Prima della 36ma edizione della fiera internazionale d'arte contemporanea e poi seguendo un turbinio di eventi dal 19 al 25 ottobre. Francesca di Nardo racconta con calma apparente la settimana della maratona parigina fra musei, stand e gallerie. Camminando fra le foglie colorate nel parco di sculture, con inviti e piantine della città alla mano, verso nuove forme ibride di creazione. Un puzzle di luoghi e momenti, o meglio, un ipertesto di occasioni fra proposte innovative ed esposizioni imponenti che proseguono ben oltre questi giorni di diario.
La settimana della FIAC 2009 in realtà inizia alcuni giorni prima della Fiera.
L’avvio è al Palais de Tokyo il 15 ottobre; Chasing Napoleon è l’esposizione collettiva che prosegue sulla linea di ricerca già indicata dalle precedenti Gakona e Spy Numbers, presentando 19 artisti le cui opere agiscono sui margini sfumati e frastagliati del visibile. Tra loro Ryan Gander, presente a Parigi anche con una serie di piccole polaroid presso la libreria della galleria Yvon Lambert, e Gardar Eide Einarsson, la cui prima personale parigina è aperta fino al 7 novembre da Bugada & Cargnel (già Cosmic Galerie).
Scese le scale del Palais, si salgono quelle del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, che ospita tre esposizioni: Réalité abstraite del pittore tedesco Albert Oehlen dal sapore retrospettivo, la suggestiva ed emozionante Primitive di Apichatpong Weerasethakul, e la ‘funerea’ Deadline, collettiva che riunisce le opere tardive realizzate da artisti prossimi alla morte … da Willem de Kooning, fino a Felix Gonzalez-Torres e Chen Zhen.
Lunedì 19 il Jeu de Paume ha nel frattempo aperto le sue sale all’Italia, ospitando la grande retrospettiva Fellini, la Grande Parade e la personale di Francesco Vezzoli À chacun sa vérité. Nell’ambito del programma Satellite 3, è invece ospitato con Finding Chopin: Endnotes 2005–2009 Tris Vonna-Michell, uno dei più interessanti artisti della sua generazione, la cui performance, in programma giovedì 22 ottobre è purtroppo saltata a causa di un malanno.
Giorno 1
Martedì 20 ottobre si da il via alla maratona mentre al Grand Palais si finiscono di allestire gli ultimi stand e alla Cour Carrée du Louvre i primi ospiti possono godere di un’esclusiva anteprima.
La fiera come d’abitudine porta con sè un corollario di mostre, performance, incontri e conferenze, feste e scampagnate, che si cerca di incastrare come un puzzle di luoghi e momenti.
E allora via. Si parte. Cartoncini degli inviti e piantine della città alla mano.
Marais. Inaugurazione senza pubblico alla galleria Yvon Lambert per la collettiva Locus solus, un omaggio al romanzo del 1914 di Raymond Roussel. E poi Jardin des Tuileries.
Appuntamento alle ore 22 sulla Terrasse Lemonnier, per uno spettacolo pirotecnico condensato in un solo secondo, intervento installativo effimero, e deludente, di Fabien Giraud & Raphaël Siboni.
Giorno 2
Mercoledì 21. Apre ufficialmente la FIAC2009.
Sarà la crisi? Sarà che gli investimenti si sono contratti? Sarà che comunque la domanda cambia ma non scompare? Cercando di fare un’analisi sintetica un dato degno di interesse emerge: dagli stand sono scomparse opere ed installazioni di grandi dimensioni, che spesso e purtroppo non portavano un equiparabile valore contenutistico e di ricerca.
Al loro posto ci sono ora lavori di piccole dimensioni, economicamente più adatti ai tempi che corrono: disegni e pittura, installazioni, moderate e contenute… la ricerca è ferma, certo, ma almeno non si scade nel trash degli ultimi anni.
Gli stand congiunti di gb Agency e Jocelyn Wolff e quello di Johann Konig, Jan Mot e Kamel Mennour del Grand Palais, quelli di Hotel, ACDC, Cardenas Bellanger (Carlos Cardenas), BaliceHertling, Raffaella Cortese, Cortex Athletico e Schleicher+Lange, propongono gli esempi migliori sia nella scelta delle opere che negli allestimenti. Il resto non turba e non stupisce.
Giorno 3
Giovedì 22. Ogni grande fiera genera fiere satelliti. Quelle della FIAC sono ancora giovani e da quest’anno sono 4.
Alle esperienze di Slick - trampolino naturale per accedere alla fiera madre - di Show Off e di Art Elysees, ora si aggiunge Cutlog che punta ad attrarre soprattutto gallerie europee.
Se in questi giorni gli spazi dell’arte si aprono al commercio, anche quelli del commercio si aprono all’arte.
E così all’interno delle celebri Galeries Lafayette, alla Galerie de Galleries è allestita Antidote 5, annuale collettiva che raduna il meglio della scena emergente francese. Dei dieci artisti presenti, cinque (Sophie Bueno-Boutellier, Étienne Chambaud, Mark Geffriaud, Jimmy Robert e Clément Rodzielski) sono anche tra i finalisti del Prix Ricard.
