Attraversare le contingenze allargando le prospettive

20/07/2007
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PUBLIC ART

Public Art a Trieste e dintorni
a cura di Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo e Anna L. M. Fraschetti


Il grande progetto del Gruppo 78 per il 2007 e' imperniato sulla Public Art cosi' come e' stata concepita dagli anni '70 ad oggi, con le sue evoluzioni e le diverse accezioni, in un tentativo di lettura panoramica, non certo esaustiva, progettata - da giugno a novembre - in diverse fasi e con diverse modalita' di interventi.
Esse comprendono:manifesti d'artista - una vetrina di opere d'arte sulla strada nei tabelloni di normale affissione pubblicitaria - site specifics ed eventi di arte relazionale nel centro storico di Trieste e a Muggia, cittadina al confine con la Slovenia; workshop in collaborazione con gli enti locali, rivolti soprattutto alle fascie giovanili, e in collaborazione con la Facolta' di Architettura dell'Universita' di Trieste, per interventi in quartieri periferici al fine di migliorare la qualita' della vita e dell'ambiente; una mostra internazionale documentativa, un convegno internazionale per un confronto tra le diverse posizioni di chi opera in nell'ambito dell'arte pubblica, in rapporto cioe' con il territorio e con chi vi abita.


Public Art
mostra internazionale documentativa nell'ambito del progetto "Public Art a Trieste e dintorni"

Nella complessa operazione promossa dal Gruppo 78, questa mostra - ospitata a Trieste a Palazzo Costanzi e all'ex Albo Pretorio, a Muggia al Museo d'Arte Moderna Ugo Cara' - svolge un ruolo determinante per l'informazione sull'argomento specifico, fornendo una serie di esempi di arte pubblica tratti da alcuni suoi protagonisti in Italia e all'estero. Non e' certo esaustiva, ne' potrebbe mai esserlo, tenta soprattutto di evidenziare le diversita' che ci sono fra l'accezione italiana di "Arte Pubblica" e in genere potremo dire, mediterranea, del sud Europa, rispetto all'accezione di alcuni paesi dell'Europa Settentrionale, Gran Bretagna in testa.
Nel nord infatti, e soprattutto in Gran Bretagna, l'Arte Pubblica e' un concetto esaustivamente acquisito a livello isituzionale, tant'e' che esiste la facolta' universitaria di "Arte Pubblica", che il rinnovamento qualitativo ambientale di territori degradati passa attraverso la realta' a volte persino eccessiva di concorsi e partecipazioni di "arte pubblica", nel senso che si esercita massivamente con rischi di approssimazioni, come nel caso dell'arteria A13, la principale via di accesso a Londra dal sud-ovest del paese. Lo afferma l'artista Alberto Duman e lo testimonia il suo intervento "people live here", progettato appunto per la A 13, in cui dirotta l'attenzione verso la gente che abita nei quartieri adiacenti all'autostrada, spesso costituita da stranieri o "emarginati in transito", mentre con altri interventi si e' preferito realizzare ingombranti (ed inutili) presenze nei numerosi "shopping villages" che circondano gli insediamenti residenziali, concepiti secondo un "modello fallimentare di urbanesimo periferico".
Il discorso sarebbe lungo e complesso, non iscrivibile in una breve premessa, come questa, ad una mostra esemplificativa.

