Dialoghi di Videoarte. Daniele Capra dialoga con Paola Bristot
Dinamismo cromatico ovvero il mito della pittura in movimento che nasce con il futurismo che, a sua volta, si afferma nel momento dell'espansione del cinematografo. Che poi vorrebbe anche dire pitturare con la luce perche' usare la celluloide come superficie al posto della tela vuol dire percepire i segni resi palesi della proiezione, un fenomeno sostanzialmente meccanico ma esaltato in questo caso da una manualita' certosina. Dopo le prime intuizioni (Cinema Astratto - Musica Cromatica) negli anni '10 dei fratelli Ginna (Arnaldo Ginanni Corradini 1890/1982) e Corra (Bruno Ginanni Corradini 1892/1976), e' stato un artista neozelandese, Len Lye (1901/1980), a 'dipingere' in Inghilterra il primo film Color Box (1934). Presto seguito da un giovanissimo scozzese, Norman McLaren (1914/1987) che si dimostrera', negli anni, il piu' eclettico, fantasioso, inesauribile sperimentatore arrivando a pitturare anche il suono... Altri artisti si cimentano negli anni a venire: da Luigi Veronesi (1908/1998) a Jose Antonio Sistiaga (1932) che faceva proiettare la copia originale di un lungometraggio. Fino ai nostri giorni quando, celebrando il centenario della nascita di McLaren, non si puo' fare a meno di interrogarsi sulla base tecnologica della pittura di luce una volta che, abbandonata la pellicola, oggi e' il digitale a farla da padrone anche nella videoarte.