3 maggio 1963, sempre a Milano, Arturo Schwarz riunirà i quattro affichistes nell'esposizione: L'affiche lacerato, elemento base della realtà urbana, presentata da Pierre Restany.
Guido Le Noci propone altre mostre: Arman, César, Rotella, Hains… e sempre Klein nel 1961, che otterrà un vivace successo. In una nota redatta per il catalogo, Guido Le Noci ringrazia Pierre Restany per aver associato il nome della sua galleria a questa avventura storica.
È nella logica di questo lavoro che nasce la festa per il decimo anniversario del Nouveau Réalisme a Milano. Questo avvenimento era stato preceduto dalla celebrazione parigina da Mathias Fels, il 27 ottobre 1970, che annunciava «l'apoteosi» di Milano organizzata da Guido Le Noci e Pierre Restany: festeggiamenti, esposizioni, spettacoli nelle giornate del 27, 28 e 29 novembre.
La manifestazione fu inaugurata il venerdì 27 novembre da una conferenza stampa alle ore 11.00, cui seguì l'apertura dell'esposizione storica alla Rotonda della Besana, con l'accensione della scultura di fuoco di Yves Klein e una distribuzione di mini-accumulazioni di Arman; il programma prevedeva che Christo impacchettasse il Monumento a Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo che tuttavia, in seguito alla manifestazione di protesta da parte di ex combattenti, fu sostituito dall’impacchettamento del Monumento a Leonardo da Vinci, in Piazza della Scala. Nella giornata di sabato ebbero luogo altre performance, tra cui l'autodistruzione della «Vittoria» di Tinguely – monumento fallico dorato che scomparve tra petardi e scintille – mentre François Dufrêne declamava il suo Recitativo all’italiana - parodia di un discorso fascista - alla maniera di Mussolini, raggelando un pubblico sbalordito. L’indomani Niki de Saint Phalle eseguiva ‘tiri di pittura’ in Galleria Vittorio Emanuele, e Mimmo Rotella lacerava i manifesti su un muro di piazza Formentini. Il tutto si concluse con un grande banchetto: L’ultima Cena: banchetto funebre del Nouveau Réalisme di Daniel Spoerri al ristorante Biffi.
Questo evento segnava la fine del movimento, che si dissolveva in un'apoteosi segnata dalle performance in Piazza della Scala, Piazza del Duomo, davanti a Palazzo Reale e da un'esposizione alla Rotonda della Besana che riuniva i membri del gruppo: Arman, César, Christo, Niki de Saint-Phalle, Dufrêne, Hains, Raysse, Rotella, Spoerri, Villeglé, Tinguely, e il ricordo di Yves Klein. La manifestazione era volta a iniziare il grande pubblico alle forme d'arte più recenti, e a trasmettere il messaggio di queste nuove tendenze artistiche a una popolazione totalmente all'oscuro dei movimenti dell'arte in corso. Fu un enorme successo del quale, come testimoniano gli articoli del Corriere della Sera e di altri quotidiani, una stampa entusiasta si fece portavoce. Citiamo Dino Buzzati nel Corriere della Sera del 28 novembre 1970: «Mai visto tanta gente rispondere all'appello dell'arte – otto-diecimila persone circa – come ieri sera alla Rotonda della Besana, dove […] è stata organizzata l'esposizione per celebrare il Nouveau Réalisme che dieci anni fa, a Milano, pubblicò il suo primo manifesto».