Un allestimento estremamente pulito e pressoché privo di emotività, confeziona una mostra sullo statuto dell’immagine, tema già declinato proprio da L'image cabree (L’immagine imbizzarrita) l’esposizione del Prix Ricard 2009, visitabile fino al 7 novembre, nella sede della fondazione.
Un pomeriggio di sole pare essere il momento ideale per passeggiare nei Jardin des Tuileries scoprendo le installazioni all’aria aperta, spesso a carattere monumentale, disseminate tra i viali, nelle fontane e tra le aiuole del parco che da Place de la Concorde porta al Louvre.
Non possono passare inosservate, per la loro ironia e la piacevole lievità, i cembali di Kader Attia, vibranti al vento a pelo dell’acqua nella prima grande fontana, il baldacchino galleggiate di Vincet Olinet e le grandi teste di Ugo Rondinone.
Dalle grandi dimensioni in spazi aperti alle grandi dimensioni in spazi chiusi. Quelli del Centre Georges Pompidou, che per cinque settimane fino al 23 novembre propone al pubblico un ‘laboratorio’ in costante mutamento, che quotidianamente diversifica il suo programma di mostre, concerti, spettacoli, sollecitando il contatto e l’esperienza con le ‘nuove forme ibride della creazione contemporanea’.
Dal Beaubourg al Marais il tragitto è breve; quanto la visita alla Galerie Emmanuel Perrotin per le personali di Ferhad Moshiri e Jean-Michel Othoniel.
A poca distanza negli spazi della Galerie di Michel Rein, le note della creazione di una forma riempiono gli spazi della galleria: è il progetto Vice de forme: in search of melodies di Saâdane Afif, laureato del prestigioso Prix Duchamp per questo complesso e affascinante processo di creazione in divenire che coinvolge critici, musicisti e artisti, sculture, parole, canzoni e musica, in un susseguirsi di trasformazioni ed evocazioni.
Giorno 4
Venerdì 23, tra i tanti incontri di questi giorni la scelta ricade sulla conferenza dell’artista belga Hans Op de Beek e sulla prima francese del suo recente Staging Silence, nella sala conferenze dell’ENSBA - Ecole Nationale Supérieure des Beaux-arts, dove - nella Chapelle des Petits-Augustins, inaugura anche la monumentale Arche di Huang Yong Ping, una cupa riflessione sul male, la morte ed il divino, declinata come un’immensa tragica Arca di Noé.
Attraverso la Passerelle des Arts sulla Senna, ancora una volta verso il Louvre. Alle 21 per The Mirror Points la concettosa e un po’ lenta performance di Gary Hill, che infatti non riceve dal pubblico troppi applausi.
Meglio quindi buttarsi nel dance-floor dell’esclusivo Bal Jaune, l’annuale festa offerta dalla Fondation Ricard, in occasione del suo premio, vinto inspiegabilmente quest’anno da Ida Tursic & Wilfried Mille.
Giorno 5
Sabato 24. Pioggia. Stanchezza. Tra la fine del Bal Jaune e la partenza per Le Moulin, lo spazio di Galleria Continua nella campagna de l’Ile de France, sono passate solo (troppo) poche ore.
Per il terzo anno la galleria italiana, in collaborazione con un gruppo sempre differente di gallerie francesi, anima gli ex-spazi industriali di Le Moulin, con opere di artisti di fama internazionale, riprendendo lo schema di una piccola biennale. Ma sarà che l’effetto sorpresa alla seconda visita sfuma, saranno le opere, molto meno potenti di quelle dell’anno scorso, la mostra Sphéres 2009 delude i visitatori.
A consolare coloro che decidono di affrontare l’ennesimo vernissage è la mostra che la maison rouge -fondation antoine de galbert dedica alla composita, ricchissima collezione Jean-Jacques Lebel, artista, attivista politico, poeta, tra oggetti di arte popolare, tele dell’Arcimboldo, feticci, manifesti, grafiche ottocentesche, sculture di epoche e continenti diversi; la mostra più interessante ed appagante della settimana.
Giorno 6
Domenica 25, ultimo giorno di FIAC si tirano le somme, si fanno analisi, si redigono reportage, ma prima di archiviare anche questa settimana, un ultimo appuntamento al Centre International d’Accueil et d’Echanges des Récollets, tra musica e cioccolata calda per la presentazione di Top 100 Vol.4 di Davide Bertocchi, organizzata dalla Dena Foundation for Contemporary Art.
Quando la musica finisce sotto la volta del Grand Palais si comincia a disallestire, ci si può mettere a ripensare a questa lunga settimana della FIAC e ad ipotizzare la prossima.
Francesca di Nardo (Milano, 1977) è direttrice del Program of Artists and Curators-in-residence della Dena Foundation for Contemporary Art. Per UnDo.Net è curatrice del progetto Art Hub e dal 2007 della piattaforma online 2VIDEO. Come curatrice indipendente lavora in Italia e all'estero. Scrive per riviste e cataloghi d’arte ed è redattrice della rivista belga Janus.
Parigi per tutti
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