Dialogo tra Eleonora Farina e Magda Cârneci
Tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta (ovvero durante il regime comunista) “ARTA” era l’unica rivista ufficiale di arte contemporanea in Romania, pubblicata dall’Unione degli Artisti Plastici - UAP, e un paio di anni dopo la Rivoluzione lo staff ne distribuì l’ultimo numero (l’archivio fotografico venne in seguito ironicamente e provocatoriamente utilizzato dal gruppo subREAL per l’installazione “The Art History Archive”, ma questa è un’altra storia).
Da poco l’UAP ha però deciso di riavviare il progetto e al momento è Lei la caporedattrice di quest’ultima avventura. Perché oggi? C'è bisogno di una nuova rivista d'arte contemporanea?
Magda Cârneci: Il motivo per avviare nuovamente questo progetto editoriale è chiaro. Lo scenario delle arti visive in Romania è diventato molto variegato e dinamico in questi ultimi anni, diciamo dal 2005 ad oggi.
Era quindi un peccato non avere una pubblicazione a Bucarest - la capitale della Romania e la città più grande - che affrontasse la condizione di una reale metropoli. Inoltre l’Unione degli Artisti Plastici, l’unica organizzazione professionale e sindacato degli artisti visivi nel Paese, aveva bisogno di uno specchio, di uno strumento critico e un biglietto da visita per questa nuova produzione artistica fatta di gallerie, aste ed eventi di tutti i tipi che ultimamente si moltiplicano in città.
E’ stato anche possibile cogliere un’opportunità, perché alla fine del 2010 il Governo romeno aveva offerto un aiuto finanziario a tutte le pubblicazioni culturali del Paese.
In quello stesso periodo io ero appena tornata a Bucarest, dopo aver vissuto dieci anni a Parigi. Quindi tutti questi fattori messi insieme hanno concorso a rifondare la rivista “ARTA” in condizioni ottimali.
“ARTA” collabora costantemente con diversi critici e giornalisti per poter coprire non solo il campo delle arti visive ma anche quello del cinema, della sociologia, dell’antropologia, dell’architettura e dell’urbanistica. Inoltre ogni numero è dedicato a un argomento specifico (quello attuale, ad esempio, alla fotografia).
Se non sbaglio, questa interdisciplinarietà non era la caratteristica predominante della vecchia rivista. Qual'è quindi l’eredità e quali sono le innovazioni?
M.C.: Fin dal primo numero nel dicembre 2010 avevamo dichiarato il nostro obiettivo: avere una prospettiva interdisciplinare riguardo ai diversi discorsi artistici.
Effettivamente questa prospettiva è differente da quella della rivista “ARTA” degli anni Cinquanta/Ottanta, benché anche in quegli anni venissero saltuariamente pubblicati articoli scritti da architetti, musicisti, matematici, scienziati etc.
Tornando all’“ARTA” attuale, il nostro intento interdisciplinare è reso organico all’interno di un tema specifico diverso per ogni numero, ad esempio nell’ultimo - dedicato alla fotografia, come hai giustamente ricordato - ci sono articoli sulla fotografia e l’educazione artistica, la fotografia e la ricerca scientifica, la fotografia e l’antropologia, la fotografia e l’architettura, la fotografia e la teoria d’arte, la fotografia e gli archivi o la documentazione poliziesca e così via.
Vorremmo sviluppare ancor di più l'aspetto interdisciplinare in futuro, ma a volte è difficile trovare le persone e il momento giusto.
Nonostante tutto continueremo, perché oggi è necessario far interagire l’arte con discipline diverse e in questo modo contribuire a formare una mentalità multiforme, flessibile e creativa sia in chi produce l’arte che in quelli che la consumano.
Durante gli ultimi vent’anni ci sono stati diversi tentativi di ripubblicare la rivista, ma tutti sono falliti dopo pochi numeri. A paragone con le precedenti, quali sono le peculiarità di questa nuova “ARTA”? Quali i vostri obiettivi e progetti per il prossimo futuro?
M.C.: Dopo una prima ‘morte’ nel 1993, a causa delle difficili condizioni dovute al momento di transizione post-comunista in Romania come in tutti i Paesi dell’Europa Centro-Orientale, ci fu una seconda ‘nascita’ di “ARTA” nel 2000, seguita però da una successiva ‘morte’ nel 2001 sempre a causa delle scarse risorse finanziarie.
Ritengo inoltre che il milieu artistico di Bucarest non fosse a quei tempi abbastanza forte e organizzato, o comunque abbastanza preparato, per supportare una pubblicazione periodica di questo tipo.
Verso la fine della prima decade la nuova effervescenza della vita artistica nella capitale la rese al contrario possibile ed auspicabile, addirittura necessaria. Questa nuova versione di “ARTA”, alla sua terza ‘nascita’, dimostra oggi una maggiore maturità nel campo delle arti visive in Romania.
“ARTA” è pensata per documentare gli eventi artistici più interessanti in tutte le grandi città della Romania, per selezionare e proporre nomi, gruppi, e correnti innovativi, per incoraggiare l’apertura dell'ambiente artistico romeno verso la scena internazionale e per coltivare un’attitudine cosmopolita all’interno della cultura locale.
