Attraversare le contingenze allargando le prospettive

02/06/2015
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Il nuovo mondo

"L'impegno di cui si parla in questa discussione nasce dal pensiero o nasce dall'azione?" Ecco il contributo di Orio Vergani al dibattito sull'attuale voglia di '68...



Alessandro Rolandi, Welcome to the monkey cage, still da video, 2011, Caochangdi, Beijing




Hassan I Sabbah




Jack London




Allan Kaprow, Fluids, 1967. Pasadena Art Museum, California. Foto Julian Wasser


Mi piace l'America (non so se io piaccio a lei) e gli americani non mi spaventano, un inglese molto famoso ne ha invece paura e sostiene che Dio è Americano, ma gli inglesi guardano con sospetto all'America, si sa. L'Europa pensa per poi agire, l'America agisce per poi pensare. Il Vecchio Mondo e il Nuovo Mondo come metafora.
L'impegno di cui si parla in questa discussione nasce dal pensiero o nasce dall'azione? Me lo chiedo perché l'unico impegno che posso prendere in considerazione è il disimpegno dell'azione. L'azione è liberatoria il pensiero imprigiona. Allan Kaprow che inventò l'happening, canonizzando una nuova forma d'arte, nel 1958 scriveva: "Siamo avventurieri. Non riponiamo fiducia in nulla. Siamo occupati dai nostri sogni. Siamo forti e teneri, non temiamo l'estasi, non conosciamo nostalgia. Diamo al passato e al futuro il presente."1)

La tensione generata dall'atto volontario di porsi esattamente sulla linea del presente è probabilmente la prima e più importante mossa che compete all'artista, è la condizione mentale provata dagli adolescenti, quella sensazione netta ed inebriante d'essere il nuovo, la ragione del prima e del dopo. L'azione porta all'esperienza.

Quando, sul finire degli anni Quaranta, nacque la Beat Generation, venne partorita dall'esperienza diretta di una scelta: l'uscire dal flusso. Questa esperienza diretta è una cifra riconoscibile ed essenziale nella pratica degli artisti del nuovo mondo. Jack London era un avventuriero, come lo furono anche Mark Twain e Ernest Hemingway e la letteratura, il mito, sono le radici più profonde della cultura, le radici su cui si costruisce ogni altra forma d'arte. Se crediamo che oggi il Nuovo Mondo sia un posto della mente e non semplicemente una nazione, allora questa voglia d'impegno in arte dovrà necessariamente passare per la lezione americana. In questo presente dopo la fine dell'arte in cui tutto è possibile (si veda: Dopo la fine dell'arte di Arthur C. Danto) o se preferite, per tornare alla generazione Beat, dove: "Niente è vero, tutto è permesso" (Hassan I Sabbah-William S. Burroughs), anche il futuro sembra terminato (si veda Dopo il futuro di Franco Berardi Bifo) e solo la Storia avanza cieca e inesorabile.

Se al potere non serve più agire nell'ombra per circuire l'arte e manipolarla ai suoi scopi, come ha fatto sovente nel Novecento, allora Il futuro prossimo dell'arte si giocherà sulla cesura tra arte sommersa (inaccettabile) ed arte emersa (accettabile) e sarà uno scenario completamente inedito. I mercanti del tempio faranno di tutto per cancellare e/o normalizzare l'inaccettabile, incuranti del fatto che probabilmente l'unica arte importante è quella che spaventa il sistema. Dalla lontana Cina, passando per gli Sati Uniti, l'Africa e la via dietro casa vostra, si stanno già costruendo le strategie per rendere domestico l'artista di domani.
Orio Vergani

Orio Vergani, gallerista. Nel 2001 fonda la Nowhere Gallery, tra i primi spazi itineranti dedicati all'arte contemporanea. Nel 2003 decide di aprire una sede stanziale per il suo progetto a Milano. Nel corso degli anni zero ha collaborato inoltre con Skira e da un po' di tempo scrive per Quotidiano Nazionale.


Questo testo è parte del dibattito "Voglia di '68?" avviato da Ermanno Cristini sulle pagine di UnDo.Net, a cui stanno contribuendo artisti e curatori...

L'Attitudine di Nanà
La prima puntata con Ermanno Cristini (18/11/2013)

Azione e reazione
L'artista Chiara Pergola ci parla di "esprit d'escalier" ma anche di Azione e reazione... (06/12/2013)

Etant donnés
La terza puntata con la conversazione tra Alessandro Castiglioni e Jacopo Rinaldi (17/01/2014)

1968 o 2068?
La quarta puntata con Francesca Mangion (15/02/2014)

Che cosa è andato storto?
La quinta puntata con Lorenzo Baldi (7/03/2014)

Generazioni vittime di un equivoco
La sesta puntata con Andrea Naciarriti (10/04/2014)

Turbare il passato
La settima puntata: Marcella Anglani parla di mostre che fanno molto pensare...(10/04/2014)

Qual'è, se è, l'arte del Sessantotto?
L'ottava puntata con Stefano Taccone (7/06/2014)

La Rivoluzione in eccesso
La nona puntata con Matteo Innocenti (23/07/2014)

Tra le righe
La decima puntata: una storia articolata di Lorena Giuranna (30/10/2014)

Dell'arte e della politica
Undicesima puntata: Maurizio Guerri interviene nel dibattito (09/01/2015)

Coltivare l'eccezione...anziche' la regola
Dodicesima puntata: dialogo tra Lisa Mara Batacchi e Lapo Binazzi (28/02/2015)

La libertà dell'ozio
Tredicesima puntata. Rossella Moratto: sottrarsi alla logica dominante della produzione-consumo e rivendicare la dimensione dell'ozio? (27/03/2015)

Adieu au langage con tante parole
Quattordicesima puntata: lo scambio di mail tra Ermanno Cristini e Aurelio Andrighetto sul "crash" tra i linguaggi, le culture, le ideologie e la realtà (19/04/2015)



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