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Arte e Critica Anno 16 Numero 61 dicembre 2009 - febbraio 2010



Vocazione Italiana, Apertura Internazionale

Roberto Lambarelli

Intervista a Tucci Russo



trimestrale di cultura artistica contemporanea


041 EDITORIALE
di Roberto Lambarelli

052 UMANO TROPPO UMANO: GIACOMETTI E JELLOUN
di Alberto Boatto

053 ARTE E SFERA PUBBLICA
di Cecilia Canziani

054 MAURIZIO NANNUCCI. SOMETHING HAPPENED
di Ilaria Mariotti

056 LA PRATICA CRITICA E LA QUESTIONE DEL SOGGETTO
di Angelo Trimarco

058 VOCAZIONE ITALIANA, APERTURA INTERNAZIONALE
Intervista a Tucci Russo a cura di Roberto Lambarelli

060 IL TEATRO GRECO DI STEFANOS TSIVOPOULOS / THE GREEK THEATRE OF STEFANOS TSIVOPOULOS
di / by Elisa Del Prete

062 DANCE RETRANSLATION. LA DANZA APERTA AL TEATRO E ALLE ARTI VISIVE
di Silvia Tarquini

064 MARIA THEREZA ALVES. SEEDS OF CHANGE
Intervista a cura di / Interview by Claudia Zanfi

067 CLAUDE LÉVÊQUE. VITA E MORTE DI UNA RIVOLUZIONE / LIFE AND DEATH OF A REVOLUTION
Intervista a cura di / Interview by Massimiliano Scuderi

070 ANTONY GORMLEY. SPAZI DA VIVERE, CORPI DA ABITARE / SPACES TO BE LIVED, BODIES TO BE INHABITED
Intervista a cura di / Interview by Manuela Lietti

072 AMIE SIEGEL. “ESPERIENZE CINEMATICHE” / “CINEMATIC EXPERIENCES”
Intervista a cura di / Interview by Marco Mazzi

074 ERWIN WURM. DESPERATE PHILOSOPHER
Intervista a cura di / Interview by Francesca Nicoli

076 2010 GREEN WAR
di Michelangelo Consani

078 CATERINA CREPAX: MAGIE DI CARTA
Intervista a cura di Sabrina Lucibello

080 PROTESI NON CELATE
di Luca Bradini

093 ROSENFELDT E TWEEDY INAUGURANO EX3 A FIRENZE
di Francesco Marmorini

096 TWISTER. UNA RETE SENZA PARETI
di Maria Paola Mosca

098 GERT & UWE TOBIAS PER LA COLLEZIONE MARAMOTTI
di Marinella Paderni

100 RISO. UNA MOSTRA SULLA PERCEZIONE DEL TEMPO E UN PROGETTO DEDICATO AL MEDITERRANEO
di Lorenza Pignatti

103 URS LÜTHI. VIAGGIATORE CONTEMPORANEO
Intervista a Luca Massimo Barbero a cura di Daniela Bigi

115 GIANFRANCO NOTARGIACOMO. LE NOSTRE DIVERGENZE
di Eloisa Saldari

116 JOS DE GRUYTER & HARALD THYS
Intervista a cura di / Interview by Katia Anguelova e / and Andrea Wiarda

118 ALEJANDRO VIDAL. TACTICAL DISORDER
di / by Lorenza Pignatti

119 DACIA MANTO. QUARTO PAESAGGIO
di Marinella Paderni

120 MODERNOLOGÍAS. SULL’EREDITÀ DEL MODERNISMO AL MACBA DI BARCELLONA
ON MODERNISM’S HERITAGE AT MACBA, BARCELONA
di / by Eugenia Bertelè

