Attraversare le contingenze allargando le prospettive

28/05/2013
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Il lato australe della Biennale


Per questa 55ma mostra Internazionale d'Arte Contemporanea di Venezia UnDo.Net guarda a sud pensando a quella che può essere definita una guida australe, ideale non geografica. Abbiamo quindi fatto una scelta tra le proposte che si allontanano dalla visione eurocentrica (sempre aspirante atlantica), perciò una visione che non è necessariamente volta al sempre più giù...
Quella che segue è una lista di mostre e progetti di cui ci piacerebbe occuparci insieme a tutti quelli che hanno deciso di collaborare con UnDo.Net e anche a chi lo deciderà.
...E visto che non puntiamo sul mainstream, verrà naturale accogliere e pubblicare anche le proposte di quelli che saranno trascinati da qualche inattesa deriva, allontanandosi comunque da un preteso centro.



Stefanos Tsivopoulos, History Zero, 2013. Video. Courtesy dell'artista e gallerie Kalfayan e Prometeogallery




Laura Almarcegui. Padiglione Spagnolo. Foto di Claudio Franzini




Zhanara Karimova, Central Asia Pavilion




Ali Kazma, Resistance, 2013. Padiglione della Turchia




Romuald Karmakar, 19 Clips for 19 Days. Padiglione Germania




Joana Vasconcelos. Padiglione del Portogallo




Germania e Francia ai Giardini si sono scambiati il Padiglione (cosa di cui pare discutessero da 10 anni) per evidenziare in questo modo la loro collaborazione e la loro idea transnazionale di cultura.
Oltre a questo la curatrice tedesca Susanne Gaensheimer ha invitato a rappresentare il suo Paese quattro artisti internazionali (tutti di "esotiche" origini): Ai Weiwei, Romuald Karmakar, Santu Mofokeng, Dayanita Singh, autori che hanno lavorato in Germania (Berlino?) per molti anni. Le loro opere offrono importanti spunti per riflettere sulla concezione culturale e sociale di mondo globalizzato: speriamo di riuscire a coglierli, vincendo il pregiudizio che sia il punto di vista di chi sta al centro della scena...

Alle Artiglierie dell'Arsenale, Ali Kazma rappresenta la Turchia con una serie di video dal titolo Resistance, una ricerca su discorsi e metodi per potenziare ma anche gestire il corpo umano. Kazma evidenzia le molteplici strategie usate per manipolarlo e riorganizzarlo, mettendo a fuoco diverse angolazioni con cui viene percepito e definito: corpo materiale, corpo sociale, corpo sorvegliato, corpo al lavoro, corpo sessuale...

Lara Almarcegui, sull'onda della sua "passione" per le rovine, presenta due proposte interconnesse: la prima nello spazio fisico del Padiglione Spagnolo ai Giardini; l'altra nello spazio vuoto di Sacca San Mattia.
Quest'ultima è un'isola artificiale formata dall'accumulo di materiali dell'attività edilizia e scarti di produzione del vetro della vicina isola di Murano.

Akram Zaatari rappresenta il Libano, un Paese che può essere considerato persino "trendy" ultimamente.
Nel padiglione in campo della Tana propone il suo nuovo lavoro Letter to a Refusing Pilot.
Zaatari, videoartista nato nel 1966 a Saida, come tutti gli artisti libanesi della sua generazione riflette sulla guerra civile e le sue cicatrici. Nei suoi lavori mescola memoria collettiva e individuale, documenti d'archivio, notizie, fiction e documentario, creando storie e identità (politiche, sessuali, religiose...) in cui ognuno si può trovare, andando oltre i cliche'...

Essendo artisti palestinesi il loro lavoro ha inevitabilmente al centro l'impegno politico, tuttavia Bashir Makhoul e Aissa Deebi evidenziano che l'idea della Palestina non è definita dall'occupazione e già nel titolo che hanno scelto per la loro mostra Otherwise Occupied (altrimenti occupato), vogliono indicare il loro impegno nel cercare altri modi di immaginare la nazione, di fuori e di là del conflitto.
In questo progetto a Palazzo Ca' Giustinian Recanati i due artisti intendono l'occupazione non solo come un inestricabile problema politico, ma anche come impegno in attivita' diverse.

Nel progetto History Zero, Stefanos Tsivopoulos esplora il ruolo del denaro nella formazione di rapporti umani. L'artista occupa il Padiglione greco ai Giardini con la proiezione di un film in tre episodi insieme a un'archivio di testi e immagini che raccoglie testimonianze su tipologie di scambio alternative, non-monetarie. Una vera e propria dichiarazione politica che suggerisce di rivedere modelli comuni e autonomi insieme a nuove forme di sopravvivenza e di resistenza.

