Capodilucca
Bologna
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Diane Virginie Ekoe'
dal 27/1/2010 al 30/1/2010

Segnalato da

Gaetano Salerno




 
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27/1/2010

Diane Virginie Ekoe'

Capodilucca, Bologna

Drawmind and Sculpturemind. In mostra pitture realizzate ad acrilico su tela nel rigoroso formato quadrato, simili a geometriche incisioni su superfici monocrome. A cura di Gaetano Salerno.


comunicato stampa

A cura di Gaetano Salerno

Segnoperenne inaugura giovedì 28 gennaio 2010, alle ore 18.30, presso lo Spazio Espositivo CapodiLucca di Bologna, Drawmind and Sculpturemind, personale dell’artista Ekoè Diane Virginie.

Nata nel 1978 nel villaggio di Nkol Augung-Saa, nella provincia di Yaoundé (Cameroun), da madre camerounense e padre greco ma da anni residente a Bologna, Ekoè Diane Virginie presenta in anteprima, presso il suggestivo spazio espositivo ricavato nell’antico mulino medievale felsineo Leone Aposa, in occasione della 34° edizione di Arte Fiera Bologna (Circuito OFF 2010), una selezione degli ultimi lavori pittorici e scultorei (progetto in progress, iniziato nel 2007), ulteriore tappa di una personale evoluzione segnica e di una maturità linguistica che negli anni ha condotto l’artista, con sempre maggiore consapevolezza, ad una semplificazione del tratto e ad un’idea di non rappresentazione del soggetto pittorico quasi assoluta.

Il progetto dei Drawmind, pitture realizzate ad acrilico su tela nel rigoroso formato quadrato (cm 90 x 90 e 180 x 180), simili a geometriche incisioni su superfici monocrome in cui l’intera gamma cromatica si stende netta nel magma del nero o si annulla nella luce abbagliante del bianco di titanio, riflette in realtà atti dell’intelletto organizzati – antitesi di un mondo disarmonico e governato, anche nel guardare, da spunti di caos – secondo principi di ordine, armonia e linearismo.

Tra la maniacale trasposizione di pensieri svincolati da assiomi accademici eppure governati da rigore formale (tecnico e mentale) ed il bisogno istintuale di individuazione di punti di comunione e pacificazione tra sfera pubblica e privata, tra percorso artistico e biologico, convergono con distacco e riserbo le incertezze inconsce dell’esistere, pronte per travalicare gli esiti di un destino sfuggevole (il controllo assoluto sulle linee e sulle loro ponderabili intersezioni) e ricongiungersi ai propri parametri progettuali.

Nella semiologia del segmento a-ritmicamente spezzato (estendibile, in potenza, a vari e successivi punti e dunque alla sussistenza infinita della retta, nel piano o al di fuori di esso), negli aggrovigliamenti, ispessimenti e assottigliamenti privi di sbavature o virtuosismi che il pennello traccia – infiniti vettori energetici dell’universo e articolati percorsi esistenziali - ai quali la linea si assoggetta e che l’artista evidenzia con pause e accelerazioni di materia, si intravede la certezza non effimera di un gesto pittorico ininterrotto che consapevolmente canalizza la tensione della vita verso epiloghi previsti e dunque positivi.

L’opera di Ekoè Diane Virginie sembra essere immune dal concetto di casualità, insito invece in qualunque processo evolutivo e formativo; anche quando il disegno abbandona la superficie bidimensionale acquisendo la consistenza materiale della forgiatura (la serie delle Sculpturemind) è chiaro il progetto di superamento di “forme illusorie” e di conquista del “nulla liberato” che nella poetica suprematista, diretto referente culturale di questa esperienza artistica, riformula la realtà prescindendo da valutazioni sensoriali del tempo e dello spazio.

Ekoè Diane Virginie non si chiude tuttavia a mere formule astrattive; organizza strutturalmente pochi colori essenziali (i bianchi, i neri e i rossi) come in un’operazione solo distrattamente estetizzante e minimalista che nella fredda piattezza di mondi svuotati di ogni riferimento umano, resi ancora più impersonali da passaggi finali di lacche che precludono empatiche digressioni emotive, individua relazioni compositive precise, sezioni auree libere da imposizioni matematiche, ritmi blandi simili ad aiku in cui ogni minuta parte coesiste proporzionalmente con l’insieme.

Nelle parole dell’artista la pittura “scava, scarnifica le viscere per tirare fuori in maniera brutale e violenta i traumi…caccia i fantasmi e cerca così di guarire, per certi versi, le ferite del passato, oltrepassando la carne per approdare alla mente”.

La violenza dei Drawmind e delle Sculpturemind esiste inesplosa, per contrapposizione, intuibile nel rigoroso iper-controllo del gesto al quale Ekoè Diane Virginie vincola i propri atti narrativi, decidendo di accostarsi alla durezza del vivere quotidiano senza cedere al contagio della brutalità – come stadio del pensiero, prima che dell’agire - che traumatizzerebbe la forma rendendola altrettanto violenta e squilibrata.

Ponderato dunque il gesto e calibrata l’azione, l’artista sottrae gradualmente consistenza alla materia per liberare dal peso la linea (quella stessa linea che secondo Piet Mondrian rappresenta, nel dipingere, “il principale mezzo d’espressione”) fino a giungere a valori compositivi estremi, prossimi all’azzeramento, ultima testimonianza vitale di un’idea neo-platonica di bellezza nella quale la forma incontra il concetto e svela, nell’inconsistenza del colore e del rumore, un progetto alto e spirituale.

Ekoè Diane Virginie sarà presente il 28 gennaio 2010 in occasione della vernice e durante la Notte Bianca del 30 gennaio 2010 (apertura serale della galleria) in occasione della quale il curatore Gaetano Salerno, direttore artistico di Segnoperenne, presenterà l’artista e i lavori.

La mostra è patrocinata dalla 34° Edizione di Arte Fiera Bologna e inserita nel catalogo dell’evento nell’ambito del Circuito ARTE FIERA OFF 2010.

inaugurazione giovedì 28 gennaio 2010, alle ore 18.30

Capodilucca
via Capo di Lucca, 12a - Bologna
Ingresso libero

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