...piantala e vieni a Venezia
Tecniche di coltura di un progetto di comunicazione internazionale.
di Massimo Salomoni
Sono passati esattamente sei mesi da quando il progetto Natural Recall è stato lanciato dal tetto del Superstudio. Detto così suona male, ma è stato proprio a Superortopiù, il roof garden disegnato sul tema del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto in cima al palazzo di via Tortona a Milano, sono partiti i semi di questo progetto internazionale ideato dallo studio Co.Me di Treviso e dallo studio di comunicazione visiva Gtower di Milano per esplorare le affinità elettive fra l'uomo e il mondo vegetale.
Un rapporto che, è il caso di dirlo, ha radici profondissime: basti pensare al valore mistico riconosciuto all'ulivo da tutte e tre le religioni monoteiste nate nel Mediterraneo, alle metamorfosi arboree narrate da Ovidio alla fine del canto dedicato ad Orfeo, ai bestiari che descrivevano la nascita da una pianta dell'agnello vegetale che produceva il cotone, al desiderio di mettere radici anche in mezzo al mare che ha fatto sì che le piante avessero un “albero maestro” e un “giardinetto” con gli aromi.
È così che a maggio Natural Recall ha affidato i suoi inviti con allegata una bustina di semi di basilico anche agli amici di Mediterranea, la barca che sta effettuando un anno di navigazione nel mare in cui è nata la civiltà occidentale. Un varo anche simbolico della navigazione che, contemporaneamente, iniziava a esplorare la rete non solo informatica delle relazioni con graphic designer, poeti visivi, illustratori dall'Italia all'Argentina, dall'India ai Paesi Scandinavi.
Insomma, gettati i semi il progetto ha iniziato a mettere radici, quelle radici che come sosteneva Goethe rappresentano il modo in cui le piante hanno esternalizzato il loro sistema digerente e che costruiscono esse stesse una rete in grado di catturare sostanze nutritive in grado di dare vitalità e linfa alla pianta.
Nel caso di Natural Recall queste sostanze nutritive sono venute dai numerosi incontri avvenuti lungo il cammino: Michelangelo Pistoletto che ha ospitato l'iniziativa allo stato nascente nella sua fondazione di Biella, musicisti come Gianmaria Testa, giornalisti e divulgatori scientifici che durante un incontro alla fondazione Benetton di Treviso hanno illustrato come parlano le piante. E poi plant-sitter che si occupano delle piante di chi è in vacanza, tree-climber che hanno trasformato in un lavoro il sogno del barone rampante di Italo Calvino, seguaci del foraging che si nutrono dei vegetali trovati nei boschi...
Giorno dopo giorno, mentre arrivavano i lavori grafici, questi interventi facevano crescere la sezione “friends” del sito www.naturalrecall.org, e alcuni di loro si trovano anche sul libro della mostra, che tratta i contributi ricevuti dagli 84 artisti che hanno risposto al richiamo della natura con una classificazione quasi linneiana, grazie a infografiche in cui se ne descrive la provenienza geografica, la tipologia arborea prescelta, il sentimento espresso dai lavori realizzati...
E per coronare il lavoro fin qui svolto, anche la sede espositiva della prima selezione delle opere pervenute è stata scelta per la sua affinità elettiva con il progetto: nella Serra dei Giardini di Venezia si metteranno in mostra le opere selezionate per la pubblicazione e per il calendario 2015, anno in cui il progetto Natural Recall proseguirà il suo cammino internazionale con altre esposizioni, e con un percorso virtuale che trasformerà la totalità delle opere pervenute in una serie di stimoli visuali, semi di progettualità e di bellezza da distribuire sulla rete con la viralità di un meme o la giocosità di un doodle. Perché anche parlando di social network, l'uomo non ha inventato molto che non sia già stato trattato in modo simbolico od evocativo dal mondo vegetale: un'antica leggenda nordica racconta che il diavolo volesse impadronirsi del bosco approfittando del momento in cui non aveva più nemmeno una foglia, e che la quercia si sforzò di tenere attaccate le sue fino a quando non fossero sbocciati i primi germogli delle altre piante.
E questo, in fondo, è fare rete: cercare di aiutarsi a vicenda per far sbocciare qualcosa di nuovo, che solo quando si è in grado di diffondere le proprie radici in profondità e larghezza per raccogliere stimoli provenienti da ogni dove può creare qualcosa in grado di dare bellezza e nutrimento.
Perché in un periodo in cui non si fa che parlare di “ricerca delle radici”, riteniamo sia meglio puntare sui frutti. Perché i frutti che nutrono non sopportano barriere geografiche: se avessimo evitato contaminazioni dall'esterno non avremmo né pomodori, né patate.
Un'ennesima metafora vegetale che ci costringe a guardare con occhi differenti anche temi di grande attualità, utilizzando un modo di pensare alla società in un'ottica che abbandoni le ideologie per cercare di comprenderla con l'arte e la scienza.
Un'ottica che è quella di Natural Recall.
Massimo Salomoni
Massimo Salomoni è nato a Milano nel 1961, e lavora nella comunicazione dal 1988. Titolare di Smack-Comunicazione di Parola e conduce un seminario sull'uso strategico dei social media all'istitutoEuropeo di Design di Milano e ha appena pubblicato per Speling Tips l'ebook "I Social media dalla A alla B".
Maggiori informazioni sulla mostra Natural Recall alla Serra dei Giardini di Venezia