123 GIOVANNI OZZOLA. SENTIRE CON LA LUCE
Intervista a cura di Pietro Gaglianò

124 UN TRIBUTO DI DENUNCIA. KENDELL GEERS AL MART
A TRIBUTE OF DENUNCIATION. KENDEL GEERS AT MART
di / by Claudio Cucco

125 ITALO ZUFFI. ORIGINI / ORIGINS
di / by Lorenza Pignatti

43 MIROSLAW BALKA 43 ROBERT KUSMIROWSKI 44 THOMAS DEMAND 44 AI WEIWEI 48 DEIMANTAS NARKEVICIUS 49 MICHAEL RAEDECKER / ISA MELSHEIMER 50 TATIANA TROUVÉ 84 LATIFA ECHAKHCH /LILI REYNAUD DEWAR 84 CLAUDIA LOSI 85 PAOLO CHIASERA 85 TANIA BRUGUERA 85 DAVID MALJKOVIC / SUSANNE M. WINTERLING 85 REGINA JOSÉ GALINDO 86 IAN KIAER 86 ROBERT CAHEN 87 PIETRO RUFFO 88 FEDERICO BARONELLO 89 GIAN DOMENICO SOZZI 92 CHRISTIAN ANDERSSON 104 VITTORIO
CORSINI 107 ANDREA NACCIARRITI 108 MAX NEUMANN 110 GIOVANNI FONTANA 111 NANNI BALESTRINI 112 FRANCESCO GUERRIERI 113 RENATO MAMBOR

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Giuseppe Penone
Rovesciare i propri occhi
progetto 1970

Giuseppe Penone
Propagazione,1995 e Proiezione (C)

Giuseppe Penone
veduta d'insieme delle sculture Geometria nelle mani, 2005

LA PERSONALE DI GIUSEPPE PENONE DA TUCCI RUSSO OFFRE L’OCCASIONE PER PARLARE DI PROGETTUALITÀ, INCLINAZIONI, RIFERIMENTI NEL LAVORO DELLA GALLERIA

RL: C’è nelle idee che presiedono le mostre nella tua galleria qualcosa che colpisce, ma non saprei dire esattamente cos’è. Forse la loro coerenza, forse la loro dimensione (inevitabilmente correlata alla considerevole metratura dello spazio) o forse, semplicemente, la progettualità che nasce sempre, sembrerebbe di poter dire, da una sedimentazione nel tempo (cosa di non poco conto se si considera la velocità a cui siamo condannati oggi). Qual è il tuo approccio?
TR: Ho sempre pensato di portare con me la storia che mi appartiene e appartiene agli artisti, creando così attorno a questo percorso una centralità e uno sviluppo delle tematiche, questo non vuol dire che tendiamo a storicizzare il lavoro, bensì a renderlo sempre vitale e contemporaneo creando tra una mostra e l’altra un dialogo o una contrapposizione linguistica costruttiva.

RL: L’idea che governa la mostra di Giuseppe Penone è forte: un percorso tematico e temporale che unisce opere recenti a quelle più antiche in uno sviluppo storico del suo lavoro. Come è nata l’esigenza di una mostra di così grande respiro?
TR: La mostra di Penone è nata dall’esigenza di avvicinare al pubblico queste meravigliose sculture da lui realizzate nel 2005: Geometria nelle mani.
Non si è pensato ad una mostra didattica. Penone ha voluto mettere insieme buona parte delle opere che hanno come soggetto la mano, come ad esempio la mano che blocca l’albero nella sua crescita, 1968, lo Svolgere la propria pelle, il lasciare tracce (Libro trappola, 1972). Questo percorso, più ampio di quanto ho qui citato, ci porta alle 5 sculture Geometria nelle mani che troviamo esposte nell’ultima grande sala, dove, alle pareti, le opere titolate Pelle di Grafite ci evidenziano parti della pelle del palmo della mano.

RL: Nel ripensare le mostre che hai fatto in questi anni, ma forse soprattutto in questa di Penone, si potrebbe pensare che la galleria Tucci Russo sia un organismo capace di vivere una vita (professionale) autonoma: un artista importante, un’idea forte, uno spazio di livello museale. Come ti relazioni al sistema dell’arte?
TR: Il compito di una galleria come la mia è sempre stato quello di avere un’immagine autonoma, un’immagine che non tradisse la sua vocazione italiana ma sempre in dialogo con l’arte internazionale. Gli artisti hanno creato il basamento della cultura estetica contemporanea che ha poi permesso al mondo nuovo dell’arte di esistere e di avere forse un cammino più facile.
Io ho guardato al sistema dell’arte con una certa apertura, considerando sempre possibile una collaborazione nella misura in cui ho trovato una sintonia culturale. Gli artisti, le loro necessità sono però sempre stati i miei punti di riferimento, poiché solo così il carattere di una galleria resta integro e chiaramente leggibile.