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Be|Different (2009) Anno 2 Numero 6 settembre-novembre 2009



New Ecology

Francesco Perrone



MAGAZINE D' ARTE CONTEMPORANEA


Editoriale:

New Ecology
Francesco Perrone


Artisti:

Gianrico Agresta

Paolo Baraldi

Felipe Cardeña

Enrica Casentini

Francesco Cervelli

Vanni Cuoghi

Loris Dogana

Tamara Ferioli

Simone Fugazzotto

Michele Manzini

Paco
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Mutazioni
Francesco Perrone
n. 5 giugno - agosto 2009

La città che sale
Francesco Perrone
n. 4 marzo-maggio 2009


Felipe Cardeña
Power Flower n. 32, 2008
collage su tela

Vanni Cuoghi
L’onda asciutta, 2009
acrilico su tela

Tamara Ferioli
Baia del silenzio (il giorno prima), 2007
site specific (Galleria S. Lorenzo, Milano)
sedia, vegetali, e falena su zucchero

Ovunque ormai si sente parlare di un nuovo modo di sentire, di agire, di pensare. Di una nuova sensibilità. Sembra quasi che un nuovo ideale, erede di un’antica idea, stia scavalcando le barriere dell’ideologia che hanno, per lungo tempo, diviso la società civile. Come al solito la cultura, che è cittadinanza, anche, che è società e curiosità, deve far fronte ad una mutazione, allo stimolo di progresso, per analizzarlo a fondo e far nascere dubbi e interrogativi e rivelare la verità che si nasconde dietro a mille parole.

Si parla ormai così spesso di fonti rinnovabili, di energia alternativa, ecoincentivi, ecopass, raccolta differenziata, fino ad arrivare a parlare di nuove glaciazioni, scioglimento dei ghiacciai, fine del mondo cinematograficamente coerente.
Eppure si ha la sensazione che quest’attenzione verso l’ecologia, che coinvolge il 40% del mondo che conduce un certo stile di vita, quindi il 40% del mondo che inquina, sia sempre più simile ad un alleggerimento di coscienza, piuttosto che ad un reale aver cura di un problema che esiste ed esiste da sempre.

Nello scorso numero parlavamo di rete, di una nuova concezione di economia e di proprietà, che mette al centro non il bene materiale, ma l’accesso ad una rete di servizi, o la proprietà intellettuale. Sarebbe bello che questo concetto, questo nuovo modo di intendere le relazioni socioeconomiche tra gli uomini, portasse ad una terza rivoluzione industriale, ad un luogo in cui in rete non si condivida solo un film, una canzone. Sarebbe affascinante uno scenario in cui l’energia non sia un monopolio di potenti, ma sia prodotta in casa, con semplici cellule fotovoltaiche, e sia, per la necessità di tutti messa in rete, gratuita, pulita.

Sarebbe utile, doveroso, degno, infine, poter tracciare una linea di demarcazione tra chi predica e chi agisce, tra chi spaventa e chi costruisce, tra chi specula e chi lavora e tra chi studia e chi parla. Sarebbe bello che, dato l’argomento delicato (il nostro futuro) questa linea di demarcazione sia quanto mai chiara, leggibile, netta.

Chi meglio di un artista la saprebbe tracciare?