Le fiere danno il via alle mostre
Questa quarantesima edizione di
Fiac
riunisce al Grand Palais 184 gallerie da 25 Paesi e prevede un programma di eventi che va ben oltre i suoi padiglioni. Si comincia con le installazioni all'aperto in Place Vendôīme, lungo il fiume, le Tuileries e il Jardin des Plantes; si prosegue con una parata di fiere collaterali dal carattere più o meno spiccato.
A due passi dal Palais, sotto il ponte Alexandre III, c'è
Slick
che riunisce 50 espositori, e a dieci minuti di strada c'è
Cutlog
, con le sue "under the radar" gallerie.
Art Elysees and Design Elysees
propone artisti che si relazionano ai grandi movimenti dell'arte moderna e dell'Ecole de Paris creando un dialogo con l'arte contemporanea.
E li' vicino c'è anche
Chifra 2013, cioè una mostra/scambio con 28 artisti cinesi e 14 francesi di 3 generazioni diverse.
YIA Young International Artists Art Fair propone i progetti di 100 artisti nelle loro gallerie, collocate però in 4 diverse sedi: Galerie Jospeh Turenne, Espace Commines, Loft Sévigné, Bastille Design Center.
Ma la più "caratteriale" di tutte è senz'altro
Outsider Art Fair quest'anno interamente dedicata all'Art Brut ( l'opera di quelli che, in questa Biennale di Venezia, Gioni ha definito "artisti autodidatti" )
Non sono in mostra solo opere da comprare, ma anche collezioni bell'effatte: allestite come le case fotografate nelle riviste
Nella ex-prigione la Conciergerie
A triple tour
c'è un'ampia selezione della Collezione Pinault, ovviamente con lavori sul tema del "confinamento".
Nell'antico Hotel de Retz troviamo
Honey, I rearranged the collection, 20 anni di acquisizioni della collezione Philippe Cohen: Douglas Gordon, Tino Sehgal, Christian Boltanski, Marcel Broodthaers, Erwin Wurm, Danh Vo, Cindy Sherman...
La romantica casa che fu di Berthe Morisot e dove visse Paul Valéry, ospita una "effimera" collezione d'arte e design nella mostra
Private Choice
Nell'edificio modernista di Hippocrene Foundation sono raccolte 10 opere delle oltre 400 appartenenti alla collezione di Giovanni e Valeria Giuliani; sono state scelte da Adrienne Drake, curatore della
Fondazione Giuliani per l'arte contemporanea.
Fonds regional d'art contemporain Ile-de-France , conosciuto come Le Plateau, in questa occasione presenta Ryan Gander un autore impegnato nell'arena dell'arte concettuale.
La Fondation d'entreprise Ricard propone la mostra di
Renaud Auguste Dormeuil, artista "della vigilanza", presso il Musee d'Art Contemporain du Val-de-Marne Vitry-sur-Seine, a est di Parigi.
Nella metropoli francese una parte importante spetta anche alle fondazioni delle grandi firme della moda
Espace culturel Louis Vuitton propone
Romanian Scenes con le opere di artisti romeni sulla scena (appunto) negli ultimi 40 anni.
In
Accelerated Buddha
la Fondation Pierre Berge' Yves Saint Laurent giustappone fotografie di Hiroshi Sugimoto ad antichi capolavori della sua collezione.
Mentre la Fondation Cartier espone le sculture iper-realiste di
Ron Mueck, la Fondazione Antoine De Galbert, che sostiene la La Maison Rouge, ha appena inaugurato la sua decima mostra dedicata ad una collezione:
Theatre of the World.
E' questa un'esposizione anticonvenzionale co-curata da Jean-Hubert Martin (vedi mostra Artempo presso Palazzo Fortuny di Venezia nel 2007) e David Walsh, collezionista fondatore del Museum of Old and New Art (MONA) in Tasmania. E' un gabinetto "non-occidentale" delle curiosità costituito da oggetti eterogenei; si spazia tra pezzi d'antiquariato, arte antica ed opere di artisti contemporanei che costituiscono una vera narrazione. Rigorosamente non cronologica.