“ARTA” è volta a un’arte alternativa, critica, concettuale, ma presenta allo stesso tempo anche artisti e mostre di orientamento più classico o modernista, se sono di alta qualità. Tendiamo a preservare un equilibrio tra i discorsi artistici recenti e quelli precedenti, tra le differenti generazioni e le differenti correnti artistiche così da offrire un’immagine complessa, sostanziale ed equilibrata della scena artistica romena attuale. Sinceramente penso che questo nuovo panorama sia pieno di energia giovane; ci sono nuovi artisti romeni che sono entrati nel network artistico internazionale, e questo è il motivo per il quale ho invitato giovani critici d’arte e curatori a scrivere per “ARTA”.
Ora abbiamo circa trenta collaboratori esterni permanenti, alcuni dei quali vivono all’estero, che scrivono di eventi sia locali che globali, una cosa fantastica per la Romania. Siamo fieri di questi giovani artisti e curatori: loro rappresentano la nostra speranza, il nostro futuro.
Dialogo tra Eleonora Farina e Raluca Voinea
Alcuni dei magazine d’arte contemporanea che esistevano nel 2009 ora non ci sono più, tra loro “Vector > magazine - art and culture in context” e “Pavilion - contemporary art and culture magazine”.
Ai tempi tu eri coinvolta nella rivista online E-cart.ro (diventata in seguito un’associazione) e a tutt’oggi sei redattrice di “IDEA arts + society”, forse la principale pubblicazione per l’arte contemporanea – e non solo – in Romania. Perché nasce oggi un nuovo progetto editoriale? E perché il nome “The Long April”?
Raluca Voinea: In realtà sia “Vector” che “Pavilion” esistono ancora; un nuovo numero di “Vector” è stato appena pubblicato e “Pavilion” in genere accompagna la Biennale di Bucarest, come ne fosse un’antologia.
E’ però vero che la maggior parte delle riviste d’arte non viene editata regolarmente; “IDEA” esce un paio di volte all’anno e mai con lo stesso calendario, e anche “The Long April” riesce ad essere pubblicata solo ogni tanto – le cause sono soprattutto economiche, poi c’è la scarsità di persone che possono portare avanti un lavoro editoriale in maniera programmatica e professionale e probabilmente il fatto che c'è un’audience troppo piccola e specializzata.
Penso che quest'ultima motivazione non vada accettata supinamente, perché ritengo che lo scopo delle riviste d'arte sia anche quello di creare un pubblico in contesti dove ancora non esiste.
La maggior parte di questi magazine opera infatti con una nozione allargata di arte, inquadrandola in un clima attuale più ampio. I collaboratori provengono da background e interessi diversi, quindi credo che in realtà tutti questi volumi pubblicati come riviste siano molto interessanti per numerosi e differenti pubblici.
La domanda per me a questo punto non dovrebbe essere 'perché un nuovo magazine d’arte' ma 'perché non molti di più?' “The Long April. Texte despre artă” sta tentando di dire che lo scrivere d’arte è un modo per dare conto del mondo in cui viviamo; numerose persone riconoscono il fatto che le arti siano decisamente interessanti in questi ultimi tempi in Romania, ma ci sono ancora troppo pochi luoghi dove poterne leggere. “The Long April” spera di diventare uno di questi.
Per quanto riguarda il nome abbiamo fatto un brainstorming e una delle redattrici ha proposto questa idea che è piaciuta molto a tutte per i numerosi riferimenti che contiene.
Nel board editoriale siete solo donne, critiche, curatrici, storiche dell’arte (Anca Mihuleţ, Andreiana Mihail, Corina L. Apostol, Daria Ghiu, Iulia Popovici, Laura Panait, Livia Pancu, Oana Tănase e tu), ma gli argomenti dei vostri articoli non hanno una relazione esclusiva con il femminismo. La Romania è a tutt’oggi un Paese patriarcale?
R.V.: Sì, questo è il board editoriale che ha fatto nascere la rivista; nel frattempo altre persone si sono aggiunte, alcune sono andate via, è un lavoro non pagato e quindi tentiamo di portarlo avanti tra tutti gli altri impegni. Ognuna contribuisce con testi, traduzioni dei propri articoli, suggerimenti riguardo ad altre scrittrici da invitare o artisti da proporre.
E sì, siamo solo donne ma non abbiamo un programma dichiaratamente femminista. Comunque è sicuramente un modo indiretto per affermare che viviamo in un contesto patriarcale a volte molto pesante, specialmente quando si affronta la produzione del discorso e della critica.
Ci sono molti che sostengono che non sia così all’interno del mondo artistico, effettivamente la maggior parte dei giovani curatori d'arte contemporanea in Romania sono donne, molti giornalisti anche, e poi direttori di museo etc. Comunque la storia e in ugual modo la storia dell’arte sono piene di nomi maschili e noi donne possiamo contribuire con molto poco.