In Italia, negli ultimi tempi, e direi a partire dall'affermazione della realta' "Oreste" alla Biennale del 1999 predomina invece l'interpretazione comunicativa-socio-relazionale. Gli artisti italiani optano per un intervento diretto con la gente, facendola partecipe del progetto creativo, in certi casi con un'evidente incidenza socio-politica, per tentare di cambiare le cose. Nel nord si realizzano piu' site/specific, e Muenster con Skulptur Project - che abbiamo la fortuna di presentare all'interno dell'evento triestino - lo testimonia in modo inequivocabile; in Italia ci si attiva di piu' a sensibilizzare la gente ai problemi che la riguarda direttamente, predisponendo una coscienza critica che aiuti a migliorare la qualita' esistenziale ed ambientale, come fanno Bert Theis, Osservario in Opera, Paola Di Bello a Milano, AnnaLisa Cattani, Emilio Fantin a Bologna e nel mondo, per citarne solo alcuni.
I primi tre hanno lavorato soprattutto attorno al problema della Stecca degli Artigiani all'Isola Garibaldi, la struttura fatiscente in mezzo ad un vasto terreno libero, occupata da artisti ed associazioni con l'intento di preservarla dalla speculazione edilizia. Proposito purtroppo di recente fallito con l'abbattimento della struttura stessa.
Emilio Fantin e Giancarlo Norese sono stati tra i promotori di "Oreste"; alla Biennale del 1999 hanno gestito, con altri artisti, uno spazio di incontro e di relazione, di scambio di informazioni, determinando quell'"arte live che si attua mediante una pratica performativa radicale", come ha scritto Lorenza Perelli in "Public Art, Arte, interazione e progetto urbano, ed. FrancoAngeli, 2006.
Fantin svolge per conto suo una ricerca sui rapporti interpersonali, sulle "ultime frontiere relazionali", sugli "incontri interiori" come testimoniano i suoi video; che documentano anche il "trekking" da un monte all'altro dell'Apennino Tosco-Emiliano, con qualche eco di Richard Long, e "Apocalisse", ovvero l'incredibile avventura di un artista per accedere, in qualita' di fornitore di servizi per il pubblico, alla Biennale.
Le fotografie di Giancarlo Norese ci riportano a quel quoziente di creativita', di implicita potenzialita' d'altri sensi che esiste nelle cose cosi' come stanno, certo con un fondo di irriducibile cultura situazionista. Basta sollecitare altre letture, per individuare nuove prospettive.
Annalisa Cattani racconta avventure performative, ideate per incontrare l'altro e capire le sue problematiche nascoste, o documenta azioni artistiche intese come "motore che rimette in gioco percorsi di senso e di memoria" ("venti, trenta, quaranta metri, Rocca Stellata di Bondeno, Ferrara, 2006).
Paola Di Bello ha partecipato alle "azioni" di salvaguardia della Stecca degli Artigiani con "un ritratto del quartiere Isola", fissando con il clic intere famigliole sullo sfondo dei grattacieli inquadrati dalle finestre della Stecca, minaccia incombente ed invasiva di spazi ancora liberi ed aperti alla gente del posto.
E Bert Theis, l'animatore di tutto il movimento, e' presente, oltre che con i documenti di OUT - l'"Ufficio per la trasformazione urbana" che prende in considerazione anche quartieri di Mexico City e Tirana - con quelli di alcuni progetti, le cosiddette Platforms, impiegate in diverse situazioni, da "Arte all'Arte" a "Skulptur Project", 1997 di Muenster. Sono piattaforme "filosofiche", pensatoi, luoghi di pausa e riflessione, ideati per migliorare la qualita' della vita negli spazi pubblici.
Osservatorio in Opera, composto da Piero Almeoni, Paola Sabatti Bassini, Roberta Sisti, da parte sua ha contribuito alla causa della Stecca con dei video, con i "Bollettini" n. 1 e 2, considerando nel primo la violenza praticata in genere su opere e luoghi d'arte, nel secondo raccogliendo i desideri e la denuncia da parte della popolazione dell'Isola Garibaldi contro la speculazione edilizia e il potere politico.