Nella mostra "Destiny - Intertwined" all'Accademia di Belle Arti, l'artista taiwanese Vincent J.F. Huang considera le questioni del cambiamento climatico globale. I destini intrecciati sono quelli degli abitanti delle isole che formano uno degli stati più piccoli del mondo in mezzo all'oceano Pacifico: il Tuvalu.
Il notevole sforzo del Paese per essere presente a Venezia nasce dall'esigenza di dare visibilità ai problemi ecologico/ambientale che rischiano di far completamente scomparire una terra già sommersa da migliaia di buste di plastica, quelle portate dalle correnti marine e che gli abitanti non sanno come smaltire.

D'altronde il Garbage Patch State Venice di Maria Cristina Finucci, installato nel cortile dell' Università Ca' Foscari, definisce un altro territorio che diventa sempre piu' grande: le isole galleggianti di rifiuti in tutti i mari del pianeta.

Venezia, Venezia è il titolo dell'installazione site-specific di Alfredo Jaar per il Padiglione del Cile all'Arsenale. L'artista connette momenti temporali diversi coinvolgendo un altro artista che diventa personaggio significativo.
Tutto parte da un'immagine di Lucio Fontana che si affaccia a guardare le rovine del proprio studio nel 1946: sembra trovarsi all'interno e nell' "attraversamento" spaziale di un suo stesso quadro.
Come sempre Alfredo Jaar si occupa di scuoterci dall'indifferenza, affida un ruolo quasi profetico all'arte, svela a modo suo la situazione di precarietà del contesto globale contemporaneo.

Winter è il titolo di un ampio progetto culturale sviluppato dalle Repubbliche dell'Asia Centrale: Uzbekistan, Kazakhstan e Tajikistan.
Si ispira a una poesia del pensatore novecentesco Abay Qunanbayuli e ora approda anche a Venezia dopo diverse fasi intermedie. Nel tempo e in citta' diverse sono state raccolte una serie di domande con l'obiettivo di ampliare il dibattito politico nella regione. L'Inverno ha in sé il potenziale sviluppo della primavera, cioè di un più vivace dibattito pubblico basato sulla trasparenza e la partecipazione. In mostra a Palazzo Malipiero ci sono videoinstallazioni, fotografie e opere di sei artisti.

Per la sua prima partecipazione alla Biennale la Repubblica d'Angola prende in considerazione la sua capitale in qualità di Encyclopedic City. Luanda è lo scenario privilegiato di Edson Chagas, che a Plazzo Cini unisce precisione documentaristica e intuizione poetica catalogando oggetti abbandonati e ricollocati nel contesto urbano. La sua installazione è composta da 23 poster fotografici di grande formato, il pubblico è invitato a creare nuove relazioni tra le cose, osservando e ricostruendo a sua volta.

In Trafaria Praia Joana Vasconcelos offre una lettura critica delle mitologie e delle iconografie occidentali. Il suo progetto per il Padiglione Portogallo analizza le affinita' storiche tra Lisbona a e Venezia considerando soprattutto l'acqua e la navigazione. Su un battello attrezzato in rotta tra i Giardini e Punta della Dogana ospitera' opere, conferenze e performance.

Al Palazzo delle Prigioni il "non padiglione" di Taiwan propone opere di Bernd Behr, Chia-Wei Hsu e Katerrina Seda' + Batezo Mikilu che, estremizzando la posizione dello straniero, esprimono il disagio della coesistenza nel mondo odierno.

Il Padiglione Transnazionale mette in discussione la scala e l'economia della Biennale e l'atto di invitare una certa nazione a presentarsi su un palcoscenico mondiale dato. Sono stati invitati 22 artisti internazionali che hanno installato oggetti, foto e video in alcuni negozi e vetrine cittadini.

Una collettiva di artisti appartenenti a diverse generazioni e nazionalita' costituisce la mostra The Immigrants sull'isola della Giudecca, è ideata da Federico Luger e realizzata in collaborazione con altre gallerie italiane.

Il Padiglione delle Maldive alla Fondazione Gervasuti propone performances e presentazioni di artisti internazionali che hanno poco a che fare con le vacanze.

Il Montenegro è rappresentato a Palazzo Malipiero dal progetto di Irena Lagator Pejovic intitolato Pensare attraverso l'immagine, una riflessione sulle potenzialità della "responsabilità illimitata" di ciascuno.

Emergency Pavilion è una proposta dell'artista peruviano Jota Castro che, in veste di curatore, ha invitato altri otto importanti artisti internazionali a mostrare le loro ricerche piu' utopiche: quelle che pongono l'accento sul cambiamento, sulla riorganizzazione della realta', sull'immaginazione di un universo migliore.


LINK UTILI:

Feste e rifugi durante l'opening della Biennale

Visioni dalla 55ma Biennale Arte di Venezia: una quantità di immagini da esposizioni e inaugurazioni

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