Ma a proposito di viaggi immaginari e percezioni un po' alterate bisogna tornare ai musei parigini
Le Corbusier definì gli arazzi "Muralnomad". In effetti, oltre a farci pensare ai viaggi notturni delle fiabe, tappeti e arazzi hanno molte qualità, sia visive che tattili, ma anche storiche e funzionali.
Decorum, presso il Musee d'Art Moderne de la Ville de Paris MAM, ne mostra l'evoluzione a partire da citazioni e ribaltamenti delle avanguardie, passando dalle revisioni femministe anni '60, fino alle elaborazioni digitali contemporanee.
Al Palais de Tokyo
Philippe Parreno ha avuto carta bianca per la mostra che ha intitolato "Anywhere, Anywhere Out of the World"; l'ha ideata in collaborazione con lo scenografo Randall Peacock e il sound designer Nicolas Becker.
Opere vecchie e nuove di Parreno sono presentate in una mise-en-scène ritmica e spettrale, in cui il visitatore è guidato da un'orchestrazione di suoni e simboli. Per modificare la percezione in modo inconsueto sono stati effettuati anche interventi permanenti sull'architettura dell'edificio.
Se si intende il viaggio come un'esperienza imprevedibile e straordinaria il Centre Pompidou fa la parte del leone (o dell'aragosta) con la mostra
Le Surrealisme et l'objet.
La tesi del curatore è che nel 1927 Breton e compagni risposero alla dialettica materialista con l'"oggettivazione del sogno", creando quindi sculture che davano corpo alle immagini del subconscio.
In mostra ci sono oltre 200 opere "fantastiche" con contrappunti contemporanei anche nelle altre mostre in corso di: Pierre Huyghe, Daniel Dewar e Gregory Gicquel, nonchè Frida Kahlo.
Per concludere il tour in questa dimensione onirica, nelle Galeries nationales du Grand Palais va visitata
The Renaissance and Dreams (realizzata con la complicità della Soprintendenza del Polo Museale Fiorentino).
Bosch, Veronese, El Greco, Durer... tra pratiche divinatorie e problemi teologici, gli artisti del 400 e 500 non erano ancora definiti sognatori, ma attraverso incubi e visioni creavano già una "realtà aumentata", molto diversa a seconda del talento, del periodo e del luogo in cui vivevano.
Mettendo il naso nelle gallerie più à la page...
Quasi tutte hanno altre sedi sparse tra Berlino e Hong Kong: qualcuna svetta dagli anni '60, altre sono nate nei favolosi '80.
Emmanuel Perrotin fa parte del secondo gruppo e sembra inarrestabile, ora nei suoi spazi francesi ospita tre mostre: i labirinti di Michael Sailstorfer, i dipinti "viventi" di Claude Rutault e le provocatorie installazioni di Sun Yuan & Peng Yu.
Galerie Art: Concept espone i lavori di Uri Aran, N. Dash, Hubert Duprat, Ajay Kurian, Matt Sheridan Smith & Josh Tonsfeldt sotto il titolo Desert Plains and Internet Memes, cioè "i linguaggi criptati degli oggetti e i nostri sforzi per tradurli" (misterioso ma divertente...)
Tra bello e grottesco, ninfe e matrone dipinte da John Currin alla
Gagosian Gallery si ispirano alla pornografia e ai B-movies.
Galerie Michel Rein si dedica ai ritratti: quelli delle persone amate di LaToya Ruby Frazier e quelli della "gente invisibile" di Abigail DeVille.
Il ritratto, la storia della pittura e la vanità secondo Yan Pei-Ming, sono rispettivamente rappresentati nei tre piani della
Galleria Thaddaeus Ropac.
Da
Yvon Lambert David Claerbout proietta tre nuovi video e mostra una serie di disegni preparatori per gli storyboard. Sono racconti "assolutamente presenti e tuttavia già in ritardo" come dice Roland Barthes.
E i percorsi scelti in questa pagina rappresentano solo una parte della galassia di
eventi visitabili a Parigi