Inventario Anno 1 Numero 3 settembre-dicembre 2011
Normali meraviglie
Dilavati dal mare, asciugati dal sole, consumati dall’uso, gli oggetti che Michele Provinciali ha accumulato, ordinato e fotografato sono assimilati da colori sbiaditi perfettamente accordati tra loro.
Un inventario di oggetti trovati che conservano, nella loro ideale costanza di toni, il ricordo dell’infanzia parmigiana trascorsa nella pasticceria paterna dove avra` osservato poche cose salate e molti pasticcini glassati con tenui colori pastello, rosa, verdino, giallo, ma dove in tutti avra` saputo vedere un po’ di veleno di avanguardia e un filo sottile di una colta memoria storica.
L’allineamento di questi piccoli oggetti e` una perfetta operazione pop, cosi` come il progetto di Imago , scatola magica di grandi sorprese grafiche, pensata per la Fotolito Bassoli all’inizio degli anni Sessanta. Una cornucopia che riversava opere di Michele e di altri: biglietti ferroviari in dimensione gigante, immagini di bistecche avvolte nella carta gialla dei macellai di allora e di oggetti di plastica nobilitati dalla loro perdita di colori, e ancora fotografie di muri piastrellati di una casa di tolleranza nel centro di Milano e un’incantevole e ordinata serie di gessetti colorati.
Un geniale apprendistato che Michele (anzi Michelino) applichera` poi nel suo capolavoro tipografico, i primi numeri della gregottiana Edilizia Moderna , palestra arditissima di nuove carte, di accostamenti liberi e disinvolti di font diversissime, di simmetrie negate, di b ⁄ n tirati allo spasimo senza perdere il velluto profondo dei toni piu` scuri. Una rottura intelligente con la grafica bauhausiana maturata dopo la sua andata a Chicago come studioso di arte antica, tornato poi dalla citta` del vento (vera citta` ⁄ museo di architettura moderna), e li` convertito alla grafica, amata e applicata subito con immediata sapienza all’immagine di una azienda pronta al futuro, la Kartell. Gourmet di alta cultura in molti campi, lo era anche nella sua amata gastronomia. Se si era con lui in un ristorante ti costringeva a seguirlo nelle cucine, obbligandoti a osservare tutte le fasi di cottura del cibo. Implacabile.
Come nella scuola di Urbino quando, a sera gia` inoltrata sulle dolcissime colline rinascimentali, entrava nelle aule con il suo sottile bastone e lo puntava sull’unico studente che non era riuscito ad acquattarsi,costretto poi a fargli da autista nella notte, fino al suo non lontano Regno di Novilara.
Questo era Provinciali, uomo grandissimo, di piccola statura, tondeggiante, ma, paradossalmente, di spigolosa natura.