Urban cut - redirect per Wave equation workshop

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Indice :

1 Attiv-Azione: Confronto con PierLuigi Musarò e Giulia Allegrini

2 Attiv-azione di Mili Romano: "Cuore di Pietra"

3 Wave equation_pratiche di attivazione presenta il talk "Lenti divergenti sulle social practices. Case study Bologna"

4 Lenti divergenti sulle social practices. Case study Bologna-presentazione degli interventi. Introduzione

5 Lenti divergenti-Pillola del contributo Studio Ciclostile Architettura di Bologna

6 Lenti divergenti-Pillola del contributo- Roberto Grandi-docente di SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI-Università di Bologna

7 Lenti divergenti-Pillola del contributo-Emilio Fantin-artista e docente di ARCHITETTURA E ARTE NELLO SPAZIO PUBBLICO-Politecnico di Milano

8 Lenti divergenti-Pillola del contributo Social Street-Via Fondazza Bologna

9 Attiv-Azione: Contributo di Massimo Marchetti curatore e critico nonchè pubblico e osservatore di diversi progetti di arte pubblica

10 Lenti divergenti-Pillola del contributo Dino Ferruzzi per il CRAC-Centro Ricerca Arte Contemporanea-Cremona

11 Wave equation_pratiche di attivazione presenta Wave Equation Workshop

12 Urban cut-azioni nomade-evento conclusivo del wave equation workshop

13 Urban cut - redirect per Wave equation workshop




Invito urban cut - redirect - progetto grafico Francesca Speranza

Urban cut -  redirect
Opening 6 settembre 2014
Ore: 19.00
Dal 6 al 15 settembre 2014
Adiacenze - Piazza San Martino, 4/f, Bologna BO

Urban cut - redirect è la mostra che documenta l'evento "Urban cut - azioni nomadi", incursioni di disturbo negli spazi pubblici di Bologna" realizzato dai partecipanti del workshop Wave equation  il 29 marzo 2014.

La mostra Urban cut - redirect è coordinata da Katia Baraldi (Wave equation – pratiche di attivazione) in collaborazione con la galleria Adiacenze, Bologna.

Con la partecipazione di:
Tiziana Abretti, Maria Chiara Calvani, Sabrina Casiroli, Marco Ceroni in collaborazione con The Cool Couple, Umberto Giorgione, Barbara Matera, Luca Poncetta, Chris Rocchegiani in collaborazione con Bruno Iannaccone, Francesca Speranza.

Urban cut – redirect è la fase conclusiva degli interventi nomadi e destabilizzanti che i partecipanti al workshop Wave equation – workshop hanno condotto nel tessuto urbano di Bologna il 29 marzo 2014. La mostra, ospitata da Adiacenze, intende presentare la formalizzazione delle azioni performative e relazionali realizzate in quell’occasione e i loro successivi sviluppi e creare una relazione con il pubblico della galleria nel tentativo di approfondire i temi alla base del workshop.
Il workshop “Wave equation – workshop”, condotto da Katia Baraldi e AnnaMaria Tina a Bologna presso gli spazi di  Adiacenze dall’ 8 marzo al 29 marzo, è un laboratorio teorico e pratico sugli interventi nello spazio pubblico.
A conclusione del workshop i partecipanti hanno creato una serie di azioni relazionali, performance, installazioni con l’obiettivo di compromettere l’abituale fruizione degli spazi collettivi di Bologna e di innescare meccanismi di reazione a gesti inaspettati.

Tiziana Abretti presenta il quaderno d’artista in cui illustra le conclusioni delle tre fasi di “Guardami”, il dispositivo con cui attraverso la lettura di QR Code sparsi in diversi luoghi della città, invita a connettersi online per instaurare una relazione empatica con sconosciuti. Dopo una prima fase in cui i QR Code erano lasciati in giro per la città senza richieste ulteriori al pubblico, l’artista ha successivamente sviluppato altre due fasi in cui ha cercato di creare un coinvolgimento diretto di cui ci mostra i risultati attraverso un media volutamente differente.

Maria Chiara Calvani presenta le testimonianze video degli incontri e relazioni instaurate con i passanti di Bologna durante la performace di “Isola remota” tragitto di appropriazione della città con piccole azioni di trasformazione dei luoghi pubblici.

Sabrina Casiroli realizza Bird Restraint 02, cornice in dissuasore e foto/collage di piccioni, che porta lo spaesamento dato dall’ipotetica finestra aperta sulla libertà degli animali che di solito tiene lontani. Si crea così uno scambio di ruolo tra il piccione e l’umano dove quest’ultimo è costretto a confrontarsi con la realtà che si impone quotidianamente ai volatili cittadini.

Marco Ceroni con la collaborazione del collettivo di fotografi/artisti The Cool Couple aggiunge un altro tassello a “Gentrifugazione” riflessione sulla trasformazione urbanistica che ha investito il quartiere Bolognina.


Umberto Giorgione riattiva la performance “N.33 e le 11 porte” con cui ha teso sperimentare la percezione fisica e sensoriale ed relazionale che una persona non vedente affronta su un mezzo pubblico In questa seconda fase l’ artista chiederà ad alcuni visitatori della galleria di provare di persona l’esperimento.

Barbara Matera presenta la versione rivista della mappa turistica del Comune di Bologna: “Tre ore nel cuore della città”, ricostruita con i racconti dei passanti con cui è entrata in contatto durante la performance negli otto luoghi di interesse turistico fissati dalla mappa ufficiale.

Luca Poncetta espone tre manifesti, nei primi due mostra le uova e i riscontri fotografici o testuali che gli sono pervenuti spontaneamente dalle persone che hanno colto la sua proposta di occuparsi delle uova crude da lui donate durante la performance “Non è un uovo sodo - atto di attenzione incondizionata”. Nell’ultimo manifesto, invece, sarà presentato il testo “L’uovo al cianuro” del filosofo Marco Pascarelli, ispiratogli dopo aver appreso dell’intervento di Poncetta dai media locali e inviato all’artista.


Chris Rocchegiani ancora in collaborazione con Bruno Iannaccone presentano gli strumenti utilizzati durante le azioni di “Space Invaders”, invasioni dello spazio prossemico altrui avvenute negli spazi di Piazza Verde e Piazza Maggiore a Bologna, due importanti centri di incontro dei cittadini bolognesi e mostrando alcune foto/cartoline.


Francesca Speranza che attraverso la sua azione “A che cosa serve l’arte [pubblica]?” aveva posto ai passanti la domanda che dà il titolo alla performance e sollecitato la risposta attraverso piccoli gesti concreti mostra le risposte e i timbri alfabetici che aveva creato per l’occasione.