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Next Exit Anno 9 Numero 89 agosto-settembre 2011



Nuovi spazi per la cultura

Renilde Mattioni



Creatività e lavoro


SOMMARIO N. 89

Cariplo: 6 milioni di euro per la cultura

Design Urbani per Lissone da 10 mila euro

Progetta la sala VIP di Arco Madrid

Cinema: Riff Aards da 50.000 euro

Porta Futuro orientamento e formazione

Intervista a Max Papeschi

Borse di studio dall'Istituto superiore di design di Napoli

Premio Brunetta "Giovani talenti del Design"

Sardegna: Corti sull'Unità d'Italia
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n. 100 novembre 2012

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Nell'immagine il Teatro Valle

"Abbiamo occupato il Teatro Valle per occuparci di ciò che è nostro, siamo lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, cinema/teatro/danza, artisti/tecnici/ operatori, stabili, precari e intermittenti, da mesi portiamo avanti in modo diretto e auto organizzato una lotta contro i tagli e per i nostri diritti".
Con queste parole si presentano il 14 giugno 2011 gli occupanti del Teatro Valle che, "a seguito della soppressione dell'Ente Teatrale Italiano cui sino ad ora è stata affidata la gestione, rischia la chiusura".

Da quel 14 giugno, ogni giorno si sono alternati assemblee cittadine e forme di agire condiviso. Ogni sera artisti, attori e musicisti si sono esibiti (e continuano ad esibirsi) gratuitamente. Ad aderire alla protesta volti noti dello spettacolo e della cultura come Andrea Camilleri, Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Elio Germano, Moni Ovadia, Franca Valeri, Giovanna Marini, Andrea Rivera. Poi la proposta per la gestione pubblica di questo spazio (in realtà ancora in fase di definizione).
"Un'alternativa - spiegano gli occupanti - che salvaguardi l’identità artistica e storica del Teatro Valle: chiediamo che il teatro rimanga pubblico e che la Repubblica si impegni a tutelare il patrimonio storico e artistico della Nazione".
A questo proposito, hanno infatti inviato una lettera al presidente Giorgio Napolitano per proporgli di sostenere l'iniziativa.
Infine, con il contributo di Ugo Mattei, docente di diritto civile all'università di Torino, si stanno immaginando nuove forme di gestione etiche che prevedano la possibilità di una direzione artistica plurale con la garanzia di un turn over; l'equità nelle paghe, stabilendo una forbice tra minime e massime; una politica dei prezzi, accessibile e progressiva; organismi di controllo indipendenti; trasparenza e leggibilità dei bilanci attraverso la pubblicazione in rete; elaborazione di un codice etico, modello per tutti i teatri e le compagnie.
Comunque, come dice Elio Germano: "la nostra vittoria qui, è di aver coinvolto tanta gente mettendosi in prima persona insieme a cercare delle risposte".

Non troppo distante dal Valle, nel cuore di San Lorenzo, una storia diversa, ma mossa dalla stessa voglia di ridar voce e spazio alla cultura, quella del Ex cinema Palazzo.
Qui un gruppo di circa 20 persone due mesi fa, con il consenso e l'appoggio degli abitanti del quartiere, entrano all'interno dell'edificio in fase di ristrutturazione e occupano lo spazio, nella speranza non solo di impedire i lavori per ultimare il casinò, ma di pensare, anche in questo caso come in quello del Teatro Valle, ad un progetto che rivaluti e valorizzi l'ex cinema. Pensare ad una nuova destinazione, ad un nuovo utilizzo per questo spazio che si presta, come ha saputo dimostrare in passato, ad ospitare eventi culturali, mostre e festival piuttosto che farlo diventare un luogo di gioco che "incoraggi il degrado" e che - come ci ricordano gli occupanti stessi - sorgerebbe nel tessuto urbano T4 (che a quanto pare non prevede la realizzazione di sale per videogiochi).
Tra i portavoce, di quest' ultima causa vediamo anche Sabina Guzzanti, che si espone in quanto "abitante del quartiere". In questi due mesi, gli occupanti, non solo si sono rimboccati le maniche ripulendo completamente il posto, ma hanno organizzato assemblee cittadine, momenti di festa e spettacoli. Maturando insieme agli abitanti un progetto che preveda una diversa destinazione d'uso per il "Palazzaccio".
A questo punto, attendiamo anche in questo caso un progetto serio che crei un'alternativa ben definita a quella prospetta fin ora.
La domanda che rimane è cosa succederà? Finita l'estate speriamo non si freddi questa sana voglia di riprendere ciò che nostro. In un paese che ha bisogno oggi più che mai di luoghi di confronto dove artisti e professionisti di settore possano esprimere il proprio talento, e possano organizzarsi per creare nuove realtà di lavoro e di formazione.