Una conferenza con Thomas Golsenne (Universite' de Paris I Pantheon-Sorbonne)
Una conferenza con Thomas Golsenne (Universite' de Paris I Pantheon-Sorbonne). Quasi unico nel Quattrocento e' l'uso da parte di Carlo Crivelli in molti dei suoi dipinti di un cetriolo, posto accanto ad altri ornamenti vegetali (fiori, frutta) piu' comuni. Gli storici dell'arte che hanno provato a spiegare la presenza del cetriolo crivellesco ne hanno soprattutto cercato il significato simbolico. Ma, resurrezione o peccato originale che sia, nessuna delle interpretazioni risulta convincente, dal momento che non si basa su nessuna tradizione testuale. Il vero significato va dunque cercato altrove: non fuori, ma dentro la pittura stessa di Crivelli. Il cetriolo possiede almeno tre caratteristiche: singolarita', regolarita', presenza e sembra racchiudere qualita' proprie dello stile di Crivelli, come una sua firma peculiare. Inoltre compare nei dipinti quasi fosse un oggetto lasciato nello spazio illusorio da una mano esterna, quella dello spettatore o del pittore. Nel corso della conferenza ci si interroghera' sulla possibilita' di interpretare il cetriolo come un'offerta del pittore alla Vergine, o anche come simbolo del dono della pittura allo spettatore.