Entrambi sono stati esposti, assieme alla simpatica bolla con la neve "Souvenir da Milano" alla recentissima mostra dell'aprile 2007, allestita alla stessa Stecca poco prima della sua demolizione.
Anche Bastiaan Arler, olandese trapiantato in Italia, compie "azioni performative" che inducono a riflettere sulle nostre modalita' esistenziali. "Syntax Error" e' una performance paradigmatica che simbolicamente traccia, con un gruppo di performer mascherati, in uno spazio prestabilito, i percorsi quotidiani di milioni di cittadini nella routine di un sistema di vita omologato, inconsapevolmente accettato e condiviso. Il percorso qui e' guidato dall'artista che ne ha programmato i movimenti, ispirandosi al linguaggio del computer, ma...scappano degli "errori di sintassi".
Il duo Steinbrener -Dempf di Vienna, opera sul territorio urbano, inseguendo dunque il rapporto arte/citta'. Di grande efficacia l'intervento "Delete" - realizzato nell'estate 2005, al settimo distretto, e qui documentato - con la sparizione, per due settimane, di tutte le insegne, pubblicita', slogans, che costituiscono il tessuto semiotico di un'arteria cittadina. Ovvero azzeramento dell'assordante, insistente comunicazione commerciale che, nell'onnipresenza e nell'iterazione, si vanifica comunque nella ricezione del cittadino. Due inaspettate settimane di silenzio, con le insegne imbavagliate dal tessuto giallo, che in ogni caso propongono una nuova lettura di quella strada. Anche l'altra coppia di artisti, i fratelli Maik e Dirk Loebbert, interviene sull'architettura e l'ambiente urbano. Le foto tratte dal progetto "Anonymus" documentano una curiosa operazione: quella di citazioni di interni, dislocati pero' su percorsi pubblici, come "Gardarobe", "Dressing Room"...realizzati con il recupero di oggetti di scarto, nel concetto dunque del riciclo. Mini-installazioni, abbandonate poi a se stesse, soggette al logorio del tempo e alla naturale decomposizione.
I giovani archietti dello Studio Topotek 1 di Berlino rielaborano l'immagine dello spazio attraverso la realizzazione di parchi e paesaggi. Si definiscono infatti architetti del paesaggio organizzando spazi aperti con soluzioni formali e strutturali di intensa valenza estetica. Non disdegnano tuttavia di realizzare interventi all'interno di strutture architettoniche come nel cortile del palazzo realizzato per il Bayer Pension Plan, lungo l'Unter del Linden, a Berlino, che si trasforma in un "tappeto, una tappezzeria antica, un broccato". Il titolo e' infatti "Broderie". Ma non da meno sono i "giardini circolari" realizzati a Wolfsburg in occasione dell'esposizione di orticultura del 2004, o l'austera sistemazione di un giardino monastico per l'antica certosa di Padula.
La belga Lieve van Stappen e' qui presente con un lavoro imperniato sul recupero di memoria relativo alla prima guerra mondiale, che, nel suo territorio ha lasciato abbondanti tracce della tragedia consumata sul "fronte occidentale". Una memoria risucchiata dall'oblio delle nuove generazioni, eredi ignare di quel retaggio storico, anche se passato attraverso i loro remoti familiari.
Elisa Vladilo infine conclude questo ciclo espositivo con una serie di lavori legati a varie esperienze, dalla casa, luogo di una residenza artistica a Sinj Vrh (Slovenia) trasformata in virtu' della quadratura coloratissima disposta in facciata, alla recente "pioggia di musica in via delle ombrelle", con tele variopinte tirate da un estremo all'altro della strada, dalle "striscie pedonali rosa" realizzate a Genova, all'intervento all'interno della Fabbrica del Vapore a Milano. Colori e gioco, secondo la sua consuetudine, irrompono nei luoghi prescelti, rianimandoli, riversando in loro veramente nuova linfa vitale.

