Teatro Fondamenta Nuove
Venezia
Fondamenta Nuove, 5013 (Cannaregio)
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Benji
dal 2/7/2002 al 3/7/2002

Segnalato da

Cultura e Spettacolo Venezia




 
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2/7/2002

Benji

Teatro Fondamenta Nuove, Venezia

(Adult Child/Dead Child) Benji e' il monologo di Claire Dowie nella traduzione di Margaret Rose, l'interpretazione di Cristina Ferrajoli e la regia di Valentina Fornetti. Benji e' la storia di una ragazza che affronta il proprio passato e con esso la propria condizione di malata mentale.


comunicato stampa

(Adult Child/Dead Child)

di Claire Dowie
traduzione di Margaret Rose

con Cristina Ferrajoli
scene di Laura Castelli
regia di Valentina Fornetti

Venezia, 3 luglio 2002 ore 21.00

Benji è il monologo di Claire Dowie nella traduzione di Margaret Rose, linterpretazione di Cristina Ferrajoli e la regia di Valentina Fornetti. Lo spettacolo è andato in scena come work in progress il 18 aprile scorso presso lI.S.U di Milano e ora al Teatro Fondamenta Nuove a Venezia.

Benji è la storia di una ragazza che affronta il proprio passato e con esso la propria condizione di malata mentale. Benji, infatti, è lamica immaginaria della protagonista, la voce in testa con la quale fin dallinfanzia ha condiviso piaceri e sventure. Raccontando vari episodi della sua vita ricostruisce la sua relazione con Benji che, da semplice compagna di giochi, diviene una presenza incontrollabile, indomabile che le fa paura. La scissione della ragazza arriva ad un punto tale di gravità che, a diciassette anni, viene ricoverata in un ospedale psichiatrico. Peter, il terapeuta della comunità dove vive per due anni, laiuterà a farle riconoscere in Benji quella parte di sé che esprime rabbia, dolore, solitudine. Solo dopo tale consapevolezza (il momento presente del racconto) la ragazza può affrontare la vita assumendosi la responsabilità di ogni azione: adesso so di essere stata io, e mi sento un verme per aver gettato tutta la colpa su di lei.
Nel momento presente in cui avviene il racconto la ragazza sta affrontando, dunque, il percorso difficile della guarigione. Con nostalgia e rammarico lascia Benji, e con essa il mondo dellinfanzia dellimmaginazione nel quale si proteggeva e nel quale, però, era sempre più isolata. Ora prova a confrontarsi con la realtà da sola, sfidando il fragile equilibrio della sua psiche. Per la prima volta ha rivelato la sua storia a Peter. Ora la racconta a noi spinta dalla necessità di avere degli interlocutori in carne ed ossa a cui rivolgersi, a cui sorridere, con cui ricordare. Attraverso la parola, ora, può esprimere la rabbia, il rancore, il bisogno di amore. Con grande lucidità ed ironia la protagonista analizza la propria famiglia criticandone gli atteggiamenti ed i valori. In essa, si legge una critica indiretta alla società che impone precisi modelli a cui non tutti si possono adeguare. La ragazza, infatti, soccombe, risultando una ribelle smarrita.
Il personaggio, che non ha un nome, cerca attraverso il racconto di mettere insieme i tasselli della propria personalità: un tentativo di guarigione, una necessità di rapporto con se stessa e con il mondo contro lauto annientamento. Narrando emergono varie voci: quella adulta della consapevolezza, quella bambina del mondo di Benji e quella della malattia. Lei sta ancora nel mezzo, cercando di esistere, di dire: Io sono.

Il testo affronta il tema del disagio psichico in modo originale e coraggioso dalla prospettiva del protagonista, soggetto psicotico, che diventerà paziente di una comunità terapeutica; e viene presentato non solo in ambiti specificatamente teatrali, ma anche in contesti socio-culturali interessati al problema ed alla cura del disagio psichico. La stessa autrice e performer del monologo, Claire Dowie, lo ha più volte rappresentato in tali situazioni, incontrando il favore non solo dei pazienti, ma anche degli operatori, che hanno trovato in Benji materiale di riflessione utile e stimolante per il loro lavoro. Con tale performance, dunque, si spera di contribuire alla sensibilizzazione di un problema sociale molto frequente, ad un disagio che, anche se non tanto estremo quanto quello vissuto dal protagonista, può appartenere a tutti.
La decisione di affrontare questa autrice viene dalla sua scrittura originale con la quale tratta problematiche particolarmente legate alla società dei nostri giorni. Molti dei suoi testi, infatti, affrontano temi legati al gender e, più in generale, riguardano i condizionamenti che la società impone allindividuo, imprigionandolo in etichette e schemi comportamentali.

Lo spettacolo debutta al Finborough Theatre Club di Londra, con la regia di Colin Watkeys.
Viene replicato a Londra per tre anni e, successivamente, in Gran Bretagna, in America e in Australia. Nel 1988 la pièce vince il premio Time Out Award come miglior nuovo testo dellanno. In Italia è stato per la prima volta rappresentato sotto forma di mise en espace a cura e con Renata Palminiello, Festival Intercity, Sesto fiorentino, Teatro della Limonaia, 7 ottobre 1996.

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Note sull'autrice
Claire Dowie nasce a Birmingham nel 1956. Drammaturga, autrice, poetessa e pioniera dello stand-up theatre, ha iniziato operando nel circuito dei teatri alternativi di Londra. Ha scritto e interpretato Cat and Mouse (1987), Benji (1987), Why is John Lennon wearing a skirt (1990), Death and Dancing (1992), Drag Act (1993), Leaking from every orifice (1993), All over lovely (1996), Easy access (1998), The Year of the Monkey (2oo1).
Ha scritto, inoltre, testi per la BBC2 e per la BBC radio 3.

Informazioni
Associazione Culturale Vortice
Tel. 0415241422 - Fax. 0415241989
vortice@provincia.venezia.it

Teatro Fondamenta Nuove
tel. 0415224498

Ingresso 5 euro

Teatro Fondamenta Nuove - Cannaregio, 5013

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