A Bucarest c’è un circolo di letture femministe, non-mixt, un gruppo di donne che si incontra e legge importanti testi femministi, ogni tanto dandosi delle regole fondamentali che possono aiutare ad articolare le cose in una prospettiva più chiara, anche se le regole sono riduttive e a volte perpetuano semplici opposizioni.
Per rispondere alla tua domanda, certo, la Romania è ancora ampiamente un Paese patriarcale, e addirittura lo è ancora di più ultimamente, con la crisi economica utilizzata dalla classe politica come pretesto per applicare pesanti provvedimenti a scapito delle donne o per aprire la strada alla Chiesa con l’intento di farle ottenere una posizione più stabile ad esempio nella cura sociale.
“The Long April” viene pubblicato solo online. E’ una scelta precisa per ottenere visibilità internazionale o è dovuta alla difficoltà di creare un adeguato mercato per le riviste e i libri d'arte in Romania? E' solo un primo step? Alcune idee per il prossimo futuro?
R.V.: Anche il magazine E-cart.ro, che hai menzionato all’inizio, era pubblicato esclusivamente online e bilingue, in romeno e in inglese.
“The Long April” lo ha ereditato come principio di partenza, ma speriamo di essere in grado anche di stamparlo, un giorno.
Magari come raccolta di diversi numeri... vedremo. Pubblicando online effettivamente si ottiene più visibilità, ma d’altra parte ci sono così tante informazioni che galleggiano in rete che è anche semplice perdersi. Spero comunque che in futuro riusciremo ad avere sia la versione online che quella cartacea.
ARTA, revista de arte vizuale:
www.revistaarta.ro/
The Long April. Texte despre artă:
http://e-cart.ro/longapril/
Magda Cârneci è poetessa, saggista, traduttrice. Ha conseguito un dottorato in storia dell'arte presso la Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi (1997). E' stata una dei teorici del celebre gruppo di letterati rumeni “generazione 80”, è stata coinvolta attivamente nella vita politica e culturale romena durante e dopo la rivoluzione del dicembre 1989. Dopo aver lavorato come docente presso INALCO (Institut National de Langues et Civilisations Orientales) a Parigi, dal 2007 è stata direttore dell'istituto culturale romeno a Parigi. E' membro del Parlamento culturale europeo (ECP).
Maggiori informazioni su www.magdacarneci.ro
Raluca Voinea è curatrice e critica d’arte, vive e lavora Bucarest. E’ co-fondatrice (nel 2006) dell’Associazione E-cart.ro, insieme alla quale sta attualmente portando avanti un programma a lungo termine di dibattiti culturali e di interventi artistici nello spazio pubblico. Nel 2010 è stata uno dei quattro curatori del progetto “The KNOT: Linking the Existing with the Imaginary”, realizzato nello spazio pubblico di Berlino, Varsavia e Bucarest. E’ redattore per il magazine “IDEA arts + society” dal 2008. Dal 2012 è coordinatrice (insieme ad Attila Tordai, Livia Pancu, Lia Perjovschi e Matei Bejenaru) dell’Associazione tranzit.ro (membro del network www.tranzit.org)
Le interviste sono state realizzate a Bucarest nel dicembre 2012
Tuică è un progetto curatoriale condotto da Eleonora Farina in collaborazione con UnDo.Net che ha attraversato tutte le aree del network proponendo diverse angolazioni da cui leggere la situazione dell'arte contemporanea in Romania.
Nel corso del 2009 sono state pubblicate interviste, video, audio, realizzati con artisti, curatori, galleristi e personaggi. Per ripercorrere le diverse tappe:
Informazioni generali sul
progetto
Magazines featuring Ţuică:
Revistă de artă din România (26/1/2009)
Argomenti feat. Ţuică:
Paradisul românesc al Suzanei Dan (9/2/2009)
2Video feat. Ţuică:
Personalità (22/2/2009)
2Video feat. Ţuică:
Collegando (1/3/2009)
Argomenti feat. Ţuică:
Dan Popescu: un galerist romantic din Est (15/3/2009)
Argomenti feat. Ţuică:
Un muzeu istoric pentru arta contemporana, la Sibiu (29/3/2009)
Argomenti feat. Ţuică:
Societatea Casa Gontz (18/05/2009)
Argomenti feat. Ţuică:
Balkanness, conversazione con Ruxandra Balaci (03/02/2010)
Il suono dell'arte feat. Ţuică:
Suonando il femminismo: l'h.arta group (24/03/2009)
Eleonora Farina è laureata all'Università La Sapienza di Roma in storia dell'arte contemporanea con una tesi sulla Kunsthalle Portikus di Francoforte sul Meno (al tempo diretta dal prof. Daniel Birnbaum). Dopo un anno di lavoro a Bucarest presso il dipartimento curatoriale del Museo Nazionale d'Arte Contemporanea, al momento vive a Berlino dove ha iniziato un dottorato di ricerca presso la Freie Universität (prof. Gregor Stemmrich) sulla Video Arte in Romania ai tempi della dittatura di Ceauşescu. E' su questa tematica che ha inoltre realizzato diversi progetti curatoriali, ha partecipato a lecture e ha scritto articoli specialistici. Collabora regolarmente con UnDo.Net e con la rivista "Arte e Critica".