La mostra si arricchira' della proiezione video di Skulptur Project di Muenster, attualmente in corso, la piu' grande manifestazione europea di Public Art come site-specific, unita a quella di dieci anni fa, cui hanno partecipato tra i piu' grandi protagonisti internazionali della Public Art da Vito Acconci a Dan Graham, Daniel Buren... La documentazione video e' curata da Mario Gorni di C/O Careof di Milano.
A questa si unira' anche il video di Paolo Ravalico Scerri "Transforms", che documenta un evento di Public Art avvenuto a Trieste, nel 2001.
Inoltre il 23 agosto, presso il Museo d'arte Moderna Ugo Cara' sara' presentato il concorso per la facciata del museo stesso: "La superficie mutevole per opere reversibili", un progetto dell'architetto Claudio Farina.

La mostra internazionale documentativa di PUBLIC ART inaugurata il 24 luglio a Palazzo Costanzi (piazza Piccola, 2, Trieste) sara' visitabile fino al 2 settembre con orario: 10/13 - 17/20 tutti i giorni, festivi compresi.

Dal 5 agosto si affianca la sede dell'ex Albo Pretorio (in Piazza Piccola, 3 Trieste), in cui saranno proiettati i video, visitabile fino al 2 settembre con orario: 10/13 - 17/20, festivi compresi

Il 1 agosto s'inaugura alle ore 18.30, sempre per la mostra documentativa, la sede del Museo d'Arte Moderna Ugo Cara' di Muggia ( via Roma). Sara' visitabile fino al 28 agosto con orario: feriali 17/19, il giovedi' anche 10/12; festivi chiuso

Ingresso gratuito.


Per informazioni:
GRUPPO 78 I.C.A.
via Monte Cengio, 11, 34127 Trieste
Tel/fax 040 567136, cell. 3398640784 - info@gruppo78.it - m.campitelli@mastermail.it
www.gruppo78.it


Le immagini
Paola Di Bello, Framing n. 4, evento alla Stecca degli Artigiani, Milano
Giancarlo Norese, Precarious House



Una ricerca in UnDo.Net sulla public art:

Arte e citta'. Public Art - 1996/97
Terza edizione di "La Generazione delle Immagini", serie di incontri con artisti, critici e filosofi a cura di Roberto Pinto. Gli atti delle conferenze di: Antoni Muntadas, Hans Haacke, Julie Ault, Alfredo Jaar, Mary Jane Jacob, Marc Augé, Vito Acconci. Italiani: Pierluigi Nicolin, Salvatore Falci, Emanuela De Cecco, Stefano Arienti, Giacinto Di Pietrantonio, Piero Gilardi.

Networking 2002-2003. Le citta' della gente
Laboratorio territoriale con Meschac Gaba, Carlos Garaicoa, Stalker, Superflex, Bert Theis. A cura di Marco Scotini. Promosso da Regione Toscana -TRA ART e dai Comuni di Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Prato, Siena

relazionArti (video)
L'arte e le nuove dimensioni relazionali. Due giornate di studio (10 e 11 maggio 2007) sulla problematica sfera dell'arte pubblica a partire da una concezione dell'arte come attivazione di processi piu' che come produzione di oggetti e da una visione della pratica artistica che sconfina nella societa'. A cura di Luisa Valeriani, Daria Filardo, Cecilia Guida. Un video suddiviso in tre parti in cui e' possibile seguire i momenti salienti del convegno a cui hanno partecipato molti critici, artisti e studiosi.a

Oreste
Il progetto dai suoi esordi alla partecipazione alla 48ma Biennale Arte di Venezia del 1999. Tutti i protagonisti e i progetti, compreso il forum attraverso il quale e' stato costruito il palinsesto di incontri a Venezia e i diari delle residenze.

inContemporanea, la rete dell'arte
Un progetto promosso dalla Provincia di Milano che nasce dalla consapevolezza che valorizzazione e promozione dell'arte contemporanea hanno un ruolo importante nella qualificazione della cittĂ  di Milano e nel restituire senso di appartenenza ai suoi abitanti. Tutti progetti realizzati dalle Associazioni culturali coinvolte, le conferenze e le interviste ai protagonisti.

Isola Art Center
Il centro che prende il suo nome dal quartiere Isola a Milano. La storia e l'evoluzione del progetto: Isola Art Project 2001, Isola dell'Arte 2003, Isola Art Center 2005. Tutti progetti in corso: Q'Art Isola - Milano, Forum e Out. Informazioni su tutte le iniziative, mostre e incontri organizzati nel tempo.

Infine una ricerca preimpostata a tutti i comunicati delle mostre pubblicati in Pressrelease in cui la voce Public Art ha rilievo. Dal 1999 ad oggi.



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