Le montagne sacre della tradizione daoista. Conferenza a cura di Tiziana Lippiello
Lo specchio e' un oggetto che compare nei corredi funerari della Cina gia' a partire da siti di epoca Shang, come testimoniano i ritrovamenti presso i siti della cultura Qijia e nella tomba Shang della regina Fu Hao. Durante l'incontro Tiziana Lippiello esaminera' il ruolo degli specchi nella cultura daoista partendo da testi piu' antichi come Zhuangzi fino al Baopuzi (Il Maestro che abbraccia la semplicita') di Ge Hong (283-343) e a testi piu' tardi del Canone daoista. In particolare da queste fonti emergono due immagini e funzioni dello specchio: innanzitutto lo specchio come immagine dell'animo umano, simbolicamente inteso anche come specchio d'acqua; in secondo luogo lo specchio come strumento per riconoscere le divinita' delle montagne, utilizzato anche per la sua funzione apotropaica. Le due funzioni sono in qualche modo interconnesse: infatti l'adepto daoista guarda dentro di se' e "dopo sette giorni e sette notti, una divinita' apparira', maschio o femmina, giovane o vecchia". A volte vengono utilizzati due specchi che rappresentano la luna e il sole rispettivamente, a volte ne vengono utilizzati quattro. Quando si utilizzano molti specchi appaiono un gran numero di divinita', draghi, tigri etc. Ge Hong sostiene che esistono libri e cataloghi illustrati che testimoniano tutto cio'.